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NBA, tamponi ogni due giorni, anche sugli asintomatici: ecco il piano per tornare in campo

NBA
©Getty

Un aumento della disponibilità su scala nazionale del numero di tamponi permetterà a ogni squadra di testare ogni due giorni ogni membro della propria organizzazione (giocatori, allenatori, trainer, personale medico) prima del trasferimento a Orlando

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In attesa di far convogliare a Orlando i giocatori (e gli staff) delle 22 squadre coinvolte, la NBA si prepara con tutte le precauzioni possibili al ritorno in campo. Buone notizie arrivano dall’aumento di test e tamponi disponibili su scala nazionale, aumento che così renderà possibile — ha fatto sapere l’insider Shams Charania — sottoporre al test anche i giocatori asintomatici, cosa in un primo momento esclusa per decisione presa dalla lega stessa. Un mese e mezzo fa, infatti, nel mezzo della fase più calda della pandemia, a fronte della scarsità di tamponi disponibili la NBA aveva intimato alle proprie 30 squadre di limitare al minimo l’utilizzo dei test, lasciandoli a disposizioni delle categorie più a rischio. Ora, a fronte di una disponibilità maggiore in tutto il Paese, arriva invece l’indicazione contraria: ogni squadra — a partire da martedì 23 giugno — potrà testare ogni membro del suo staff (giocatori, allenatori, trainer e personale medico) ogni due giorni, fino alle date del 7-9 luglio che sono quelle previste per l’arrivo delle squadre nella bolla di Orlando. Il tampone utilizzato — secondo le prime indiscrezioni — dovrebbe essere quello nasale, il meno invasivo possibile. Se la data di lunedì 22 giugno è quella fissata per il ritorno in città di tutti quei giocatori che ancora non si trovano in sede, per i giocatori internazionali che hanno lasciato gli Stati Uniti per tornare a casa nel proprio Paese di origine la data di rientro è prevista per oggi.  Piccoli passi di avvicinamento al ritorno in campo il 30 luglio, volontà dei giocatori stessi permettendo.