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Coronavirus, la NBA pensa di spostare alcune gare dalle città più colpite

Coronavirus
©Getty

La lega sta cercando di capire come arginare e contenere il rischio contagio all'interno delle arene NBA: sul tavolo la proposta di far giocare le squadre delle città più colpite dal coronavirus in trasferta o su un campo neutro per evitare di dover optare per le porte chiuse

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Nelle prossime ore ci sarà l’incontro ufficiale tra Adam Silver e tutti i rappresentanti delle proprietà delle franchigie NBA, ma nel frattempo ESPN ha già reso noti alcuni degli aspetti che saranno discussi per cercare di contrastare la diffusione del coronavirus negli Stati Uniti. Una delle proposte sul tavolo è quella di trasferire le partite che dovrebbero giocarsi nelle città maggiormente coinvolte dal contagio, portandole in zone in cui la situazione al momento è meno complicata sotto l’aspetto sanitario. Nel caso in cui una franchigia si ritrovasse nella condizione di dover rinunciare all’opportunità di scendere in campo nella propria arena, bisognerà capire se il match verrà disputato sul parquet della squadra rivale (qualora non presentasse criticità legate al contagio da coronavirus) o se istituire un campo neutro dove trasferire entrambi i roster. Una gestione non semplice che tiene conto anche dell’opportunità da parte della NBA di decidere di giocare a porte chiuse o, in maniera più drastica, di rinunciare a giocare per un determinato periodo di tempo - una scelta che al momento secondo ESPN è poco percorribile visto il limitato numero di test effettuati negli USA per censire il numero di contagiati. Non è ancora chiaro infatti quanto e in quali zone sia maggiormente diffuso il coronavirus e senza questo tipo di dati a disposizione diventa complicato fare progetti per le prossime settimane di gioco. La NBA intanto ha fissato già altre due riunioni: una con i general manager della lega e l’altra con coloro che gestiscono e portano avanti gli affari delle squadre, per valutare le possibili ripercussioni di uno stop. Nello stato di Washington sono già state vietate tutte le manifestazioni e i raduni che prevedono la presenza di un numero superiore alle 250 persone, mentre l’ufficio di sanità di San Francisco ha già chiesto agli Warriors di giocare a porte chiuse - la stessa direzione in ci si sta andando in Ohio, con i Cavaliers che torneranno a giocare alla Quicken Loans Arena il 24 marzo. Una situazione insomma in continua evoluzione che potrebbe cambiare nuovamente nelle prossime ore.