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The Last Dance, il momento in cui Michael Jordan si è commosso parlando dei compagni

THE LAST DANCE

Gli ultimi tre minuti del settimo episodio di The Last Dance hanno mostrato al mondo la commozione di Michael Jordan parlando dei suoi compagni di squadra, tanto da portarlo a chiedere una pausa dall’intervista. Uno dei momenti in assoluto più intensi dell’intero documentario finora

Ciò che rende straordinario un documentario come “The Last Dance” — disponibile su Netflix e a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q — non è solo la qualità delle immagini inedite del 1997-98, ma anche l’apertura dei protagonisti nelle interviste girate da Jason Hehir. In particolare MJ, intervistato per tre volte dal regista tra il 2018 e il 2019 per un totale di quasi sei ore, parlando in lungo e in largo di tutti gli argomenti, anche quelli più controversi come le scommesse o quelli più difficili come la morte del padre James. Solamente in uno, finora, Jordan ha però dato l’impressione di crollare: quando ha parlato dei suoi compagni. “Nel corso della tua carriera, pensi che la tua intensità sia costata l’essere percepito come una brava persona?” si sente dire da Hehir fuori campo. “Beh, non lo so” comincia Jordan, prima di pronunciare parole che descrivono meglio di qualunque commento la sua mentalità, in tre minuti davvero intensissimi. “Vincere ha un prezzo e la leadership ha un prezzo. Ho spinto persone quando non volevano essere spinte. Ho sfidato persone quando non volevano essere sfidate. E mi sono guadagnato quel diritto perché i miei compagni mi venivano dietro. Ma non dovevano sopportare tutto quello che dovevo sopportare io. Una volta che entravi in squadra, c’erano certi standard a cui io volevo che il gioco venisse giocato, e non avrei accettato nulla di meno”. A quel punto si vede che l’argomento comincia a scaldare MJ: “Ora, se questo vuol dire che devo farti il c…o di tanto in tanto, allora lo facevo. Ma potete chiedere a tutti i miei compagni e vi diranno: ‘Michael Jordan non mi ha mai chiesto di fare nulla che non avesse già fott….e fatto lui’”. 

Nell’ultimo minuto, mentre le sue parole si mischiano alle immagini delle vittorie dei suoi anni con i Bulls, si arriva al punto massimo: “Quando le persone vedranno tutto questo [documentario], diranno: ‘Beh, non era davvero una brava persona, probabilmente era un tiranno’. Beh, se la pensate così è perché non avete mai vinto niente. Io volevo vincere, ma volevo che anche [i miei compagni] vincessero e ne fossero parte”. A quel punto MJ è praticamente in lacrime: “Guardate, non dovevo fare questo [documentario]. Lo faccio solo perché questo è quello che sono. Questo è come giocavo a pallacanestro. Questa era la mia mentalità. E se non vuoi giocare in quel modo, allora non farlo”. Cercando di trattenere le lacrime, a quel punto Jordan chiede una pausa (“Break”) e lo splendido settimo episodio si chiude in dissolvenza.