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NBA, alcuni giocatori hanno dubbi sulla bolla di Orlando: chi si rifiuta non sarà punito

DISNEY WORLD
©Getty

Alcuni giocatori, specialmente delle squadre non interessate alla lotta per il titolo, hanno espresso preoccupazione per le restrizioni della bolla di Orlando, citando le proprie situazioni familiari, l’impossibilità di lasciare il parco, il coronavirus e le implicazioni per le proteste sociali in giro per il paese. I giocatori che decideranno di rimanere fuori non verranno puniti, ma neanche pagati per le ultime otto gare di regular season

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Mentre si avvicina il momento in cui le squadre dovranno incontrarsi di nuovo per ricominciare le attività nelle proprie palestre, tra la NBA e l’Associazione Giocatori continuano le trattative per delineare protocolli e condizioni per la bolla di Disney World, dove si disputeranno le partite. Negli ultimi giorni diversi giocatori NBA — nell’ordine dei 40 e 50, quindi circa un decimo dell’intera lega — si sono parlati in conference call discutendo delle incertezze riguardanti il campus che verrà creato a Orlando, anche se per ora non è stata ancora avanzata nessuna petizione ai vertici della NBPA per chiedere di rimanere fuori dalla bolla. Tra le preoccupazioni dei giocatori ci sono le situazioni delle loro famiglie, l’impossibilità di lasciare il Disney World Resort (se non affrontando un periodo di 10 giorni di quarantena una volta rientrati), la pandemia di coronavirus che non si è ancora arrestata e le implicazioni legate ai movimenti di giustizia sociale che da due settimane toccano gli Stati Uniti. Rimanere isolati per almeno sette settimane senza familiari o ospiti — dall’inizio del training camp fino al termine del primo turno di playoff — ha portato diversi giocatori a esprimere i propri dubbi sulla necessità di volare a Orlando, specialmente per quelli che non fanno parte di squadre che puntano al titolo. La NBA e la NBPA hanno raggiunto un accordo per il quale chi vorrà rimanere fuori da Orlando non verrà punito, ma non verrà neanche pagato per le ultime otto partite di regular season che si disputerebbero a inizio agosto, tolti quelli che per problemi medici verrebbero inseriti nelle categorie ad alto rischio (per determinare quali siano, i giocatori cercheranno un giudizio medico indipendente e non quello delle squadre). Insomma, l’annuncio del ritorno della stagione è stato solo un primo passo di un percorso ancora lungo — ma il protocollo sanitario e di sicurezza definitivo dovrebbe arrivare entro questa settimana, secondo quanto scritto da ESPN.