Il n°11 degli Warriors sta recuperando dal grave infortunio al ginocchio sinistro e per la gara contro i Bulls ha vestito i panni del giornalista, commentando un quarto di match e intervistando i giocatori a fine partita: “Non è facile evitare di ridere quando è Klay a farti le domande”
Klay Thompson è una personaggio speciale, oltre a essere uno dei migliori tiratori della storia NBA. NBC Sports Bay Area, la TV di San Francisco che trasmette le partite degli Warriors, ha approfittato della sua disponibilità durante la sfida vinta da Golden State in casa contro Chicago, affidandogli il microfono durante il secondo quarto della gara. Thompson si è così goduto 12 minuti di partita dalla postazione di commento, posizionata all’ingresso del tunnel che conduce allo spogliatoio degli Warriors. L’occasione per scherzare con i giornalisti, ridere nonostante il momento difficile attraversato da Golden State e dispensare consigli ai giovani compagni di squadra: “Mi diverto a interpretare il ruolo del veterano, non posso credere al fatto che sono già arrivato a questo punto della mia carriera”, sottolinea mentre uno scatenato Zach LaVine continuava a far canestro. Il giocatore dei Bulls che soltanto qualche giorno fa ha chiuso con 13 triple a segno nel successo allo scadere contro Charlotte, avvicinando in maniera preoccupante il suo record di 14 canestri dalla lunga distanza raccolto proprio contro Chicago: “Sono contento che non ce l’abbia fatta, ma so bene che verrà battuto a breve da qualcuno”.
La proposta di matrimonio durante il timeout: “Congratulazioni a Principessa”
Il n°11 si è divertito a scherzare, stilando la sua personale classifica delle bobblehead a lui dedicate (“Complicato dire quale sia la migliore, sono tutte fantastiche”, racconta sottolineandone i difetti) e salutando con ironia la piacevole interruzione durante il suo compito: “La cosa più importante è fare le congratulazioni alla signorina Principessa - commenta indicando lo schermo posto sul parquet, impegnato a inquadrare una proposta di matrimonio andata a buon fine - sono sempre molto entusiasta quando vedo tutto questo coinvolgimento all’arena, sono occasioni molto speciali. Potrei aver massacrato il tuo nome: mi dispiace, ma ci ho provato”. Martita Principessa il nome della futura sposa, scandito dal n°11 Warriors con difficoltà tra un’esultanza e l’altra per un canestro dei compagni. Thompson è stato un vero e proprio portafortuna per Golden State, che ha chiuso con il secondo successo casalingo della sua stagione un match in cui le giocate di Eric Paschall sono state decisive e anche le più celebrate “da tifoso” in cabina di commento dal suo compagno di squadra.
L’intervista a Spellman e i complimenti da parte di coach Kerr
Il vero colpo di scena poi è arrivato a fine partita, quando Kerith Burke - la bordocampista della TV di San Francisco - si è vista letteralmente scippare il microfono dalle mani da parte di Thompson che al suo posto ha fatto un paio di domande a Omari Spellman; protagonista sul parquet con i suoi 13 punti, 11 rimbalzi e 3 stoppate nella prima vittoria casalinga degli Warriors dal 4 novembre. “Klay fa molto ridere ed è difficile restare seri mentre è lui a farti le domande. Non sei abituato ad avere un compagno al posto del giornalista, ma è stato divertente. Sono felice che lui si senta così coinvolto ogni volta che scendiamo in campo”. Un atteggiamento che lascia Draymond Green senza parole: “Sono cambiate un sacco di cose quest’anno: Klay non ha mai amato rilasciare interviste e adesso si mette addirittura a fare domande. Cosa diavolo sta succedendo? È tutto una follia, credo che si stia annoiando un bel po’…”, commenta prima di scoppiare a ridere anche lui. Steve Kerr si complimenta invece per la sua naturalezza nel farlo, ben diversa da quella mostrata dall’allenatore Warriors ai tempi del suo lavoro da reporter per TNT: “Ricordo cha la prima intervista che ho fatto a bordocampo è stata un disastro. Ho sostituito all’ultimo Cheryl Miller perché era influenzata e tra un quarto e l’altro dovevo fare l’intervista a Vinny Del Negro. Dopo avergli fatto la domanda, sono rimasto con il microfono lontano dalla sua bocca e il produttore ha iniziato a urlarmi di tutto nell’auricolare: “Metti quel dannato microfono davanti a Vinny”. Non mi hanno più chiesto di fare una roba del genere e la cosa non mi ha sorpreso”.