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NBA, i preparatori avvertono: "Per tornare in campo serve un mese di allenamenti"

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©Getty

Prima di pensare a tornare in campo, i preparatori atletici delle franchigie stimano in almeno un mese il tempo necessario per riportare i giocatori ai livelli fisici necessari per giocare ai playoff. Pochi però si aspettano di avere così tanto tempo a disposizione, e il rischio di infortuni è inevitabile

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È ormai passato un mese da quando la NBA ha deciso di sospendere la sua stagione, e la lega sta cercando di capire come poter riportare in campo le squadre nella maniera più sicura possibile. Al di là dei discorsi su location, precauzioni e protocolli di sicurezza, però, c’è un punto sul quale tutti — giocatori e preparatori atletici — sono concordi: non si può pensare di tornare in campo senza un adeguato periodo di preparazione. I 450 giocatori NBA, infatti, vivono situazioni diversissime: alcuni hanno nelle proprie case delle vere e proprie palestre private con campi di allenamento, ma alcuni — tra cui anche Giannis Antetokounmpo, per dirne uno — l’astinenza da pallacanestro in questo periodo è stata assoluta. Per questo i preparatori partono dal ragionamento che tutti i loro giocatori andranno trattati come fuori forma, specialmente se al ritorno in campo bisognerà disputare subito partite valide per i playoff. “Se avessimo solo due settimane di tempo per organizzare un training camp dopo otto settimane di stop assoluto, sarebbe un casino” ha detto un General Manager a ESPN. Per questo la richiesta è quella di avere un mese per rimettere in “basketball shape” i protagonisti della lega, idealmente con una settimana di training camp, una settimana di pre-season e due di partite di regular season. Tutti però si rendono conto che la realtà dei fatti sarà molto diversa se e quando si potrà tornare in campo: “Non so se avremo il lusso di tutto quel tempo. Sarebbe bello, ma se devo fare una previsione molto ottimista, direi dai 10 ai 14 giorni”. Anche Jared Dudley negli scorsi giorni aveva sottolineato come i giocatori avessero bisogno di tempo per poter ritornare ai loro livelli e, soprattutto, evitare il rischio di infortuni dopo un periodo di inattività così lungo. Si tratta però di una situazione senza precedenti, visto che anche durante l’ultimo periodo di stop — il lockout del 2011 — i giocatori potevano comunque allenarsi in privato e giocare gli uni contro gli altri. Per alcuni di loro invece questo è il periodo più lungo delle loro vite senza tirare un pallone a un canestro: tutti sperano di poter disputare i playoff e incoronare una squadra campione, ma per poter avere una post-season degna di questo nome i giocatori hanno bisogno di tempo