NBA, Over 65: Orlando (e il futuro in panchina) a rischio per D'Antoni, Popovich e Gentry?
NBAL'associazione degli allenatori presieduta da Rick Carlisle alza la voce contro le possibili discriminazioni che le precauzioni mediche imposte per entrare nella bolla di Orlando potrebbero comportare per gli allenatori più anziani. "A rischio anche la loro capacità di trovare opportunità di lavoro in futuro"
Ora che il dossier di oltre 100 pagine diramato dalla NBA ha indicato anche il protocollo medico da seguire prima di portare all’interno della bolla giocatori e staff, l’associazione degli allenatori NBA denuncia “grande preoccupazione perché a tutti i coach venga data un’opportunità di lavorare e non venga preclusa loro nessuna chance di impiego futuro. La lega — fa sapere il comunicato della National Basketball Coaches Association, che ha nell’allenatore di Dallas Rick Carlisle il proprio presidente — ci aveva assicurato che nessun coach sarebbe stato escluso [da Orlando] unicamente per un fattore anagrafico”. Invece, alla luce delle precauzioni con cui la lega vuole proteggere la bolla creata a Disney World, sembra che gli allenatori over 65 — e nella NBA attuale si tratta di Gregg Popovich (71), Mike D’Antoni (69) e Alvin Gentry (65) — possano andare incontro a una discriminazione basata sulla loro età che potrebbe minare la loro capacità di tornare regolarmente al lavoro, oltre che di ottenere futuri incarichi sulle panchine della lega. “Visto che Silver e la NBA stanno creando un ambiente super protetto, senza minacce alla salute significative pensiamo che un allenatore dovrebbe essere in grado di comprendere a assumersi i propri rischi individuali, garantire per la propria salute, e potersi sedere in panchina a Orlando”. Ogni persona chiamata a entrare nella bolla sarà chiamata a consegnare un questionario riportando eventuali condizioni mediche (asma, problemi cardiaci, grasso corporeo superiore a una determinata soglia, trattamenti anti-cancerogeni in corso o altre indicazioni di un sistema immunitario a rischio) che ovviamente sono normalmente più presenti in una persona di età avanzata. Tali questionari saranno prima valutati da un medico di fiducia della squadra, ma poi anche indipendentemente dalla NBA, che potrebbe decidere in autonomia su determinati casi. In particolare i termini “maggior rischio” e “minaccia diretta” — tra quelli utilizzati nel dossier diffuso dalla lega — sono quelli impugnati dall’associazione allenatori, che li ritiene discriminatori (e non chiari) verso alcuni dei propri assistiti. All’orizzonte potrebbe quindi annunciarsi una battaglia legale, proprio quella che lo storico agente di Mike D'Antoni Warren LaGarie vorrebbe evitare: “Spero che la soluzione tenga conto di criteri sportivi, non legali”.