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NBA, Lakers ko "in trasferta": colpa dei 1.600 metri di altitudine di Denver?

NBA
©Getty

Si è giocato, come al solito, a Orlando, nel campus NBA all'interno del Walt Disney World Resort. Ma essendo la prima partita della serie disputata formalmente in trasferta dai gialloviola (dopo i successi di gara-1 e gara-2), anche coach Vogel nel prepartita aveva scherzato sulle insidie dei 1.600 metri di Denver. E non è stato il solo 

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Lakers testa di serie n°1 a Ovest, Nuggets n°3. E allora — per quel che vale, in una edizione dei playoff disputata in campo neutro — fattore campo (inesistente) a favore dei gialloviola. Che vincono le prime due partite della serie, quelle che normalmente avrebbero disputato sul parquet dello Staples Center, e perdono invece gara-3, la prima che si sarebbe disputata al Pepsi Center. A Denver, “the mile high city”. A oltre 1.600 metri cioè sul livello del mare. Una caratteristica — quella della città del Colorado — che normalmente dà qualche vantaggio ai Nuggets, abituati a giocare in altura e pronti ad approfittare del fiato corto degli avversari nei finali di partita. Così, prima del via di gara-3, è stato proprio l’allenatore dei Lakers Frank Vogel a scherzare sul pericolo (mancato) per i suoi, impegnati invece nella bolla di Orlando: “Mi sono raccomandato coi miei giocatori perché arrivino preparati a giocare nonostante il fattore altitudine: bisogna senza dubbio metterlo in conto”, ha dichiarato col sorriso il coach gialloviola.

E come lui sono stati tanti, in Rete, ad attribuire scherzosamente ai 1.600 metri di una Denver lontanissima dalla Florida poteri magici capace di guidare il risultato di gara-3: “L’altitudine li sta ammazzando”, “Un ko in gara-3 era da mettere in conto, a quota 1.600 metri”, “I Lakers chiaramente non si sono ancora adattati all’area rarefatta di Denver”. Chissà se ce la faranno per gara-4.

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