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NBA, LeBron James cambia idea: "Porte chiuse? Seguiremo le decisioni della NBA"

CORONAVIRUS
©Getty

Il n°23 dei Lakers è tornato a parlare della possibilità di giocare senza pubblico in NBA: "Sarei deluso e contrariato se si decidesse di far disputare le partite a porte chiuse, ma dobbiamo attenerci alle indicazioni di chi sta seguendo la situazione giorno dopo giorno"

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Contrordine. Puntualizzazione. Si può definire in molti modi, la sostanza è che LeBron James ha cambiato idea a proposito delle misure straordinarie che la NBA potrebbe decidere di introdurre per fronteggiare la diffusione del coronavirus. Il concetto espresso quattro giorni fa al termine della gara con Milwaukee - “A porte chiuse non gioco, abbiamo bisogno dei tifosi, io gioco per loro. Non siamo in Europa” - si è trasformato in “Quando mi è stato chiesto che cosa ne pensassi non avevo idea del fatto che se ne stesse discutendo. Gioco per la mia famiglia e per i tifosi. Sarei deluso e contrariato se si decidesse di far disputare le partite a porte chiuse, ma dobbiamo attenerci alle indicazioni di chi sta seguendo la situazione giorno dopo giorno”. Concludendo che “se questa fosse la decisione migliore per salvaguardare la salute e la sicurezza dei giocatori, dei tifosi e della stessa Lega non potremmo far altro che adeguarci”.

 

Dalla presa di posizione alla presa di coscienza, in un momento in cui sono già state emanate le prime direttive per far fronte al rischio Covid-19. Niente contatti con i tifosi, niente autografi, selfie o altro, ingresso vietato negli spogliatoi a giornalisti e ospiti dopo le partite. Provvedimenti condivisi anche dalle altre leghe professionistiche: MLB (baseball), NHL (hockey su ghiaccio) e MLS (calcio).  

 

I possibili scenari – dalle gare a porte chiuse, allo spostamento delle partite in città ritenute sicure, non ancora “toccate” dal coronavirus, fino alla possibile cancellazione delle stesse - verranno discussi oggi dal commissioner Adam Silver e dai proprietari delle squadre, in un momento in cui lo Stato di New York, la California e il Texas hanno già dichiarato lo stato di emergenza.

 

Peraltro, James ha rilasciato le ultime dichiarazioni mantenendosi a una distanza dai giornalisti di almeno un metro e 80 centimetri, una delle misure introdotte recentemente per aumentare - per quanto possibile - il livello di sicurezza. Dopo la correzione di rotta a seguito delle sue incaute parole, King James si è anche concesso una battuta. “Così – riferendosi alla distanza “fisica” che lo separava dai reporter - è decisamente più sicuro. Voi rappresentate sempre una minaccia!”.