Il n°5 dei Cavaliers ha annunciato sui social che il "SUPREME" tatuato sul polpaccio non è passato inosservato: sarà costretto a coprirlo durante le partite per evitare di dover sborsare un bel po' di dollari
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È più forte di lui: J.R. Smith non riesce a non far parlare di sé. E anche in questo inizio di stagione complicata per Cleveland, il n°5 è tornato nell’occhio del ciclone a causa dell’ennesimo tatuaggio con cui ha scelto di riempire il suo corpo. È lo stesso Smith ad averlo raccontato via Instagram qualche ora fa: il giocatore dei Cavaliers ha ricevuto un monito dalla NBA in cui viene paventata l’ipotesi di una multa per il tatuaggio fatto in estate dal n°5 dei vice-campioni NBA sul polpaccio, raffigurante il logo Supreme – una casa d’abbigliamento newyorchese. “Oggi ho ricevuto un avviso ufficiale dalla Lega: riceverò un’ammenda per ogni gara in cui non coprirò il “SUPREME” sulla mia gamba!!!”, aggiungendo tre faccine che ridono per manifestare il suo dissenso. Un tatuaggio mostrato sempre via Instagram lo scorso mese; non la prima volta che la NBA decide di agire contro ciò che diventa pubblicità aggiuntiva: nel 2013 Iman Shumpert fu costretto a cancellare dai suoi capelli il logo dell’Adidas, mentre nel 2001 fu Rasheed Wallace (ai tempi giocatore dei Portland Trail Blazers) a non poter mostrare dei tatuaggi temporanei che richiamavano un’altra famosa compagnia. I tatuaggi che richiamano a brand sono diventati via via più diffusi nella Lega negli ultimi anni, alcuni diventati a loro modo rappresentativi degli stessi giocatori: Marcin Gortat ha “Jumpman” (richiamo a Jordan) impresso sulla sua gamba, Carmelo Anthony con il “WB” della Warner Brothers sulla spalla o Kyrie Irving con la scritta “Friends” (sì, la serie TV) sull’avambraccio. La scritta SUPREME in realtà aveva già fatto discutere nei mesi scorsi, in un caso che ha sempre coinvolto Smith: lo scorso dicembre il n°5 aveva vestito uno scalda-muscolo con la scritta in bella mostra; scelta replicata da Kelly Oubre Jr. quella stessa settimana. Episodi sporadici che non portarono a sanzioni, ma che i giocatori non replicarono più nel corso della stagione. Lo scorso marzo Smith ha inoltre pubblicato degli scatti indossando del materiale tecnico NBA frutto della collaborazione tra Nike e Supreme (una partnership consolidata insomma), ma rifiuta ogni tipo di addebito riguardo un possibile pagamento da parte dello sponsor per farsi ulteriore pubblicità: “Molti mi chiedono ‘ti hanno pagato per fare quel tatuaggio?’, e ogni volta che rispondo di no mi chiedono ‘Allora perché lo hai fatto?’. Questo è il modo in cui sono fatto, questo è il perché sono diventato quello che sono. E per adesso ha sempre funzionato”. Anche a costo di pagare qualche multa.