
Mercato NBA, le migliori trade di febbraio degli ultimi 20 anni. CLASSIFICA
La deadline è sempre più vicina e le squadre NBA stanno cercando il modo migliore per sistemare i roster in vista della corsa playoff: Bleacher Report ha stilato la classifica dei 10 migliori scambi dal 2000 a oggi a ridosso della scadenza invernale del mercato NBA. Operazioni non sempre avvenute prevedendo in maniera esatta il futuro, ma che spesso hanno garantito un ottimo risultato

10° POSTO | I NEW ORLEANS PELICANS VANNO ALL-IN PER DEMARCUS COUSINS | Tyreke Evans, Buddy Hield, Langston Galloway e due scelte al Draft 2017 in cambio di Omri Casspi e soprattutto DeMarcus Cousins: questa la mossa dei Pelicans che a margine dell’All-Star Game 2017 provarono a invertire la tendenza e giocare con due lunghi, affiancando a Anthony Davis un altro immenso talento nei pressi del ferro

Una convivenza naufragata non per incompatibilità tecnica o caratteriale, ma soltanto per sfortuna: nel gennaio dell’anno seguente, durante una partita poi vinta da New Orleans all’overtime anche grazie a una sua tripla doppia, DeMarcus Cousins fu costretto ad alzare bandiera bianca a seguito della rottura del tendine d’Achille - dissolvendo così nel nulla le speranze di tutto ciò che poteva essere e non è stato (e dando il via in maniera inconsapevole alla catena di eventi che hanno portato Davis ai Lakers)

9° POSTO | DIKEMBE MUTOMBO PASSA DAGLI HAWKS AI SIXERS | Anno 2001: Atlanta non aveva alcuna intenzione di vincere, Philadelphia (grazie a Iverson) sì. Roshown McLeod for Toni Kukoc, Nazr Mohammed, Theo Ratliff e Pepe Sanchez furono spediti in Georgia in cambio di Dikembe Mutombo - pedina fondamentale nella corsa playoff di quei Sixers

Come andò a finire? Philadelphia arrivò in finale NBA anche grazie ai suoi 13.9 punti, 13.7 rimbalzi e 3.1 stoppate a partita, costretta soltanto ad arrendersi ai Lakers di Kobe e Shaq. Un’impresa sfiorata che nulla toglie alla bontà di quell’operazione di mercato

8° POSTO | CARMELO ANTHONY AI KNICKS (IN CAMBIO ANCHE DI GALLINARI) | Febbraio 2011: New York va all-in e punta tutto sul giovane talento dei Denver Nuggets Carmelo Anthony, prendendo insieme a lui Chauncey Billups e altri giocatori che servirono a fare spazio nel roster della squadra del Colorado. Anthony è diventato un simbolo dei Knicks, il n°7 per eccellenza, battendo decine di record personali, ma non riuscendo mai a rendere New York una squadra vincente

Tra i tanti i giocatori su cui misero le mani i Nuggets c’era anche Danilo Gallinari, diventato poi negli anni uno dei giocatori simbolo di Denver (con cui si è tolto diverse soddisfazioni playoff, le stesse a livello numerico raccolte dai Knicks), oltre a garantire alla squadra del Colorado due prime e due seconde scelte. Nella trade fu coinvolta anche Minnesota, ma soltanto per “incastrare” un paio di dettagli e far funzionare lo scambio a livello salariale

7° POSTO | RAY ALLEN AI SONICS, GARY PAYTON AI BUCKS | Uno scambio che nel 2003 fece tantissimo rumore visti i nomi coinvolti ma che, come effetto sulle squadre, ebbe ricadute molto limitate: Ray Allen passò a Seattle, dove giocò anche una semifinale di Conference, ma il successo arrivò soltanto quando arrivò il trasferimento ai Celtics qualche anno dopo (bissato poi anche in maglia Heat da protagonista)

Discorso simile per Gary Payton, la cui esperienza a Milwaukee fu limitata e non molto produttiva. Poi arrivò invece il trasferimento agli Heat e il titolo nel 2006 che coronò la sua carriera

6° POSTO | PORTLAND CEDE GERALD WALLACE AI NETS | “Perché è inserito in questa classifica uno scambio del genere?”, vi starete chiedendo. Beh, quella è stata la chiave che nel 2012 ha permesso ai Blazers di accelerare non poco i piani di rebuilding: Wallace fu ceduto in cambio di Mehmet Okur (che fino all’infortunio aveva un suo perché in NBA), Shawne Williams e una prima scelta al Draft

A volte basta davvero poco: quella chiamata in lottery si è trasformata nella sesta scelta e soprattutto in Damian Lillard. Magari i Nets non avrebbero chiamato lui, ma di certo a Portland sanno bene che senza quella trade si sarebbero lasciati sfuggire uno dei talenti più cristallini degli ultimi anni

5° POSTO | I DALLAS MAVERICKS RIPRENDONO JASON KIDD | Un ritorno di fuoco, per completare un lavoro lasciato a metà in passato: nel 1994 i Mavericks lo avevano scelto alla numero 2, scambiato poi nel 1996 iniziando un lungo giro terminato soltanto nel febbraio 2008. Una mossa azzardata secondo alcuni, soprattutto dopo che i Mavericks nel 2006 erano andati davvero vicini al successo

Kidd invece si rivelò uno dei giocatori chiave della cavalcata del 2011, quella che regalò a Dirk Nowitzki, a lui e a tutta Dallas un titolo per cui la franchigia aveva lavorato con cui per oltre 10 anni. Il suo arrivo in quel febbraio fu uno dei tasselli fondamentali per completare l’opera

4° POSTO | I DETROIT PISTONS AGGIUNGONO RASHEED WALLACE AL ROSTER | Finito agli Hawks dopo uno scambio che lo stava rendendo marginale nelle logiche NBA, nel febbraio 2004 Rasheed Wallace resta solo una partita in campo con Atlanta per poi partire in direzione Detroit (coinvolta anche Boston nella trade): il pezzo perfetto da aggiungere a una squadra già molto forte

I risultati non tardarono ad arrivare: quella primavera i Pistons spazzarono via tutte le avversarie, compresi i Lakers che in finale si arresero sul 4-1 e lasciarono il titolo NBA a una delle squadre più dure e particolari degli ultimi decenni. Anche grazie al contributo di Rasheed

3° POSTO | LAKERS E GRIZZLIES SI SCAMBIANO I FRATELLI GASOL | Succede anche questo a febbraio: un’intera famiglia costretta a fare i bagagli, in due direzioni opposte. È il destino di Pau e Marc nel 2008, quando i Lakers acquistarono il fratello maggiore in cambio di Kwame Brown, Javaris Crittenton, Aaron McKie, due prime scelte e il giovane Marc. Un affare che portò in dote ben due titoli NBA ai gialloviola

A Memphis invece mai avrebbero immaginato che Marc Gasol potesse diventare così importante per una squadra che per anni - anche grazie al suo contributo - si è confermata a livello playoff a Ovest. È mancato l'acuto: per quello il lungo spagnolo ha dovuto aspettare di fare le valigie e andarsi a prendere il titolo a Toronto la scorsa primavera

2° POSTO | I CAVALIERS CEDONO MO WILLIAMS AI CLIPPERS | Altra situazione in cui il destino ci ha chiaramente messo lo zampino: i Clippers, una squadra con pochissime ambizioni, vedono che grazie alle prestazioni del rookie Blake Griffin potrebbe venire fuori da subito qualcosa di buono e decidono nel febbraio 2011 di scambiare la loro prima scelta al Draft dell’anno seguente per prendere Mo Williams e liberarsi del contratto di Baron Davis. Una scelta improntata al futuro che non poteva rivelarsi più scellerata in realtà

Per compiere una mossa dalla dubbia utilità infatti, i Clippers rinunciarono a una scelta al primo giro che il giugno seguente divento la prima scelta assoluta. Un’occasione unica di rilancio per i Cavaliers, che soltanto due anni prima avevano perso LeBron James destinazione Miami: la scelta cadde su Kyrie Irving e tutto il resto è diventato storia della NBA

1° POSTO | GLI WARRIORS CEDONO MONTA ELLIS AI MILWAUKEE BUCKS | Dal 2009-10 all’inverno 2012 gli Warriors hanno cercato di far funzionare il duo Monta Ellis-Steph Curry, senza trovare la giusta soluzione. A quel punto la scelta: cosa fare? Su chi puntare? La decisione è stata di quelle che cambiano il corso di un’intera franchigia. Ellis via assieme a Kwame Brown e Ekpe Udoh a Milwaukee, in cambio di Andrew Bogut e Stephen Jackson

Anche in questo caso il risultato ottenuto fu un beneficio indiretto: la libertà concessa a Steph Curry con quella mossa ha portato allo sviluppo del due volte MVP e di uno dei giocatori che più hanno rivoluzionato la storia del gioco. La ragione per cui gli Warriors sono diventati una squadra da titolo, e tutto in fondo è partito da una trade fatta a febbraio prima della deadline