In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, la prima volta di Russell Westbrook contro Oklahoma City: "In campo non ho amici"

NBA

Per la prima volta Russell Westbrook è sceso in campo da avversario contro Oklahoma City, aiutando i suoi Houston Rockets a rimontare e poi vincere con 21 punti, 12 rimbalzi e 9 assist. "Quando gioco, io non ho amici: solo il pallone e i miei compagni di squadra, nient’altro. Ma fuori parlo con tutti" ha detto prima di andare a salutare i suoi ex compagni nello spogliatoio degli ospiti

Condividi:

La prima partita di Russell Westbrook contro gli Oklahoma City Thunder — per quanto disputata a Houston e non nella “sua” OKC — è andata esattamente come ci si poteva aspettare. Westbrook ha fatto trasparire pochissimo mentre era in campo, trattando la squadra che è stata sua per 11 lunghi anni esattamente come fa con tutte le altre: cercando di travolgerla con la sua energia e la sua passione, anche andando sopra le righe con un tecnico per provocazioni ai danni del rookie Darius Bazley. La sua tripla doppia da 21 punti, 12 rimbalzi e 9 assist è stata necessaria per accendere la rimonta che nel terzo quarto ha propiziato la vittoria di Houston, dopo una prima frazione di gioco in cui anche Westbrook ha sbagliato tutto lo sbagliabile (5 errori al tiro e due palle perse), forse tradito da un po’ di emozione. Parlando con la stampa dopo la partita il numero 0 si è contraddetto, dicendo prima che “ovviamente questa partita era un po’ diversa” e subito dopo “tratto ogni gara nello stesso identico modo”, un mantra che a OKC hanno imparato a memoria. Poi però è tornato totalmente nel suo personaggio: “Le cose funzionano così: quando gioco, io non ho amici” ha detto alla stampa. “In campo tutti sanno che non devono parlarmi. Steven [Adams] è un mio caro amico, ma dentro quelle linee io non ne ho. Lo Spalding [il pallone, ndr] lo è, così come i miei compagni — ma finisce lì. Prima e dopo la partita parlo con quelli che conosco, ma durante la gara no. Se provi a parlare con me, non ti dico proprio un c…”. 

Le chiacchiere durante la partita e la battuta di CP3

Per la verità, in diverse occasioni durante la partita Westbrook si è fermato a parlare con gli assistenti allenatori dei Thunder Mike Wilks e Maurice Cheeks, ha riso con l’ex compagno Andre Roberson a rimbalzo e ha chiacchierato con Chris Paul, con cui è diventato amico nelle estati losangelene. Nel post-gara è anche andato nello spogliatoio dei Thunder a salutare i suoi ex compagni, portando CP3 a fare una battuta (“Occhio a entrare nello spogliatoio dei tuoi vecchi compagni, io mi sono preso una multa quando sono tornato in quello dei Clippers…”, un riferimento a quanto successo a Los Angeles con la rissa nel gennaio del 2018) che ha fatto ridere Westbrook di gusto. Degna conclusione di una serata strana, ma per certi versi coerente con quello che è Westbrook: “Giocare duro per me non è un’opzione” ha detto dopo la partita. Vale anche per la sua ex squadra — che incontrerà di nuovo il prossimo 10 gennaio, questa volta a Oklahoma City.