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NBA, al via la serie tra Raptors e Cavaliers: Toronto sfida la bestia nera LeBron James

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Per il terzo anno consecutivo Cleveland e Toronto incrociano i propri destini ai playoff, con i canadesi che in questa stagione hanno compiuto un ulteriore passo in avanti con un unico obiettivo: battere per la prima volta LeBron James

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Per i Toronto Raptors, i Cleveland Cavaliers ormai hanno assunto i contorni dell’ossessione. Negli ultimi due anni la loro stagione si è sempre infranta contro LeBron James e compagni, prima nell’unica finale di conference della loro storia nel 2016 (un 2-4 più netto di quanto dica il risultato finale) e soprattutto lo scorso anno con uno 0-4 che ha aperto enormi crepe nella fiducia dei canadesi. Dopo quell’eliminazione così netta il GM Masai Ujiri annunciò un “reset culturale” che ha portato a una vera e propria rivoluzione nel modo di giocare, togliendo il pallone dalle mani di Kyle Lowry e DeMar DeRozan per dare maggiori responsabilità al resto del roster. Il risultato è stato una stagione ancora migliore rispetto al passato, legittimando il cambio di marcia con un primo posto nella Eastern Conference che li pone automaticamente come favoriti nella sfida ai Cavs che comincerà stanotte. Più che una serie di playoff, questo scontro sembra quasi una “prova di fede” per i canadesi: LeBron James e compagni sono il banco di prova sopra il quale testare la nuova identità di squadra, rimanendo fedeli a una panchina che ha dato grandi risultati in questa stagione ed evitando di ricadere nei vizi del passato che sono brevemente emersi nella prima serie contro gli Washington Wizards. Pur avanzando in sei partite, i Raptors erano stati infatti raggiunti sul 2-2 dai capitolini, ritrovando la propria brillantezza solo nelle ultime due partite della serie con il rientro di un elemento fondamentale della panchina come Fred VanVleet. Ora che i canadesi sono al loro completo, ci sarà bisogno di tutti i membri del roster per battere la propria bestia nera sotto forma di King James: nel primo episodio stagionale i Raptors erano riusciti a battere Cleveland grazie a una super prestazione delle riserve, ma nelle ultime due hanno avuto la peggio prima sprecando un primo tempo da 79 punti e poi di nuovo lo scorso 3 aprile, con James a rivolgersi verso la panchina di coach Dwane Casey dicendo a tutti “I’m still a problem”. Lo sanno bene i canadesi, che hanno iniziato a tirare da tre punti, a passarsi molto di più il pallone e a conservare energie da mesi in vista di questo appuntamento. I Raptors nell’ultimo triennio hanno sempre fatto di volta in volta un passo avanti, costretti a fermarsi poi sempre contro l’ostacolo James. Mai come questa volta Toronto può prendersi la rivincita.

Cleveland e la dipendenza da LeBron James

Dall’altra parte invece ci sono i Cavaliers, a caccia di certezze dopo aver sofferto molto più del previsto nel primo turno contro i Pacers. A togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato James, il giocatore con più punti e più minuti giocati a referto in queste prime due settimane abbondanti di playoff. Triple doppie, quarantelli e gare da prima, seconda e anche terza opzione offensive: il n°23 per la prima volta nella sua carriera è riuscito a vincere una serie playoff in cui nessun compagno ha messo a referto almeno 20 punti in una partita. Un dato, l’ennesimo, che incrociato con il suo rendimento sottolinea l’impatto e il peso di LeBron sulle gare dei Cavaliers. Basta tenere d’occhio il numero di punti realizzati da James: quando il n°23 ha superato quota 30 punti segnati, Cleveland ha vinto le quattro sfide contro Indiana. Quando il suo contributo è rimasto sotto quella soglia, i vice campioni NBA hanno incassato tre sconfitte. Un modo semplicistico e al tempo stesso cristallino per evidenziare la dipendenza di un gruppo intero dal suo leader, anche se la capacità di Tyronn Lue di spostare pedine e titolari ha avuto il suo impatto. Aver riproposto Tristan Thompson nel momento di massimo bisogno è stata una delle mosse che hanno permesso ai Cavs di vincere gara-7, così come il recupero di George Hill (alle prese con infiltrazioni e dolori vari alla schiena) potrebbe garantire tutta un’altra consistenza all’attacco di Cleveland. Con una point guard di ruolo, James e a ruota anche Love e tutti gli altri ritroverebbero la loro collocazione migliore sul parquet. Tutti palliativi, certo, ben consapevoli poi che spesso e volentieri si dovrà ricorrere allo schema più antico del mondo: palla a James e ci pensa lui.