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Mercato NBA: i Lakers tornano all’assalto di Kawhi Leonard, la chiave per arrivare a LeBron James

NBA

Il piano dei giallo-viola per rilanciare la franchigia si va via via delineando: il n°2 degli Spurs è il primo tassello di un domino che potrebbe condurre ai losangelini prima James e poi George. Un sogno fino a qualche settimana fa che potrebbe diventare realtà nei prossimi giorni

Il primo assalto dei Lakers per aggiudicarsi Kawhi Leonard non è andato a buon fine. La scorsa settimana lo scambio di telefonate e massaggi con gli Spurs si è bruscamente interrotto prima che la trattativa potesse decollare, ma il nulla di fatto non ha fermato Magic Johnson e la sua dirigenza: in ballo, come raccontato ieri, c’è il suo futuro. Secondo quanto riportato in maniera dettagliata da ESPN, i losangelini sono ripartiti alla carica, consapevoli che mettere le mani sul n°2 degli Spurs sarebbe il trampolino ideale per spiccare il volo durante la free agency. L’attesa per un eventuale accordo è massima in casa Lakers (e non solo), visto che tutte le squadre NBA sanno che mettere sotto contratto Leonard può essere il miglior biglietto da visita da presentare a LeBron James per convincerlo a scegliere dove andare a giocare il prossimo ottobre. Il n°23 dei Cavs ha tempo fino alla mezzanotte di venerdì (entro sabato mattina alle 6 in Italia) per decidere se restare nel suo contratto accettando la player option, oppure rinunciare ai 35.6 milioni di dollari del prossimo anno e diventare free agent. Sugli scenari possibili che si aprono di fronte a James abbiamo già scritto a profusione, ma mai i destini di altre trade pesanti si erano intrecciati in questo modo con quello di LeBron. Gli interessi nella trattativa restano chiaramente contrapposti. Da una parte ci sono gli Spurs, per la prima volta dopo oltre 20 anni ‘costretti’ a fare i conti con tensioni mai sperimentate con i vecchi All-Star e di fronte a possibili rotture sul mercato che mai si erano verificate in passato. Una discontinuità forte con quello a cui ci hanno abituato all’ombra dell’Alamo, in una trattativa in cui a San Antonio sanno di potersi giocare ancora una carta: lo stretto legame tra l’affare Leonard e l’acquisizione di James infatti rende urgente l’operazione per chi bussa alla porta dei texani, che invece possono continuare ad alzare la posta e prendere tempo, anche a costo di forzare la mano. Visti i trascorsi è chiaro che la dirigenza degli Spurs non abbia l’intenzione di regalare a nessuno (e a maggior ragione ai Lakers, visti i trascorsi) la possibilità di mettere in piedi la prossima dinastia NBA.

Subito Leonard, così James non può dire di no (con George sullo sfondo)

I Lakers invece, sognano un esito diametralmente opposto. Per intenderci: i losangelini sperano di riuscire a mettere alle strette gli Spurs come accaduto nella scorsa off-season nella trattativa con cui i Celtics hanno messo le mani su Kyrie Irving, ma in quel caso Cleveland sapeva non solo di rischiare di tenersi una grana in casa (come San Antonio), con la differenza però che LeBron in spogliatoio chiedeva una rapida risoluzione della contesa per pianificare un futuro alternativo (che poi è risultato un investimento sbagliato, ma questa è un’altra storia). Questa volta invece Popovich e i suoi hanno tutto l’interesse a battere i pugni sul tavolo e attendere un’offerta convincente, chiedendo ad esempio un cospicuo pacchetto di giovani talenti e scelte al Draft da sottrarre ai Lakers. I giallo-viola ad esempio non hanno messo sotto contratto Mo Wagner (la scelta n°25 definita da Woj come “unlikely to resist” nel simpatico siparietto messo in piedi su Twitter una settimana fa), evitando di riempiere il cap e di dover sottostare all’obbligo di attendere 30 giorni prima di poterlo mettere sul mercato, Mo Wagner dunque può essere uno dei tanti giocatori da inserire nel maxi pacchetto da offrire agli Spurs, in cui possono rientrare i vari Kyle Kuzma, Josh Hart, scelte future e anche Julius Randle attraverso un accordo di sign-and-trade. L’obiettivo primario è quello di stringere il più possibile i tempi. Una delle pochissime notizie lasciate filtrare da James in questi giorni infatti raccontano l’intenzione di LeBron di scegliere subito la sua destinazione, già prima della festa del 4 luglio. Al tempo stesso però a dare filo da torcere ai Lakers ci sono altre quattro squadre che si sono dette interessate a Leonard: Celtics, Sixers, Clippers e gli stessi Cavaliers, consapevoli però di non avere grandi contropartite da poter mettere sul piatto. E San Antonio non ha alcuna intenzione di fare sconti.

Altro scenario: Leonard ostaggio degli Spurs per un altro anno

Qualora non si dovesse giungere a un accordo in tempi brevi (Boston sembra l’unica in grado di mettere sul piatto un po’ di giocatori interessanti senza avere nel mirino James, ma la preferenza di Leonard resta Los Angeles), l’altro scenario percorribile è che George e James facciano da apripista a Los Angeles per quest’anno, in attesa che il n°2 degli Spurs si liberi tra 12 mesi, rifiutando la player option e scegliendo in autonomia il proprio futuro la prossima estate. In questo gioco delle tre carte infatti sullo sfondo resta il n°13 dei Thunder, dato per “sicuro” dai Lakers come terzo violino di una squadra in cui nella prossima stagione potrebbe ricoprire il ruolo di vice-James. Un anno di rodaggio (in cui le semifinali di conference sarebbero alla portata, prima di scontrarsi con Houston o Golden State), in attesa del definitivo salto di qualità. San Antonio infatti potrebbe mettere un bel po’ di verdoni sul piatto – un’offerta che le altre franchigie non possono pareggiare - ma quello di Leonard sarebbe un sacrificio economico a livello salariale che troverebbe facile compensazione in una franchigia con i Lakers, dove tra sponsor, pubblicità e visibilità la possibilità di far rientrare quel denaro è facile da trovare. Anche in una roccaforte come quella eretta da coach Popovich a San Antonio però, è difficile continuare ad avere a che fare con un giocatore che non ha intenzione di rimettere piede in palestra il prossimo ottobre. Tirare la corda a quel punto sarebbe controproducente, visto che il prossimo anno gli Spurs sarebbero costretti a rinunciare a Leonard senza ottenere nulla in cambio. Questione d'orgoglio che per una volta i nero-argento potrebbero dover mettere da parte.