L'ala ex Cavs che con LeBron James ha vinto il titolo 2016 a Cleveland scherza sulla morbosa attenzione per la futura scelta del n°23: "Annuncio pubblicamente che non sono più suo amico, anzi non mi è neppure mai stato simpatico. Né io, né la mia famiglia abbiamo idea di cosa deciderà di fare"
Sembra quasi fatta per LeBron James ai Lakers. No, forse resta a Cleveland. Attenzione a Boston, che ha più pedine di tutti a disposizione per arrivarci. Oppure a San Antonio da Gregg Popovich, se Kawhi Leonard sceglie di restare. Magari invece Philadelphia, dal suo erede Ben Simmons. Oppure va a formare un superteam senza eguali a Houston. Se ne sono scritte e lette di tutte, è vero, e non può essere che così, visto che il giocatore più dominante di tutta la NBA tra poche ore dovrà annunciare la sua intenzione (o meno) di esercitare la player option per il prossimo anno, diventando automaticamente free agent nel caso dovesse evitare di farlo. L’unica cosa che si sa sul suo futuro l’ha detta lui durante le ultimi finali: “Voglio continuare a competere per il titolo”. Quel titolo vinto l’ultima volta nel 2016, nella sua Cleveland, con una squadra che poteva contare su Kyrie Irving e Kevin Love ma anche su una serie di comprimari veterani perfetti per portare a termine la missione. Uno di questi era Richard Jefferson che oggi, 38 anni, ha appena finito di disputare l’ultima stagione NBA con la maglia dei Denver Nuggets. In quei Cavs Richardson era compagno di squadra e grande amico di LeBron James. Ma le cose, evidentemente, sono poi cambiate. “Scrivo questa nota con grande rammarico. Dopo molti anni come suo collega e altrettanti come amico e compagno di squadra, ho deciso di terminare la mia amicizia con LeBron James”, scrive l’ex prodotto di Arizona University in un messaggio su Snapchat. Prima di svelare che si tratta soltanto di un simpatico scherzo, in tono con il personaggio e a ulteriore dimostrazione dello stretto rapporto che lo lega a "King" James: “Lo dico pubblicamente — continua infatti RJ — così tifosi e giornalisti la smetteranno di chiedermi dove andrà a giocare al termine di questa free agency. Io non lo so, la mia famiglia neppure e nemmeno i miei figli… Purtroppo vivo a Los Angeles, e questo ha reso inevitabili tutte le domande, ma spero che questo messaggio ora aiuti a chiarire la mia posizione. A dire il vero LeBron non mi è mai stato neppure simpatico. Ha sempre lavorato troppo duramente in palestra, quasi a voler far fare brutta figura a tutto il resto della squadra. In più è anche il giocatore preferito di mio figlio, e vedo questo fatto come un tradimento rispetto a tutto il lavoro e l’impegno che ho dovuto mettere in campo per assicurargli un tetto sopra la testa. Mi spiace dover dare questa risposta alla Drake, ma ho ritenuto che questo sia il modo migliore di affrontare una questione che sta ovviamente sfuggendo di mano anche a me. Auguro a tutti grande fortuna durante la free agency… squadre e giocatori. Oh, e anche a Channing Frye… giusto perché…!”.