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NBA: Kevin Durant e l’amore per Michael Jordan agli Washington Wizards

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©Getty

Il n°35 dei Brooklyn Nets, cresciuto a Washington, preferisce la versione di MJ a 40 anni - le ultime due stagioni con la maglia degli Wizards: “Sembrava un campione inarrivabile e lontano. Poi il mito ha scelto di giocare nella mia città e io potevo prendere il treno e andare a vederlo: sono quelli gli anni più belli per me”

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Una delle cose più belle della carriera di Michael Jordan è quella di essere talmente vasta e variegata che, chiedendo a dieci persone qual è il loro momento MJ preferito, ci sono buone possibilità che riceviate dieci risposte diverse. Dalle schiacciate dei primi anni alle prodezze playoff, dalle giocate senza senso ai Bulls alla cavalcata da sei titoli NBA: sempre e solo riferimento ai suoi anni a Chicago, ma difficilmente troverete qualcuno che parli delle sue ultime due stagioni agli Washington Wizards a inizi anni 2000. Quasi impossibile, a meno che non rivolgiate la domanda a Kevin Durant - che nella capitale USA è cresciuto e che grazie a quella parentesi finale è riuscito a godersi qualche spezzone di Jordan dal vivo sul parquet: “So bene quanto siano importanti i titoli e tutte le prodezze compiute da MJ ai Bulls, non voglio disprezzare la sua storia. Ma a livello personale, mi sono sentito davvero coinvolto quando ha scelto di chiudere la sua carriera a Washington. Avevo sentito parlare milioni di volte di lui, ma era sempre apparso come un’entità lontana, irraggiungibile. In quel momento invece, d’improvviso, era nella mia stessa città: potevo prendere il treno, andare all’arena e vedere il miglior giocatore di pallacanestro mai esistito scendere in campo. Nonostante fosse avanti con gli anni, era ancora letale: 20 punti di media, partite oltre quota 40, incontenibile dal midrange. Quelli sono di gran lunga i momenti che più mi hanno coinvolto, gli anni in cui ha giocato agli Wizards”. A ognuno dunque spetta il suo Jordan: la grandezza di MJ sta anche in quello, nell’essere riuscito a restare fonte di ispirazione anche a 40 anni, rientrando in NBA dopo tre stagioni di stop e mostrando di poter essere dominante nonostante l’età.