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NBA, problemi con il cibo a Orlando: la lega manda uno chef a fare da consulente

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©Getty

La lega è corsa ai ripari dopo le lamentele di giocatori (e non solo) nei primi giorni di permanenza nel campus in Florida: grazie all’aiuto di Shawn Loving le cose adesso dovrebbero andare per il verso giusto

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È stato l’argomento più discusso sui social nei primi giorni di permanenza dei giocatori all’interno del Disney World Resort di Orlando: il cibo servito in quarantena, le quantità e sopratutto la scarsa varietà dei prodotti offerti. Le foto e le lamentale che si sono riversate su Twitter hanno presto raggiunto anche i vertici e i dirigenti NBA, che sono subito corsi ai ripari. Dopo le 48 ore di quarantena previste, i giocatori hanno iniziato poi a essere liberi di muoversi all’interno delle aree a loro adibite e soprattutto di approvvigionarsi in maniera autonoma. In sostanza, se hai fame non ci sono limiti. Mangi quanto vuoi. A cambiare però non sono state solo le dosi, ma anche la tipologia di cibo servito. La NBA infatti ha deciso di rivolgersi a Shawn Loving, chiamato a fare vero e proprio lavoro di consulenza in quel di Orlando per ampliare il menu. Loving è un esperto di alimentazione sportiva, capace di andare incontro anche alle esigenze di chi ha delle restrizioni dovute alla dieta. Lo chef ha lavorato negli scorsi anni per il Team USA di pallacanestro e per i Detroit Pistons. La speranza, grazie al suo lavoro, è quella di evitare altre dichiarazioni come quella (ironica) rilasciata da coach Nick Nurse: “Il cibo è stato davvero un grande aiuto per me, visto che volevo da tempo perdere un paio di chili. Grazie a quello che c’è stato servito nei primi giorni, sono riuscito facilmente a raggiungere l’obiettivo”.