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NBA, risultati della notte: Hayward ancora decisivo, LaVine condanna Philadelphia

NBA

Gordon Hayward firma il canestro della vittoria in volata di Boston sul campo di Sacramento. Zach LaVine ne mette 39 con i due del sorpasso di Chicago ai danni di Philadelphia, che ora deve difendere il quarto posto. Successi fuori casa per Miami e Utah, vincono tra le mura amiche Detroit, Washington, Brooklyn e Phoenix

LEBRON JAMES SUPERA MICHAEL JORDAN

QUARTO SUCCESSO IN FILA SPURS

VIDEO. GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Sacramento Kings-Boston Celtics 109-111

Se questo è il Gordon Hayward della California, i Boston Celtics potrebbero seriamente considerare un trasferimento sulla costa Ovest. Una sera dopo averne segnati 30 sul campo dei Golden State Warriors, la guardia ex Jazz si è resa protagonista del successo ai danni dei Sacramento Kings firmando il canestro della vittoria a due secondi dalla fine, spezzando la parità sul 109-109. Una parità che lui stesso aveva provocato andando a commettere fallo su Buddy Hield e regalandogli tre tiri liberi per impattare la partita, ma che ha immediatamente cancellato prendendosi il pallone e facendosi tutto il campo per firmare il canestro della vittoria. A nulla è valso il tentativo da tre di Harrison Barnes per vincere la gara. Con Kyrie Irving fermo per una contusione alla gamba, i biancoverdi si sono affidati a Jayson Tatum (24 punti) e Al Horford (21, 11 rimbalzi e 7 assist) per proseguire il momento positivo, resistendo ai 24 di Barnes e ai 23 di Hield degli avversari che oramai devono dire addio alle speranze di playoff, visto che la distanza dall’ottavo posto occupato da San Antonio è salita a quattro gare. Per i Celtics, invece, si avvicina il quarto posto dei Philadelphia 76ers, che dopo la sconfitta con Chicago hanno sol0 1.5 partite di vantaggio.

Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 108-107

A condannare i Sixers ci ha pensato soprattutto Zach LaVine, non solo realizzando 39 punti ma mettendo la firma anche sul canestro del sorpasso a pochi secondi dal termine. I suoi 13 punti nel quarto finale hanno permesso ai Bulls di rimontare 10 lunghezze di svantaggio e di andare a vincere la sfida contro una delle migliori squadre della Eastern Conference. Anzi, sarebbe meglio dire “vincere due volte”, visto che il finale di gara è stato giocato due volte: a causa di un errore nel cronometro, le squadre sono state richiamate in campo dalla terna arbitrale per rigiocare cinque decimi di secondo, che peraltro i Bulls hanno dovuto affrontare senza Otto Porter che si stava già sottoponendo ai test anti-doping dopo la sirena finale. Il caso è scaturito da un passaggio di Ben Simmons per Jimmy Butler che ha fatto scattare il cronometro prima ancora che la palla fosse toccata dal numero 23 dei Sixers, costringendo gli arbitri a rigiocare quel possesso per cancellare l’errore del tavolo segnapunti. Nonostante la seconda possibilità, i Sixers non sono comunque riusciti ad andare a segno, rendendo inutili i 22 punti di Butler (al suo secondo ritorno da avversario a Chicago) e la tripla doppia sfiorata da Simmons (18 punti, 11 rimbalzi e 7 assist).

Charlotte Hornets-Miami Heat 84-91

Hassan Whiteside non fa più parte del quintetto titolare, ma se questo è il suo impatto in uscita dalla panchina si può dire che coach Spoelstra ci ha visto giusto: è il lungo degli Heat uno dei principali protagonisti del cruciale successo di Miami a Charlotte, autore di 18 punti e 15 rimbalzi in soli 20 minuti a gara in corso. Ai suoi si aggiungono i 22 di Kelly Olynyk, in una partita in cui per tre quarti il pallone non vuole saperne di andare dentro. Né da una parte, né dall’altra: le due squadre combinano per 39 palle perse, in una serata modesta al tiro su entrambi i lati del campo. A decidere il match è il 16-2 di parziale nel quarto periodo realizzato da Miami, che si prende così l’ottavo posto a Est proprio ai danni degli Hornets (che non vanno oltre i 20 punti con 5/17 al tiro del solito Kemba Walker).

Detroit Pistons-Minnesota Timberwolves 131-114

I Detroit Pistons si confermano come la squadra più in forma della Lega nell’ultimo mese, battendo anche Minnesota in casa, condannando i T’wolves a rinunciare all’assalto finale ai playoff (staccati tanto quanto i Lakers rispetto all’ottavo posto) e consolidando la propria posizione alle spalle delle cinque “big” della Eastern Conference. A guidare la squadra del Michigan è un super Andre Drummond, autore di 31 punti e 15 rimbalzi, con 11/18 al tiro e un impatto clamoroso che permette a Blake Griffin di far cilecca per una sera. L’ex Clippers infatti gioca una gara opaca, chiusa con soli nove punti a referto, raccolti tirando 4/13 dal campo e senza trovare mai il fondo della retina dalla lunga distanza. L’altro protagonista in casa Pistons è Luke Kennard, sempre più incisivo in uscita dalla panchina: per lui 21 punti e un eloquente +29 di plus/minus in altrettanti minuti. Dall’altra parte come al solito il migliore è un Karl-Anthony Towns da 24 punti, protagonista del parziale da 35-22 che ha aperto la sfida nel primo quarto. Un vantaggio perso per strada, con Detroit che ha dimostrato maggiore freschezza nell’ultima frazione: 41-26 il conto dei punti in favore dei Pistons, che sono in forma e continua a vincere.

Washington Wizards-Dallas Mavericks 132-123

In una gara di certo non da ricordare, con due squadre che sembrano non avere poi molto da chiedere a questa stagione (gli Wizards sono all’11° posto a Est, a tre partite di distanza dall’ottavo posto attualmente degli Heat), quello che resterà negli occhi della sfida è certamente la super schiacciata di Bradley Beal, volato sulla testa oltre i 215 centimetri di Salah Mejri e abile a concludere di forza al ferro: “Sono orgoglioso di me stesso”, scherza in spogliatoio, mentre rivede il suo gesto atletico sullo smartphone, felice di aver guidato Washington al successo grazie ai suoi 30 punti, sette rimbalzi e otto assist; il leader di un quintetto tutto in doppia cifra (a cui si aggiunge un Jabari Parker da 20 punti e 10/11 al tiro in uscita dalla panchina). Bastano e avanzano loro sei per avere la meglio dei Mavericks, volati oltre la doppia cifra di vantaggio nel primo quarto e poi scomparsi nel giro di poco dal parquet. Luka Doncic il suo contributo come al solito lo porta a casa: 31 punti, 11 rimbalzi, sette assist e quattro rubate messe a referto, in una gara da 26 conclusioni totali per lo sloveno. Lui ci prova, gli altri però non lo seguono.

Brooklyn Nets-Cleveland Cavaliers 113-107

Quando si incontrano Brooklyn e Cleveland, per qualche motive ne esce fuori sempre una partita divertente. Dopo il triplo overtime dello scorso febbraio, questa volta ci ha pensato Spencer Dinwiddie a fare in modo che la gara terminasse in fretta in favore dei suoi Nets, realizzando 12 dei suoi 28 punti nell’ultimo quarto per accompagnare i 25 di D’Angelo Russell. Ai Cavs, che stanno vivendo un buon momento, non sono bastati i 24 con 16 rimbalzi di Kevin Love e neanche il massimo in carriera da 22 di David Nwaba, senza riuscire a capitalizzare sui due quarti centrali chiusi sul 65-49. A invertire la rotta ci ha pensato però Caris LeVert, autore di 9 dei suoi 14 punti a inizio ultimo quarto prima di cedere le redini a Dinwiddie per portare a casa una vittoria che li mantiene in corsa per il sesto posto nella Eastern Conference.

New Orleans Pelicans-Utah Jazz 104-114

Vittoria sotto canestro per i Jazz, dominanti grazie alla coppia Rudy Gobert-Derrick Favors, autori rispettivamente di 22 e 25 punti, raccolti con invidiabile efficacia. Anthony Davis come al solito fa il suo compitino: 21 minuti, centellinati al secondo, 16 punti e poi tanta panchina, mentre Julius Randle incassava colpi da ogni lato contro i lunghi avverarsi, super efficaci al tiro. Gobert infatti chiude con 10/12 dal campo e 13 rimbalzi, a cui si aggiunge il 9/11 di Favors e i 22 punti di Donovan Mitchell. Una squadra completa quella di Salt Lake City, sempre più sesta forza a Ovest, nonostante Spurs e Clippers non mollino la presa alle loro spalle. A New Orleans invece restano i 23 punti del già citato Randle, i 16 di Jrue Holiday e davvero poco altro, in una regular season che in Louisiana non vedono l’ora che giunga al termine.

Phoenix Suns-New York Knicks 107-96

Nella sfida tra le due squadre con il peggior record nella NBA, a fare la differenza è stato il giocatore più talentuoso in campo: Devin Booker. La guardia dei Suns si è regalata un massimo stagionale da 41 punti per dare ai suoi la quarta vittoria nelle ultime cinque gare, salendo a un record di 15-51 e lasciando i rivali a 13-53. L’ex Kentucky ha chiuso con 14/23 dal campo di cui 6/10 da tre punti con 5 rimbalzi e 4 assist, accompagnato dai 18 di Kelly Oubre e i 14 di Tyler Johnson mentre Deandre Ayton ha avuto problemi di falli per tutta la gara chiudendo a malapena in doppia cifra. A guidare i Knicks è stato invece il rientrante Deandre Jordan con 17 punti, mentre il terzetto formato da Vonleh, Dotson e Smith Jr. ne hanno messi 15 a testa. Non che ci fosse poi molto in palio: secondo quanto detto da coach David Fizdale, in campo sono andate “due desperandos che lottano per le ultime briciole sul tavolo”.