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Coronavirus, NBA e NBPA: domani conference call con i giocatori. Tre squadre riaprono

CORONAVIRUS
©Getty

Alla vigilia della riapertura di alcuni campi di allenamento, la lega e l’associazione giocatori hanno indetto una conference call con tutti i giocatori per discutere della situazione e rispondere a qualsiasi domanda. Portland, Denver e Cleveland potranno riaprire da venerdì 8 maggio

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Anche la NBA si prepara alla sua fase due, anche se non per tutti sarà la stessa cosa. Come riportato da ESPN, il commissioner Adam Silver e il capo dell’associazione giocatori Michele Roberts hanno indetto una conference call per tutti i giocatori nella giornata di venerdì, il giorno in cui alcuni campi di allenamento potranno essere riaperti in quegli stati che hanno allentato le misure restrittive per via del coronavirus. L’occasione vuole essere una discussione aperta con i giocatori per risolvere qualsiasi dubbio e rispondere a ogni domanda che hanno, specificando i termini del protocollo di sicurezza che la NBA ha stilato con gli uffici di sanità pubblica, il centro di controllo per le malattie e diversi specialisti. Gli allenamenti saranno comunque su base individuale e volontaria e non potranno esserci i capi-allenatori, mentre sarà permesso avere sei tra assistenti e allenatori per lo sviluppo dei giocatori per supervisionare i workout, anche se mai più di quattro per volta (uno per ciascun giocatore presente nella facility). 

Le squadre che possono riaprire e le parole di Cuban

La situazione nella lega è ovviamente molto diversa da squadra a squadra: attualmente solo tre franchigie — Portland Trail Blazers, Denver Nuggets e Cleveland Cavaliers — hanno in programma di riaprire domani, mentre altre sperano di poterlo fare settimana prossima. Alcune, come gli Houston Rockets, sono tornate indietro sulla loro decisione dopo essersi confrontati col governatore del Texas Greg Abbott, il quale ha impedito la riapertura delle palestre almeno fino al 18 maggio. Alcune squadre, invece, non hanno fretta di tornare ad allenarsi, come ad esempio i Los Angeles Lakers o i Dallas Mavericks, per i quali ha parlato il proprietario Mark Cuban: “Fintanto che non potremo fare i tamponi, non possiamo assicurare al 100% la sicurezza di nessuno. Anche prendendo tutti i tipi di precauzioni, non ne vale la pena — specialmente quando i nostri giocatori si stanno tenendo in forma uscendo o utilizzando dei canestri all’aperto. Non penso che il gioco valga la candela”.