In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, Dwight Howard in lutto: morta a 31 anni la madre di uno dei suoi cinque figli

NBA
©Getty

Il centro dei Lakers ha rivelato solo ora il lutto che lo ha colpito a fine marzo, quando la madre di suo figlio David (6 anni) è venuta a mancare a seguito di una crisi epilettica: "Per me è stato un momento davvero difficile: non è stato facile trovare il modo di parlare di quanto successo con mio figlio"

CORONAVIRUS, LE NEWS LIVE DEL 16 MAGGIO

Condividi:

Ne ha parlato solo adesso, un mese e mezzo dopo il lutto che lo ha colpito: il centro dei Los Angeles Lakers Dwight Howard ha visto la madre di suo figlio David morire a soli 31 anni a seguito di una crisi epilettica. Melissa Rios — conosciuta come Mimi — è venuta a mancare il 27 marzo scorso nella sua casa di Calabasas, vicino a Los Angeles. Howard ha presenziato ai suoi funerali, tenutisi a Reno, in Nevada: “Dovevo esserci, tanto per mio figlio quanto per la famiglia di Mimi”, ha affermato il centro di L.A., che oltre a David ha altri quattro figli. “Stare con loro mi ha dato un certo conforto, in questo periodo davvero difficile — ha dichiarato Howard — anche se per me è stato davvero duro trovare il modo di parlare di quanto successo con mio figlio David, che ha solo 6 anni”. Così, in un momento in cui la NBA sembra sempre più vicina a un possibile ritorno in campo (e i Lakers stanno proprio in questi giorni tornando ad aprire il loro centro di allenamento), il n°39 gialloviola vive sensazioni contrastanti: “Da un lato ho voglia di tornare a giocare — perché in squadra tutti abbiamo la sensazione che questo sia il nostro anno — ma dall’altro so che mio figlio oggi ha bisogno più che mai della mia presenza”. Dalle recenti difficoltà Howard ha imparato, una volta di più, “l’importanza di vivere il momento, di non dare per scontato nulla, neppure le piccole cose, e di essere grato per tutto ciò che la vita ci offre”. Ma dalla sua casa di Atlanta, in Georgia — dove non gli manca niente, né un campo da basket, né una piscina, né una palestra — l’ex prima scelta assoluta non ha perso di vista l’obiettivo di una stagione, quello di inseguire l’anello con i suoi Lakers: “Mi sono tenuto in forma con un esercizio che chiamo ‘One punch man’: sono 100 flessioni, 100 addominali, 100 squat combinati con oltre tre chilometri di corsa al giorno. Niente di eccezionale, ma farli ogni mattina è una forma di disciplina mentale che mi aiuta a stare meglio”.