Coronavirus, Golden State-Brooklyn si giocherà a porte chiuse
CORONAVIRUSLa decisione dell'istituto di sanità della città di San Francisco di vietare ogni evento che preveda la presenza in contemporanea di 1.000 persone, ha costretto la NBA ad accelerare i tempi e scegliere di giocare la sfida tra Warriors e Nets senza il pubblico presente sugli spalti del Chase Center
L’emergenza coronavirus è arrivata già da qualche settimana anche negli Stati Uniti e, dopo l’aumento di casi e di contagi nella zona di San Francisco, l’istituto di sanità ha deciso di vietare in città tutti gli eventi e le manifestazioni che prevedono l’aggregazione di mille o più persone. Una decisione necessaria da parte delle autorità per provare a contenere la diffusione, una scelta che ricade inevitabilmente anche sullo sport, sulla NBA e in modo particolare sui Golden State Warriors. I vicecampioni in carica infatti saranno così obbligati a giocare a porte chiuse la sfida di domani notte contro i Brooklyn Nets - la prima partita di questa regular season in cui viene ufficialmente impedito l’ingresso al pubblico. La decisione da parte delle autorità sanitarie della California è stata quella di cancellare tutti gli eventi previsti al Chase Center - la nuova casa degli Warriors - fino al prossimo 21 marzo. Golden State nel frattempo, dopo la partita contro Brooklyn, partirà per un giro di trasferte che terrà impegnati Steph Curry e compagni lontano dalla città fino al prossimo 25 marzo. A fine mese invece gli Warriors dovrebbero disputare quattro gare casalinghe in fila nel giro di pochi giorni, ma bisognerà attendere le scelte delle prossime ore per capire se e in che modo sarà possibile disputare quelle partite. Come sottolineato nel comunicato diffuso dalla franchigia di San Francisco: "Monitoreremo con attenzione la situazione, per decidere passo dopo passo come muoverci: vi ringraziamo per la pazienza e la compresione in questi tempi difficili e senza precedenti".