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Mercato NBA, ecco la data: si comincia dal 20 novembre, salary cap a 109 milioni

MERCATO NBA
©Getty

Dopo una lunga attesa, la NBA e l’associazione giocatori hanno ufficializzato i parametri con cui si disputerà la stagione 2020-21. Confermato l’inizio del 22 dicembre con regular season da 72 partite, il mercato dei free agent si aprirà alla mezzanotte italiana tra il 20 e il 21 novembre. Il salary cap rimarrà fisso a 109 milioni, sconto sulla luxury tax

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Se la data più importante — quella dell’effettivo ritorno in campo — era già stata trovata da qualche giorno, c’erano numerosi altri dettagli da dover risolvere tra la NBA e l’associazione giocatori per dare ufficialmente il via alla stagione 2020-21. Ora ci sono anche quelli: le due parti hanno confermato che la prossima annata comincerà martedì 22 dicembre con una regular season da 72 partite (il calendario verrà annunciato successivamente), ma soprattutto hanno definito le date del mercato. Tutto si svolgerà nella prossima settimana: tra il 16 e il 17 novembre (la data non è ancora ufficiale) verrà permesso alle squadre di effettuare gli scambi e i giocatori potranno esercitare le opzioni a loro favore; il 18 novembre si terrà il Draft (da seguire in diretta su Sky Sport e il giorno dopo con commento in italiano); quindi alla mezzanotte tra il 20 e il 21 novembre si darà il via alle danze con gli accordi per i free agent, che potranno poi essere ratificati ufficialmente da lunedì 22 novembre. L’inizio dei training camp è fissato all’1 dicembre, tre settimane prima dell’inizio della stagione.

Salary cap tenuto "artificialmente" a 109 milioni

Un altro dato fondamentale per poter operare sul mercato è quello del salary cap, cioè i soldi a disposizione delle squadre per poter mettere sotto contratto i giocatori. Un numero legato a doppio filo con quello degli introiti totali della lega nel suo complesso (il cosiddetto BRI, acronimo di Basketball Related Income) e che, complice la pandemia e i mancati incassi dai biglietti non venduti, è crollato nella stagione 2019-20. La lega e l’associazione giocatori hanno deciso però di tenere “artificialmente” alto il salary cap, così da non gravare troppo sulle tasche dei free agent di quest’anno (che altrimenti avrebbero guadagnato enormemente meno) e su quelle dei proprietari (con parametri totalmente diversi da quelli attesi, specialmente in termini di luxury tax, impattando l'equilibrio competitivo). Di fatto verrà replicato il salary cap della passata stagione, tenendolo quindi a 109 milioni di dollari (per l’esattezza 109.140.000$) con la soglia della luxury tax confermata a 132 milioni (più precisamente 132.627.000%). Per le successive annate l’aumento di entrambe le soglie sarà da un minimo del 3% a un massimo del 10%, in base alle entrate della lega.

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Le due novità: trattenute fino al 20% per tre anni, sconto sulla luxury tax

Le novità sono principalmente due: la trattenuta (“escrow”) sugli stipendi dei giocatori, normalmente nell’ordine del 10%, potrà essere estesa fino a un massimo del 20% per questa stagione e le successive due, quindi fino al 2023; la seconda è che il conto della luxury tax verrà ridotto di una percentuale proporzionale ai mancati introiti della NBA nel BRI. Per fare un esempio concreto: se gli introiti complessivi della stagione calassero da 8.45 miliardi (l’attuale proiezione) a 5.9 miliardi, con un calo del 30%, anche la luxury tax che dovrebbero pagare i Golden State Warriors (attualmente a quota 60 milioni) scenderebbe del 30%, quindi da 42 milioni. Di fatto ci sarà uno sconto sulla tassa di lusso da pagare, che potrebbe aiutare contender dal monte salari molto alto come Warriors, Brooklyn Nets, Boston Celtics, Philadelphia 76ers e potenzialmente i Milwaukee Bucks.

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