Il presidente dei Los Angeles Lakers si è di fatto auto-imposto una scadenza di due anni per cambiare le sorti dei gialloviola: "Se in questa o nella prossima estate non riuscirò a portare qui free agent di rilievo, mi farò da parte perché significa che non so fare questo lavoro. Ma io sono Magic Johnson: non sento la pressione"
Mancano solo pochi giorni alla mezzanotte dell’1 luglio che darà il via alla caccia ai free agent, e a Los Angeles si respira aria di grande attesa. I Lakers sono infatti attesi a ricoprire un ruolo da protagonisti, avendo non solo l’attrattiva di una città come L.A. e di una storia gloriosa alle proprie spalle, ma anche la possibilità di aprire più spazio salariale di chiunque altro per attrarre non uno ma ben due free agent al massimo salariale. Un lavoro preparato in maniera certosina dalla coppia formata dal GM Rob Pelinka e dal presidente Magic Johnson, che ora sono chiamati a raccoglierne i frutti. Da grandi poteri, però, derivano grandi responsabilità, e a L.A. sono già cominciate a fioccare le domande sul possibile fallimento della strategia dei Lakers se a inizio luglio non riuscissero a firmare nessuno dei pezzi grossi, a partire da LeBron James e Paul George. “No, non sarebbe un fallimento perché vi ho sempre detto che il progetto è per due estati” ha risposto Magic Johnson con estrema chiarezza durante la presentazione delle ultime due scelte al Draft, Moritz Wagner e Sviatoslav Mykhailiuk. “Non sappiamo quello che decideranno di fare e non possiamo controllarlo. Se dei giocatori decidono di non venire qui, non è un fallimento – semplicemente ci riproveremo il prossimo anno”. Poi, il presidente dei gialloviola ha sganciato la bomba ad orologeria, mettendo di fatto un timer sopra la propria poltrona: “Nella prossima estate, se nessuno deciderà di venire e io mi ritroverò nella stessa situazione in cui sono adesso, allora sì che sarà un fallimento. Ma non possiamo essere giudicati solo su un’estate, sarebbe ridicolo. Altrimenti tantissima gente non dovrebbe trovarsi nel posto che occupa. Perché se puntiamo tutto su una singola estate, saremo nei guai”. Sostanzialmente il cinque volte campione NBA sta chiedendo tempo per attuare la sua visione: “Quando ho accettato questo lavoro, ho sempre detto che sarebbe stato un progetto di due estati, questa e la prossima. Se non riuscirò a portare qui neanche un free agent, allora sarò io stesso a farmi da parte. Jeanie Buss non dovrà nemmeno licenziarmi, mi dimetterò io da solo perché vorrebbe dire che non posso fare questo lavoro”.
Magic mostra i muscoli: “Sono Magic Johnson: pensate che mi preoccupi la free agency?”
Non è la prima volta che il capo della dirigenza dei Lakers si mette da solo un ultimatum, anche se quello di Magic è arrivato più inaspettatamente rispetto a quello che Jim Buss, ex capo della parte sportiva dei gialloviola, si era auto-imposto per riportare la squadra a essere “competitiva”. La competitività è anche il motivo per cui Magic ha fatto quelle dichiarazioni, anche se almeno a parole ha cercato di scrollarsi di dosso un po’ di aspettative citando il suo curriculum leggendario, come a dire ‘La mia legacy è al sicuro’: “Non c’è pressione su di me, io farò il mio lavoro come l’ho sempre fatto. Sapete quante Finals ho disputato da giocatore? Ne ho fatte nove. Ho giocato contro Larry Bird alle finali. Ho una finale del torneo NCAA alle spalle. Andiamo: pensate davvero che sia preoccupato per quello che succederà in free agency? Io sono Magic Johnson, sono sempre lo stesso. Non cambierò mai. Farò il mio lavoro: sono carico, è divertente, non vedo l’ora di buttarmici a capofitto. Sono mesi che mettiamo giù la nostra strategia, ci abbiamo lavorato molto duramente riunione dopo riunione per scandagliare ogni free agent. Abbiamo le nostre classifiche già pianificate e gli obiettivi ben chiari”. La promessa implicita è di fare tutto il possibile per migliorare il talento della squadra, ma che non verrà fatto qualcosa ‘tanto per farlo’: “Sarò disciplinato e paziente: non voglio cercare di conquistare i media o i tifosi facendo uno scambio stupido solo per dire di averlo fatto. Non è quello che farò, voglio approcciare questo lavoro in maniera intelligente. Conosco il gioco della pallacanestro in ogni sua sfaccettatura: so chi ci può aiutare e chi no”. Arrivati al quinto anno consecutivo senza andare ai playoff, i Los Angeles Lakers non hanno più intenzione di rimanere fuori dai giochi: la riscossa comincia da questa estate – o al massimo dalla prossima.