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Playoff NBA, Ibaka, Powell, VanVleet: la differenza in gara-4 la fa la panchina Raptors

NBA

Dopo essere stata surclassata nelle prime tre gare della serie, la second unit dei canadesi ha risposto presente in gara-4, dominando fin dal primo tempo la panchina dei Bucks. "Ne avevamo bisogno", ammette Kyle Lowry

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Serge Ibaka, Norman Powell, Fred VanVleet. Quando coach Nick Nurse fa ricorso alla sua panchina, sono questi i tre nomi che diventano protagonisti, una second unit non certo profonda (21 minuti di parquet in tutto per i giocatori dal nono al dodicesimo della rotazione nelle prime tre gare) e, fino a gara-4, anche una second unit uscita sempre sconfitta dal confronto con la panchina di Milwaukke. Solo 12 punti in gara-1 (contro i 22 della panchina di Milwaukee), meglio in gara-2 e gara-3 con 39 e 27 ma subendone in entrambe le occasioni ben 54. Un saldo negativo nella produzione offensiva di ben 52 punti, dato che invece si è ribaltato completamente nella quarta partita, la seconda disputata di fronte al pubblico di casa. Non che le rotazioni si siano allugate (solo 11 minuti combinati per i vari Boucher, Moreland, Lin, Miller, Lin e Meeks, entrati in campo solo nel finale a punteggio acquisito) ma la risposta del terzetto Powell, Ibaka e VanVleet ha fatto tutta la differenza del mondo. Non solo per i 48 punti del trio (contro i 23 della panchina di Milwaukee) ma anche 19 rimbalzi e 11 assist accompagnati da buone percentuali al tiro (18/36, il 50%, nonostante il 6/18 di Powell). Addirittura schiacciante il dominio delle seconde linee di Nick Nurse nel primo tempo di gara-4, con ben 28 punti messi a tabellone contro i soli 8 di George Hill ed Eric Bledsoe, gli unici due giocatori della panchina di Mike Budenholzer ad andare a referto. “Abbiamo sfruttato le attenzioni della difesa dei Bucks su Kawhi [Leonard] — spiega Norman Powell nel dopo-partita — e anche l’ottima partita di Marc [Gasol], che ha letto benissimo la difesa di Milwaukee e ha ci ha trovato con continuità per tutta la gara” (7 gli assist dello spagnolo, miglior passatore dei canadesi).

Le parole dei protagonisti

E così il trend delle prime tre gare per quello che riguarda l’impatto delle seconde linee sull’equilibrio della sfida si è completamente ribaltato nella quarta. Nelle due partite disputate nel Wisconsin e nella prima giocata in Canada, la panchina di Toronto aveva fatto registrare un net rating negativo (-6.7) a fronte di un +7.1 di quella dei Bucks, generando una forbice di quasi 14 punti per 100 possessi che aveva fortemente influenzato l’andamento della serie, con una percentuale reale sotto il 47% delle riserve dei Raptors contro quella vicina al 63% degli avversari. In gara-4, invece, l’impatto della second unit dei padroni di casa ha fatto la differenza, come riconosce anche Kyle Lowry nel post-partita: “Avevamo bisogno di loro. Credo sia forse la terza partita di questi playoff in cui tutti veramente abbiamo contribuito al massimo. Oggi abbiamo giocato davvero tutti bene, sapevamo che con Kawhi non al 100% ognuno di noi doveva dare qualcosa in più anche per questo, anche se un giocatore come Leonard continua comunque ad attrarre tutte le attenzioni della difesa avversaria”. “Sono entrati e hanno portato grande energia — gli fa eco Pascal Siakam — andando benissimo a rimbalzo, giocando con convinzione: sono stati loro a ispirarci, sapevamo di avere una squadra profonda e di poter contare su tutti i giocatori del nostro roster. Sono felicissimo per Serge, Norman, Fred”. Felicità condivisa anche da Marc Gasol: “Sono stati fantastici, per come la vedo io qui non ci sono giocatori della panchina e giocatori del quintetto, siamo una unica unit, una sola squadra. A volte loro hanno il ruolo più difficile, perché hanno meno libertà di sbagliare, devono scendere sul parquet e contribuire nei pochi minuti in cui sono in campo”. “La squadra aveva bisogno della nostra energia, della nostra intensità difensiva e anche di qualche punto, per aiutare i titolari: stasera lo abbiamo fatto”, ammette Serge Ibaka, così come anche Fred VanVleet — forse ispirato dalla nascita del proprio secondogenito, Fred Jr. — ammette le difficoltà finora incontrate: “Fin qui era stato frustrante, veder entrare qualche tiro è stato importante”, dice. “La chiave è stata essere noi gli aggressori e non gli aggrediti”, conclude Powell. “Per tutta la stagione ci siamo chiesti spesso come poter contribuire al meglio entrando dalla panchina e stasera abbiamo fatto un ottimo lavoro. Tutti hanno toccato il pallone, tutti sono stati coinvolti, il ritmo era giusto, le spaziature anche: coach Nurse è stato bravo ad analizzare la difesa di Milwaukee e farci capire dove e quando potevamo attaccare e ricavare buoni tiri”. E ora in Canada sperano che i buoni segnali di gara-4 vengano confermati anche in una quinta gara, di nuovo a Milwaukee, che potrebbe davvero indirizzare la serie.