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NBA, è scontro su Twitter tra arbitri e lega sul 'Last 2 Minute Report': "Processo falsato"

NBA
L'arbitro David Guthrie a colloquio con il Replay Center di Secaucus (foto Getty)
referees

Gli account ufficiali degli arbitri e della lega si sono "beccate" su Twitter sul tema delicatissimo dei report delle chiamate negli ultimi due minuti di gara, da sempre mal sopportati dai fischietti. "Un processo falsato, chi li fa non ha esperienza di arbitraggio", l'accusa dell'associazione arbitrale, respinta con fermezza dalla NBA.

Siamo abituati a pensare alla lega e agli arbitri come due enti sostanzialmente sovrapposti, visto che i secondi sono garanti dei primi in campo. Ma la verità è che le due parti collaborano ma non sono sovrapponibili, come è risultato evidente nello “scontro” che hanno avuto su Twitter sul tema delicato del “Last 2 Minute Report”, il documento con cui la lega rivede e giudica tutte le chiamate corrette o sbagliate negli ultimi due minuti di ogni gaa. Rispondendo al giornalista del South Florida Sun Sentinel Ira Winderman riguardo a una chiamata di 5 secondi sbagliata nel corso della partita tra Miami e Sacramento (e riportata come errata nel report), l’account ufficiale dell’associazione arbitri @OfficialNBARefs ha definito il L2M “un processo errato”. “Il nostro problema non è con i media, ma con il L2M” ha scritto pubblicamente l’account. “È un processo falsato nel quale analisti senza esperienza di arbitraggio utilizzano protocolli per valutare le giocate che sono diversi da quelli che vengono insegnati agli arbitri. Tutto ciò crea contraddizioni e frustrazione per i tifosi, le squadre e gli arbitri”. 

Un attacco duro e diretto a cui la NBA non ha potuto fare a meno di rispondere in maniera altrettanto chiara, sempre ricorrendo a Twitter: “Questo non è corretto: tutte le chiamate dei L2M vengono valutare da controllori addestrati a giudicare le giocate nel modo in cui viene insegnato agli arbitri; le loro decisioni vengono approvate dallo staff senior (ex arbitri) e da altri dirigenti cestistici, tutti con molti anni di esperienza NBA alle spalle”.

Al di là di chi abbia ragione o chi torto, è chiaro che il Last 2 Minute Report sia un grosso punto di frizione tra le due parti, con gli arbitri che si sentono “messi in discussione” dalla pubblicazione di quel documento (che esiste dal tre anni in forma pubblica ed è esteso a tutti i 48 minuti in forma privata per le valutazioni interne alla lega sulle performance degli arbitri). Il tentativo di trasparenza intrapreso dalla NBA, uno dei punti cardine del commissioner Adam Silver da quando ha preso il controllo nel 2014, da sempre non è piaciuto agli arbitri, che si sono schierati contro la pubblicazione dopo la fine della gara sostenendo – e raccogliendo il supporto di diversi giocatori nel corso del tempo – che non sia di alcuna utilità a nessuno, visto che comunque non è appellabile in caso di protesta da parte di una squadra. Di fatto, gli arbitri si sentono “messi in pubblica piazza” senza che ce ne sia davvero un motivo, mentre la NBA la ritiene fondamentale per garantire la propria trasparenza ammettendo anche i propri errori. Solo che sono errori degli arbitri e non della lega, sosterrebbero i fischietti, come se la NBA se ne stesse “lavando le mani” dando la colpa a loro. Sia come sia – e c’è da scommettere che la questione non finirà qui —, il sempre vulcanico Mark Cuban non si è fatto sfuggire l’occasione di lanciare una frecciata con il sorriso sulle labbra, twittando solamente “Multateli”. Lui di sicuro ne sa qualcosa di multe e di critiche alla lega…