Il n°23 dei Lakers, inizialmente uno dei più critici verso il ritorno in campo alla luce degli eventi di Kenosha, insieme al presidente dell'associazione giocatori Chris Paul ha sentito il parere dell'ex presidente USA. Che ha spinto verso il ritorno in campo, ma non senza lasciare preziosi consigli di strategia politica
Finora si sapeva delle tensioni nel primo meeting tra i giocatori, si conosceva la posizione di LeBron James e di tutti i Lakers (ma anche dell’altra squadra di L.A., i Clippers) contraria alla ripartenza della stagione e si era parlato di un suo repentino (quanto infastidito) abbandono della riunione “per dormirci su e pensarci meglio”. Ora però emerge che a portare consiglio al n°23 dei Lakers — e a quel fronte di giocatori incerti sul da farsi alla luce degli eventi di Kenosha — oltre al sonno ci ha pensato il 44° presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama. L’ex inquilino della Casa Bianca è stato cercato telefonicamente proprio da James e da Chris Paul (presidente dell’associazione giocatori) per avere un parere illustre sulla miglior decisione da adottare. Obama — da sempre grande appassionato NBA e personalmente vicino a più di un giocatore nella lega — avrebbe consigliato le due superstar NBA di ritornare a giocare e di approfittare dell’attenzione mediatica ottenuta con il momentaneo stop ai playoff per lavorare con i proprietari delle 30 franchigie, per identificare e mettere a calendario alcune azioni concrete capaci di portare cambiamenti positivi alla società americana.
“Da sempre grande tifoso, il presidente Obama parla regolarmente con alcuni giocatori e dirigenti della lega. Di fronte a tale richiesta è stato più che felice — si legge nel comunicato ufficiale diramato dal suo ufficio stampa — di fornire alcuni consigli a un ristretto numero di giocatori che volevano approfittare di avere a disposizione una piattaforma per massimizzare l’impatto del loro sciopero — un atto di coraggio e di grande ispirazione — in seguito al caso di Jacob Blake. Si sono così messi d’accordo nell’istituire un comitato per la giustizia sociale che possa assicurare che le azioni di queste settimane si tramutino nel lungo periodo in una significativa riforma del sistema giudiziario e della polizia”.