Servono ben tre supplementari ai Nets per superare i Cleveland Cavaliers. I Nuggets battono i Kings grazie al canestro decisivo di Nikola Jokic, autore di una tripla doppia. A Est vincono tutte le big, con Milwaukee che passa a Indiana. Nowitzki e Wade si regalano un’ultima battaglia in campo
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Cleveland Cavaliers-Brooklyn Nets 139-148 3 OT
La pausa per l’All-Star Weekend non poteva arrivare in un momento migliore per Cavs e Nets, che avranno bisogno di un bel po’ di riposo per riprendersi dai 63 minuti di battaglia della loro sfida alla Quicken Loans Arena. Sono serviti ben tre supplementari infatti per decidere la vincente tra le due, dopo che le squadre si erano avvicendate nella guida del punteggio per ben 23 volte con 16 parità. Alla fine a fare la differenza è stata la tripla del pareggio nel secondo overtime da parte di DeMarre Carroll, abile a ingannare la difesa con una finta di passaggio consegnato per ricavarsi lo spazio e mandare a segno il canestro sulla sirena. Nel terzo supplementare, poi, ci ha pensato D’Angelo Russell a chiudere i giochi, segnando 14 dei suoi 36 punti finali nell’ultimo overtime per festeggiare la sua prima convocazione all’All-Star Game. Insieme a lui ci sono i 25 punti di Joe Harris e i 18 dell’eroe Carroll, per una squadra che aveva a disposizione solo nove giocatori (mandandone otto in doppia cifra) per via dei tanti infortuni. Per quanto riguarda i Cavs a Jordan Clarkson rimane la soddisfazione di aver ritoccato il suo massimo in carriera a quota 42 in uscita dalla panchina, seguito dai 24 di Collin Sexton e dai 23 di Marquese Chriss, protagonista di una super schiacciata su Jarrett Allen (autore nel resto della gara di ben 6 stoppate).
Denver Nuggets-Sacramento Kings 120-118
Se il canestro di Carroll è servito per forzare il terzo overtime, quello di Nikola Jokic a pochi decimi dalla fine ha regalato ai Nuggets una vittoria sofferta. Il centro serbo, anche lui pronto a volare all’All-Star Game per la prima volta, ha chiuso la sua 28^ tripla doppia in carriera con 20 punti, 18 rimbalzi e 11 assist, confermando il record immacolato dei suoi in casa quando ci riesce (16-0). È servita però una piccola correzione a rimbalzo d’attacco per riuscirci, ribadendo nel canestro un suo errore e propiziando il successo dei suoi, partito da -17 nel corso del primo tempo dopo un inizio a razzo dei Kings. La squadra di coach Joerger ha realizzato 41 punti nel solo primo quarto, mandando alla fine sei giocatori in doppia cifra guidati dai 25 di Buddy Hield (che non è riuscito a vincere la sfida sulla sirena) e i 19+11 di Harrison Barnes (tenuto in campo per oltre 41 minuti dal suo allenatore). L’ultimissima rimonta, arrivata con un parziale di 6-0, non è però servita per evitare una sconfitta che li vede di nuovo scivolare al nono posto nella Western Conference. In casa Nuggets si festeggia anche il ritorno in campo di Isaiah Thomas, al suo debutto stagionale dopo una lunga riabilitazione all’anca: per lui ci sono 8 punti in 13 minuti arrivati tutti nel terzo quarto, con due triple a segno e 3/6 dal campo accolto dall’ovazione del suo nuovo pubblico.
Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 97-106
È per partite come questa che Giannis Antetokounmpo è in corsa sin dall’inizio dell’anno per il premio di MVP. Per l’ennesima volta i Milwaukee Bucks si sono aggrappati al loro leader per rimontare 10 punti di svantaggio accumulati nell’ultimo quarto, ricevendo in cambio una tripla doppia da 33 punti, 19 rimbalzi e 11 assist, tutti fondamentali per piegare la resistenza dei Pacers. Nel solo ultimo quarto il greco ha realizzato 12 punti con 6 rimbalzi e 3 assist, mettendo la firma su tutte le giocate più importanti e chiudendo la 13^ partita stagionale con 25+15+5, superando il record di Shaquille O’Neal dal 1976 a oggi. Insieme a lui anche i 17 di Malcolm Brogdon e i 15 di Khris Middleton, per regalarsi un weekend delle stelle in cui Antetokounmpo vuole lasciare ancora di più il suo marchio su questa stagione NBA. Per i Pacers non sono bastati i 20 punti di Bojan Bogdanovic per impedire la prima sconfitta dopo sei successi in fila, pagando a caro prezzo i 23 punti realizzati in contropiede dagli avversari.
Toronto Raptors-Washington Wizards 129-120
Nelle serate in cui Kawhi Leonard rimane a sedere (questa volta per un dolore al ginocchio e non per il solito programma di recupero), è ormai abitudine che un altro dei suoi compagni faccia un passo in avanti proponendosi come leader. Sempre più spesso accade che quel qualcuno sia Pascal Siakam, che contro Washington però ha proprio esagerato: il lungo camerunense si è regalato un massimo in carriera da 44 punti con 10 rimbalzi e 4 triple a segno, seguito dai 22 di OG Anunoby (anche lui al suo massimo in carriera) e dalle doppie doppie di Serge Ibaka (10+13 rimbalzi) e Kyle Lowry (14+13 assist). Toronto è così riuscita a piegare la resistenza di Washington, che nel corso della gara era riuscita ad andare avanti anche di 12 lunghezze, prima di subire la rimonta nel terzo quarto da parte dei padroni di casa che hanno festeggiato anche il debutto di Jeremy Lin (8+5+5 in 25 minuti). Agli Wizards non sono bastati i 28 punti di Bradley Beal, i 23 di Jeff Green e i 22 di Jabari Parker per evitare la quinta sconfitta nelle ultime sette partite, andando alla pausa per l’All-Star Game con tre partite piene di ritardo rispetto all’ottavo posto a Est.
Boston Celtics-Detroit Pistons 118-110
La pausa per l’All-Star Game porterà un po’ di calma a Boston, dove intanto i Celtics continuano a vincere anche senza Kyrie Irving. Quella contro Detroit è la nona vittoria dei ragazzi di Brad Stevens su 11 partite disputate senza il numero 11, guidati da uno sforzo di squadra in cui spiccano i 19 punti di Jayson Tatum e i 18 di un Gordon Hayward ancora positivo. L’ex Jazz, inserito in quintetto al posto di Irving per la prima volta dal 21 dicembre, ha aggiunto anche 5 rimbalzi e 8 assist alla sua gara, la quarta gara con almeno 15 punti nelle ultime cinque in cui sta viaggiando a 17 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media con il 61% dal campo e il 50% da tre. Questa sconfitta interrompe invece la striscia di quattro successi dei Pistons, a cui come spesso accade non sono bastati i 32 punti con 8 rimbalzi di Blake Griffin e i 21+17 di Andre Drummond. “Nell’ultima settimana e mezzo abbiamo giocato molto bene” dice però un Griffin ottimista. “Siamo riusciti a vincere cinque delle ultime sette: dopo la pausa dovremo ricominciare da qui”.
New York Knicks-Philadelphia 76ers 111-126
In una serata in cui a fare notizia è stato soprattutto il suo volo in prima fila sopra Regina King, il rendimento in campo di Joel Embiid non è stato comunque da ignorare: 26 punti e 14 rimbalzi in 34 minuti per la stella dei Sixers, leader di un quintetto tutto in doppia cifra. Insieme a lui infatti Tobias Harris ha chiuso con 25 punti e la solita grande efficienza al tiro (9/14), con Ben Simmons a quota 18, JJ Redick con 15 e Jimmy Butler con 13. Per i Knicks si tratta invece della diciottesima sconfitta consecutiva, continuando a scavare in una striscia che rappresenta già un record negativo di franchigia. L’unica soddisfazione è arrivata da Kevin Knox, che al netto dei soli 9 punti in meno di 19 minuti ha realizzato una super schiacciata sulla testa di Ben Simmons, facendo scattare in piedi il Madison Square Garden.
Dallas Mavericks-Miami Heat 101-112
Domenica si incontreranno di nuovo alla partita delle stelle, ma intanto Dirk Nowitzki e Dwyane Wade si sono regalati un’ultima battaglia in campo. E sul campo in cui Wade ha vinto il suo primo titolo NBA, la leggenda degli Heat prima ha ricreato il lancio del pallone con cui aveva festeggiato alla sirena di quella storica gara-6, e poi ha rispolverato il meglio del repertorio per chiudere con 22 punti in una delle sue migliori prestazioni dell’anno. “Parlando con Dirk alla fine mi ha detto ‘Ehi, ma sei ancora forte’” ha raccontato D-Wade. “Ma quelli sono i giorni più pericolosi, quelli in cui pensi di poter giocare ancora. Poi ce ne sono altri in cui ti dici ‘Ok, c’è un motivo se mi sto per ritirare’”. Anche il 40enne dei Mavs ha giocato bene, chiudendo con 12 punti (a due dal suo massimo stagionale) pur senza riuscire a impedire la sconfitta dei suoi, distrutti in un secondo tempo in cui gli ospiti sono andati avanti anche di 21 punti. Tra i Mavs il migliore è stato ancora una volta Luka Doncic, che ha sfiorato la tripla doppia con 18 punti, 12 rimbalzi e 9 assist, mentre a guidare i texani è stato Tim Hardaway Jr. con 20.
Chicago Bulls-Memphis Grizzlies 122-107
Ora che non deve più fare da spalla a Wall e Beal, Otto Porter può regalarsi serate da miglior marcatore per i Chicago Bulls – e sta dimostrando di avere doti realizzative fin qui inesplorate. Il nuovo acquisto dei Bulls ha realizzato la sua miglior prestazione in carriera segnando 37 punti con 16/20 dal campo, in quello che è solamente il terzo trentello della sua carriera. E dire che Chicago aveva rischiato, visto che a meno di 5 minuti dalla fine si trovava sotto di otto lunghezze, prima di confezionare un parziale di 10-0 grazie anche ai 25 punti di Robin Lopez (massimo stagionale) e i 21 di Lauri Markkanen. Tra gli ospiti ci sono i 15 punti di Avery Bradley e altri cinque giocatori in doppia cifra, curiosamente tutti a quota 12: il rientrante Conley, il rookie Jackson Jr. e i tre neo arrivati da Toronto, Valanciunas, Wright e Miles.