
NBA, il protocollo medico previsto per la ripartenza: come funzionerà?
La NBA si prepara a tornare in campo il prossimo 31 luglio, a 141 giorni di distanza dall’ultima gara dello scorso 11 marzo: un lungo stop durante il quale organizzare un ritorno in campo in sicurezza. Restano tanti gli interrogativi che il commissioner Adam Silver scioglierà la settimana prossima, mentre queste sono alcune risposte su come potrebbe funzionare il protocollo medico all’interno della bolla di Orlando

Partiamo dalla fine: dall’annuncio della ripresa della stagione NBA dopo il voto dei proprietari, con cui la lega ha sottolineato come si stia lavorando con specialisti, esperti di salute pubblica e altre figure istituzionali per “prevenire e mitigare i rischi rispetto alla diffusione del Covid-19”. La notizia è che la prossima settimana verrà reso noto il piano ufficiale da Adam Silver

COME LA NBA HA DECISO DI RIPARTIRE? | Un passaggio cruciale è stata la decisione di cambiare quella che appariva come una posizione non derogabile: la NBA infatti ha deciso di fermare tutto alla prima positività - quella di Rudy Gobert dello scorso 11 marzo - convinta del fatto che, fino a quando non si sarebbe arrivati a una situazione “Covid free”, il ritorno in campo non sarebbe stato possibile

COSA È CAMBIATO? | Certamente l’impatto economico dello stop ha pesato, ma a esso si sono aggiunte le mutate condizioni rispetto a marzo. Da qualche settimana negli USA è cambiato il protocollo, prevedendo una sensibile riduzione del numero di tamponi da effettuare e “liberandone” così per i privati - come la NBA - che avranno bisogno di molti test per tornare sul parquet in sicurezza

QUANTE PERSONE SONO AMMESSE PER OGNI SQUADRA? | Saranno 35 al massimo i componenti di ogni franchigia - compresi i giocatori del roster - che partiranno con ogni squadra per Orlando. Stando alle valutazioni fatte dai coach infatti, il numero minimo di persone da coinvolgere per far funzionare un training camp è di 28, a cui poi sono stati aggiunti altri posti come margine da poter sfruttare

QUANTO SPESSO VERRANNO TESTATI I GIOCATORI? | Non è ancora chiaro quale sarà la tipologia di test effettuati, ma il monitoraggio richiesto dagli esperti è su base giornaliera: i giocatori hanno fatto presente che il tampone nasale è una procedura particolarmente fastidio e da evitare, soprattutto se portata avanti con una cadenza così serrata

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE | Il tutto ovviamente verrà inserito in un contesto in cui si applicherà in maniera più rigorosa possibile il distanziamento social, il controllo costante della temperatura, l’utilizzo delle mascherine e la continua sanificazione degli ambienti e delle attrezzature

COME COMPORTARSI CON I SOGGETTI A RISCHIO? | Silver e la NBA avevano pensato di tenere lontani dalle panchine gli allenatori più avanti con gli anni - la fascia teoricamente maggiormente a rischio in caso di contagio. Una soluzione - ancora non ufficiale - che non è piaciuta per niente ai diretti interessati, tanto da portare il commissioner a un dietrofront
LA POLEMICA CON GLI ALLENATORI OVER-65
COSA SUCCEDE SE UN GIOCATORE RISULTA POSITIVO? | Questo il passaggio più delicato del protocollo, a cui ancora non è stata data risposta ufficiale. L’obiettivo è quello di non fermarsi, ma di creare una struttura in grado di isolare e monitorare il contagio dal resto del gruppo. Qualora il contagio si diffonda a diversi componenti della squadra si potrebbe essere costretti a rivalutare il sistema

SARANNO AMMESSI I FAMILIARI ALL’INTERNO DELLA BOLLA? | Questo è un altro dei punti principali del confronto tra associazione giocatori e lega, visto che gli atleti non vogliono restare per tre mesi lontano dai propri cari. Si sta discutendo di un graduale accesso alla zona protetta da parte di alcuni familiari, ma all’inizio certamente resteranno fuori

GLI ADDETTI POSSONO ENTRARE E USCIRE DALLA BOLLA DI ORLANDO? | Saranno contingentati gli accessi dall’esterno al minimo indispensabile: si potrà frequentare l’ambiente attorno all’hotel per mangiare e per avere un po’ di svago (ad esempio sui campi da golf), ma in generale la bolla resterà “sigillata” rispetto all’esterno

COSA SUCCEDE IN CASO DI INFORTUNIO? | I giocatori potranno ovviamente abbandonare la zona controllata per sottoporsi a esami medici e controlli, ma bisognerà poi stabilire un protocollo di "filtraggio" rispetto a un eventuale rientro all'interno della bolla - che non avverrà in automatico, ma soltanto dopo aver risposto a determinati controlli

I COMPONENTI DEGLI ORLANDO MAGIC STARANNO NELLA BOLLA? | Certo, come tutte le altre 21 squadre che prenderanno parte alla fase finale della stagione. Sembrerà assurdo andare ad abitare a pochi chilometri da casa propria, ma anche loro saranno sigillati all’interno come tutti gli altri giocatori

COSA SUCCEDE AI GIOCATORI CHE NON VOGLIONO SCENDERE IN CAMPO? | La NBA non può obbligare nessuno a giocare, ma la speranza della lega è che aver garantito a tutti l’opportunità di conquistare i playoff sia uno stimolo sportivo sufficiente per andare oltre le reticenze e la paura. Non è chiaro cosa accadrà allo stipendio del giocatore qualora si rifiuti di scendere in campo
LE PAROLE DI LILLARD RIGUARDO LA RIPARTENZA NBA