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NBA, parla il GM di Atlanta: "Nel 2020-21 il calendario sarà serratissimo"

NBA
ATLANTA - OCTOBER 8: The Atlanta Hawks training camp schedule is shown on October 8, 2010 at Philips Arena in Atlanta, Georgia.  NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and/or using this Photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2010 NBAE (Photo by Scott Cunningham/NBAE via Getty Images) *** Local Caption ***

Il general manager degli Atlanta Hawks Travis Schlenk ha rivelato che la lega sta pensando a un calendario decisamente più condensato per la prossima stagione, finendo in tempo per le Olimpiadi di Tokyo: "Potrebbero esserci più back-to-back e il ritorno delle quattro partite in cinque giorni"

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Se per 22 squadre su 30 la preoccupazione principale in questo momento è prepararsi al meglio in vista della bolla di Orlando, per otto è già tempo di pensare alla prossima stagione. Tra queste ci sono gli Atlanta Hawks, nonostante il general manager Travis Schlenk avesse fatto sapere alla lega stessa che la squadra voleva fortemente tornare a giocare. Invece dovrà attendere l’inizio della stagione 2020-21 (anche se c’è una possibilità che si tengano dei mini-training camp estivi e delle Summer League con le altre squadre eliminate), quando però il calendario sarà con ogni probabilità molto più serrato. La lega ha infatti fissato per il momento al prossimo 1 dicembre la data di inizio della regular season, anche se questa data non ha ancora incontrato l’approvazione dell’associazione giocatori. L’idea è quella di tornare il più possibile vicini alla calendarizzazione originaria della stagione: "Date le circostanze, penso che la lega voglia rimanere il più possibile vicina alle tempistiche di un calendario normale" ha detto Schlenk in una conference call con la stampa. "Ci sono molte ragioni per farlo: la stagione del college, il Draft, tutta quella concatenazione di eventi. Per questo hanno ipotizzato una tempistica in cui si passa molto velocemente dalla fine delle Finals all’inizio della prossima stagione. Quello che hanno detto in una delle nostre riunioni è che il calendario del prossimo anno potrebbe essere condensato, molto più che in passato. Come sapete tutti negli ultimi anni si è cercato di evitare il più possibile i back-to-back e abbiamo eliminato le ‘quattro partite in cinque giorni’, ma nel 2020-21 potremmo ritrovarci nelle condizioni di doverle affrontare di nuovo”. 

L’obiettivo: finire in tempo per non entrare in conflitto con le Olimpiadi

Era stato lo stesso proprietario degli Hawks Steve Koonin — in epoca pre-COVID-19 — a proporre di cambiare il calendario della stagione e di cominciare la stagione a Natale, soprattutto per evitare di entrare in conflitto per i rating televisivi con il football NFL (“Se hai King Kong alla porta, è meglio passare sul retro, non affrontarlo faccia a faccia”). All’orizzonte si profila però un “avversario” altrettanto gigantesco come le Olimpiadi di Tokyo, che richiamano sempre enormi attenzioni nelle due settimane di competizioni. Soprattutto, con 108 giocatori internazionali nella lega, ci sarà una grossa spinta per poter partecipare alle competizioni con i propri paesi (Danilo Gallinari stesso ha dichiarato “Non vorrei dover scegliere tra la NBA e l’Italia”). L’unico modo di riuscire a incastrare tutto, allora, è ridurre la stagione: se la NBA vorrà mantenere le 82 partite canoniche — salvaguardando così il proprio modello di business —, allora dovrà condensarle il più possibile rispetto ai 177 giorni che quest’anno aveva ipotizzato per concludere la regular season (prima che arrivasse il coronavirus) e i 65 previsti per i playoff. Se dovessero mantenere queste tempistiche partendo l’1 dicembre, infatti, la regular season terminerebbe il 29 maggio e i playoff l’1 agosto — più di una settimana dopo rispetto all’inizio delle Olimpiadi fissate per il 23 luglio. C’è ancora tempo per trovare una soluzione, ma oltre a quest’anno la NBA deve già cominciare a pensare anche al prossimo.