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Draft NBA, Isaac Okoro: il miglior difensore a disposizione, ma il tiro dall’arco?

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Stefano Salerno

©Getty
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Una delle migliori ali presenti al prossimo Draft: atleta esplosivo e forte, eccellente a protezione del ferro, ma ancora immaturo nella gestione offensiva del gioco. Secondo alcuni è un giovane Andre Iguodala, ma per diventare completo dovrà imparare a punire lo spazio che gli concederanno le difese avversarie

Una delle osservazioni più ricorrenti riportate dai cronisti a seguito della vittoria dei Lakers nella bolla di Orlando è la rivalutazione (non che ce ne fosse bisogno, in realtà) di una particolare tipologia di giocatore: esterni rapidi, fisici, pericolosi dal perimetro e duttili in difesa. Vincere in NBA, soprattutto ai playoff, vuol dire potersi permettere il lusso di schiarare atleti che all’occorrenza marcano la point guard o il lungo avversario. Isaac Okoro, tra i talenti chiacchierati e indicati come possibili scelte da Lottery, è tra quelli che rispondo più fedelmente a questa descrizione, nonostante soprattutto con i piedi oltre l’arco ci sia ancora molto da lavorare (tira poco e male dalla lunga distanza). Il giocatore di Alburn è diventato da subito un riferimento della sua squadra, combinazione ideale di forza, esplosività e atletismo. Un amante della pallacanestro, che lavora duro in palestra e che mantiene già delle forti connection con il mondo NBA, a partire da Jaylen Brown - entrambi originari della Georgia e con cui ha spesso condiviso il lavoro in palestra. Kawhi Leonard e Andre Iguodala i riferimenti del 19enne che la scorsa stagione ha mostrato la forza necessaria per chiudere con ottime percentuali al ferro, che gli hanno permesso di mettere a referto oltre 12 punti di media. Studia dagli MVP delle NBA Finals, consapevole che le sue doti potrebbero far comodo a tutte quelle franchigie che cercano un titolare solido al quale affidarsi. La strada da percorre, soprattutto a livello offensivo, non è poca, ma Okoro appare già come uno dei giocatori di maggior prospettiva e impatto in questo Draft.

Punti di forza: versatile, atletico, intelligente e conoscitore del gioco

Che Okoro è un difensore eccellente lo abbiamo già detto? Sì? Ok. Versatile, può marcare più ruoli senza grossi problemi, scalando all’occorrenza sulla point guard avversaria - un lusso non da poco in NBA, vista la qualità di tante squadre in quella posizione. È uno di quei cagnacci che possono fare la differenza, che lotta sui blocchi, che non lascia respirare l’avversario sia lontano dal pallone, sia nel tenere lo scivolamento. Non ha paura, prende sfondamenti e ha un’ottima verticalità quando si tratta di contestare conclusioni al ferro. Merito delle eccezionali doti fisiche: alto, con le braccia lunghe, sempre pronto a giocare sulle palle vaganti, forte a rimbalzo. Nella propria metà campo, il giocatore più completo a disposizione al Draft. A questo aggiunge anche un’ottima conoscenza del gioco, capace di muovere il pallone e di trovare tiratori e opportunità sul lato debole. Non è ossessionato dal canestro, non forza il tiro, ha una buona produzione anche sul pick&roll e soprattutto è un realizzatore credibile al ferro. La maggior parte dei suoi punti sono arrivati in penetrazione, mantenendo una percentuale di conversione superiore al 60%. Tutto perfetto, se non fosse che le difese NBA, soprattutto all’inizio, scommetteranno contro di lui in attacco.

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I possibili punti deboli: il tiro dall’arco tutto da costruire e l’incapacità di creare dal palleggio

Andre Iguodala è diventato con il tempo un MVP delle NBA Finals, l’ago della bilancia all’interno di un gruppo di campioni. Il giocatore che ha fatto la differenza per anni in casa Warriors. Per riuscirci però ha dovuto faticosamente costruire un tiro credibile dall’arco, diventato all’occorrenza un’arma alla quale ricorrere durante le sfide playoff più complicate affrontate da Golden State. Non è un percorso semplice e Okoro dovrà seguire quella strada: le difese gli lasciano spazio, ma lui non è in grado di punire quella scelta. La meccanica di tiro è lenta, tutt’altro che perfetta, così come la percentuale ai liberi (il 67%) che è un altro indicatore da tenere in conto. Gli staff tecnici NBA hanno già fatto miracoli in passato, con giocatori anche più negati di lui. Farlo scendere troppo in basso al Draft a causa di questo potrebbe essere un errore di cui pentirsi, nonostante Okoro difficilmente riuscirà a garantire nel corso della sua carriera la capacità di costruire gioco: non è un trattatore di palla, né uno di quelli che può costruirsi il tiro da solo. Basterà però inserirlo nel contesto giusto, nascondere qua e là qualche difetto e permettergli così di avere da subito una resa convincente anche a livello NBA.

ATHENS, GA - FEBRUARY 19: Anthony Edwards #5 of the Georgia Bulldogs gestures to the crowd in the final minutes of a game against the Auburn Tigers at Stegeman Coliseum on February 19, 2020 in Athens, Georgia. (Photo by Carmen Mandato/Getty Images)

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