Il suo World Team deve arrendersi alla selezione USA guidata dai 25 punti di Anthony Cole ma l'azzurro che l'anno prossimo debutterà ad Arizona fa parlare tutta America, raccogliendo i complimenti di C.J. McCollum e Evan Turner su Twitter
Il Nike Hoop Summit di Portland è uno degli appuntamenti più importanti della stagione di basket liceale americana (e non solo), una vetrina che attira scout NBA da tutta America e che in passato ha messo in risalto autentici fenomeni, lanciando carriere leggendarie (si pensi a Dirk Nowitkzi, scoperto dal grande pubblico dopo la sua gara da 33 punti e 14 rimbalzi nel 1999) e consacrando i campioni di domani (da Kevin Durant a Anthony Davis passando per Kyrie Irving sono tutti passati da qui). Dopo l’ultima edizione, andata in scena nella notte italiana al Moda Center di Portland, il nome sulla bocca di tutti è quello di un italiano, Nico Mannion, figlio dell’indimenticato Pace (in tribuna insieme alla moglie) visto a lungo nella nostra Serie A negli anni ’90, soprattutto con la maglia di Cantù ma non solo. Nico Mannion, selezionato nella squadra dei migliori prospetti del resto del mondo (World), ha chiuso la gara come miglior marcatore dell’incontro a quota 30 punti, con 8/14 dal campo (e 3/7 da tre) e anche un ottimo 11/14 dalla lunetta. Non sono bastati a dare ai suoi la vittoria contro la selezione USA, guidata dai 25 punti e 8 rimbalzi di Cole Anthony (promesso sposo a North Carolina, anche se deve ancora ufficializzare la sua scelta), ma hanno catturato anche l’attenzione di parecchi giocatori e addetti ai lavori NBA. Il primo a restare impressionato dalle gesta dell’azzurro è stato l’all-around dei Portland Trail Blazers Evan Turner, che dopo averlo visto segnare 12 punti già solo nel primo tempo e 20 dopo tre quarti ha twittato un eloquente: “Nico Mannion è un problema” (per gli avversari, ovviamente). Un parere condiviso dal suo compagno ai Blazers C.J. McCollum, che esalta proprio le prestazioni di Mannion e Cole, ma anche dal seguitissimo opinionista di ESPN Fran Fraschilla, considerato l’esperto di pallacanestro internazionale, che ha voluto paragonare lo stile di gioco del figlio di Pace a un giocatore come Bobby Hurley, leggendario nella sua carriera a Duke University a inizio anni ’90 e poi meno fortunato nella NBA. Anche un giornalista di lunga data come Percy Allen, firma eccellente del Seattle Times, non ha lesinato complimenti: “Odio l’idea di essere prigioniero del momento, ma Nico Mannion potrebbe tranquillamente essere la miglior point guard della Pac 12 la prossima stagione. Questo ragazzo è davvero forte”. E dopo aver disputato il McDonald’s All-Star Game, altra vetrina di eccellenza per il basket liceale USA – chiuso con 8 punti in soli 15 minuti come membro del quintetto base dell’Ovest, vincente 115-100 sull’Est – i successi dell’Hoop Summit non possono che far ben sperare per la carriera futura dell’azzurro, che terminata la sua carriera alla Pinnacle HS in Arizona (è considerato da alcuni media la point guard n°1 di tutta America) è pronto a diventare un Wildcat e bissare i successi di Davide Moretti e Francesco Badocchi anche a livello NCAA. Prima di puntare deciso a una maglia azzurra.