La vittoria di Minnesota sul campo dei Charlotte è stata una vittoria speciale per coach Ryan Saunders, a 4 anni esatti dalla scomparsa del padre, ex allenatore proprio ai Timberwolves. Con tanto di pallone della gara e torta regalati al loro allenatore da Karl-Anthony Towns e compagni
Quattro anni esatti. Il 25 ottobre 2015 la famiglia Saunders (e la NBA tutta) dava l’addio a Flip, l’allenatore dei Timberwolves sconfitto da un tumore; il 25 ottobre 2019 il figlio Ryan – ora capo allenatore della squadra – festeggia la seconda vittoria stagionale, solo la seconda volta nella storia che la franchigia del Minnesota inizia il campionato con due successi esterni. Quello contro Charlotte – dopo la vittoria nell’opener a Brooklyn – è un successo speciale, e il primo a saperlo è Karl-Anthony Towns, il primo giocatore dei Timberwolves da Kevin Garnett nel 1999 a iniziare una stagione con due partite da almeno 30 punti e 10 rimbalzi: “Abbiamo pensato che questa gara per il coach fosse molto importante. Lo abbiamo capito tutti. Quattro anni esatti da quel giorno: dovevamo vincere per lui”. E così, appena tornati in spogliatoio, mentre coach Ryan Saunders stava tenendo il consueto discorso post-partita alla sua squadra, Towns lo ha interrotto: “Ryan, possiamo dire una cosa noi, rapidamente? Ti dispiace?”. Con il pallone della partita in mano, il lungo dei T’Wolves ha preso la parola davanti a tutti: “Quattro anni fa tuo papà ha raggiunto gli angeli, nei cieli. Volevamo scendere in campo e vincere questa partita per te e per la tua famiglia”, consegnando pallone – e la torta preferita da Flip Saunders – al suo allenatore. Lui, da parte sua, aveva voluto ricordare il padre indossando una piccola spilla sulla giacca, con la scritta “Flip”, ma è stato il gesto dei suoi giocatori ciò che lo ha toccato maggiormente: “Questi ragazzi sono davvero speciali. È bello poter dividere questi momenti con loro. Ho detto a tutti che se mio padre fosse stato qui, stasera, avrebbe voluto parlare della partita appena terminata contro Charlotte, discutere i progressi fatti, e poi subito guardare alla prossima sfida”. Ma c’è stato un momento – come raccontato in un bellissimo pezzo pubblicato da The Athletic – in cui Ryan Saunders di sfide future non voleva neppure sentirne parlare. Esattamente quattro anni fa, appena perso il padre, il suo mentore, il suo miglior amico. “Ero pronto a mollare tutto, mi sarebbe andato benissimo allenare una squadretta di liceo da qualche parte tra i boschi del Minnesota e andare a pescare ogni giorno. Vivere una vita da recluso mi pareva la soluzione migliore”.
Ryan Saunders: “Ho pensato di mollare, ma non mi arrendo”
Aveva iniziato a cercare una baita nel nord dello stato, lontana da tutti e da tutto. Alla fine però non ha mai fatto un’offerta, non è neppure mai andato a vederne neppure di persona: “Perché sono fatto così: mollare non è nelle mie corde. Non mi sarei mai arreso”. Anche se allenare – inizialmente da vice – la squadra del padre è stato tutt’altro che facile. “Facevo fatica a stare in ufficio perché ogni giorno mi sembrava di vederlo entrare dalla porta per andare a pranzo assieme. Lo vedevo ovunque”, racconta Ryan Saunders. Che per sfuggire al fantasma del padre era arrivato a prendere misure davvero al limite: “Quand’ero sul campo ad allenare davo sempre la schiena al lato della palestra dove c’era il vecchio ufficio di Flip, ormai vuoto: non riuscivo a lavorare guardando il suo ufficio”. Finché un giorno – con la squadra in difficoltà, e i giocatori chiamati a fare un gesto speciale per dimostrare di fidarsi uno dell’altro – anche coach Ryan Saunders decide di fare il suo: “Ho preso la parola davanti a tutta la squadra e gli ho comunicato che da quel momento in poi avrebbe allenato proprio guardando quel lato del campo, fronteggiando il vecchio ufficio del padre”. E lo ha fatto, finendo anzi – almeno metaforicamente – per sedersi proprio al posto di Flip, promosso capo allenatore dopo il licenziamento di Tom Thibodeau lo scorso gennaio. Le 42 gare della scorsa stagione le ha vissute da allenatore ad interim, ma ora il proprietario Glen Taylor gli ha affidato la squadra in tutto e per tutto. Una squadra che Ryan Saunders, nelle prime due gare dell’anno, ha guidato a due vittorie. Una, però, più speciale delle altre.