In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, le lacrime di Derrick Rose dopo i 50 punti: "Mi sono fatto il mazzo"

NBA

Le parole del n°25 dei T'Wolves a fine partita hanno commosso tutti, anche i colleghi che gli hanno reso omaggio. "Nonostante le difficoltà, Derrick ha dimostrato di essere ancora un supereroe", commenta LeBron James

DERRICK ROSE, UN TUFFO NEL PASSATO: 50 PUNTI E VITTORIA

LE REAZIONI DELLA LEGA AL CAREER-HIGH DI ROSE

Condividi:

Trattenere la commozione non è mai facile, soprattutto dopo una prestazione decisiva e inaspettata come quella messa a referto da Derrick Rose. Cinquanta punti non li aveva mai realizzati in carriera, un saggio durato 41 minuti per (ri)ammirare il campione visto sul parquet ormai sette anni fa, prima della lunga serie di infortuni che ne hanno trasfigurato efficacia in campo e obiettivi. “Cosa significa questa partita per te?”, gli chiedono a fine partita. “Tutto, vuol dire tutto”, sottolinea ricacciando indietro le lacrime. “Mi sono fatto il mazzo in questi anni, l’ho fatto per la franchigia, per i tifosi e tutta l’organizzazione che mi ha accolto. Faccio di tutto per raggiungere la vittoria e questa volta è venuta fuori una partita pazzesca”. Rientrato negli spogliatoi, dopo aver ricevuto il lungo applauso degli appassionati presenti al Target Center, i compagni lo hanno travolto d’affetto, d’acqua e di una gioia incontenibile che si è subito diffusa in tutta la Lega. Il rispetto e la considerazione che Rose ha raccolto negli anni hanno reso la sua prestazione da 50 punti il pretesto per manifestare nei suoi confronti tutto l’affetto e la vicinanza del mondo NBA prova. Ne hanno scritto tutti: Kobe Bryant, Steph Curry, Dwyane Wade e le tante decine di giovani talenti cresciuti nel suo mito e felici di rivederlo in splendida forma. “Un esempio di perseveranza”, come raccontato anche da James al termine della sua gara con Dallas: “Essere riuscito a vincere battaglie su battaglie contro gli infortuni, avere la forza di tornare in campo e poi fissare il suo massimo in carriera con tanto di vittoria con Minnesota… Beh, è incredibile. Penso che ogni ragazzo - non soltanto quelli che giocano e praticano sport – possa prendere esempio da lui nell’affrontare le proprie difficoltà. Basta guardare a quello che ha fatto stanotte. Questo è il motivo per cui questo Gioco è pazzesco: anche quando un supereroe resta a terra, continua a essere tale e Derrick ha dimostrato di essere ancora un supereroe”.

Le parole d’affetto di Durant: "Ecco perché tutti gli sono vicini"

L’ondata di messaggi e di sincera felicità che ha travolto Rose è stata davvero sorprendente, tanto da sorprendere anche i cronisti presenti alla Oracle Arena che ne hanno chiesto conto a Kevin Durant: “È una reazione dovuta al fatto che tante persone hanno scritto più volte che è finito a causa degli infortuni. Un sacco di persone hanno smesso di credere nel fatto che lui sia capace di mettere a referto prestazioni del genere, di fare cose pazzesche su un campo da basket perché è sempre infortunato o ha avuto bisogno in passato di allontanarsi dalla squadra per ritrovare la giusta motivazione. In tanti hanno scherzato su di lui e Derrick è riuscito a fargli rimangiare ogni singola parola. Sono molto felice di questo, così come sono certo che non fosse quello il suo obiettivo. Per me e per tutti i suoi tifosi invece è un momento di gioia proprio perché è riuscito a superare tutte le cose spregevoli che sono state dette sul suo conto. “Questo campione può ancora fare partite così importanti”, hanno pensato in molti. Vederlo in azione è stato pazzesco”.

La premonizione: “Non mi conoscono, posso ancora essere decisivo”

A guardare adesso alle parole pronunciate nelle ore precedenti alla gara, viene da sorridere. Rose infatti si era concesso a The Athletic in una lunga intervista per raccontare la sua condizione e il suo nuovo stato d’animo, a caccia di un riscatto a lungo atteso. Queste le sue dichiarazioni prima della palla a due contro i Jazz: “Sono molto più rilassato, è una NBA molto diversa da quella del 2011. Non puoi pensare di fare tutto da solo come a quei tempi, ma coach Thibodeau preferisce sfruttarmi in uscita dalla panchina su entrambi i lati del campo (anche da titolare le cose non vanno malissimo, ndr). È mio dovere far vedere ai ragazzi come si può avere un impatto sulla partita. Mi sento bene e sto facendo di tutto per apparire in forma. Ho smesso di guardarmi indietro, da quando sono qui in Minnesota ho ritrovato tanti amici: Luol Deng è qui con me, così come Taj Gibson e Jimmy Butler. Sento di essere un giocatore diverso: al giorno d’oggi devi avere un tiro credibile, punto. Il mio gioco adesso è molto più sotto controllo, sono maturato e spero che la gente se ne possa rendere conto in campo. La mia preoccupazione è non forzare: mi sento bene e devo ritrovare il ritmo giusto. Far parte di questa squadra è già molto per me, così come avere l’opportunità di scendere in campo e aiutare il gruppo. Sono in una fase diversa della mia carriera, adesso non ho bisogno per forza di segnare 40 punti o 30 punti in una singola partita”. No, meglio fare 50, fugare ogni dubbio e regalarsi una partita che resterà indimenticabile.