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NBA, le misure anti-Covid: no a bar, club e assembramenti, ristoranti solo se approvati

NBA
©Getty

In un memo di 158 pagine, la lega ha comunicato alle 30 squadre le nuove disposizioni a cui giocatori e staff dovranno attenersi al via della nuova stagione, sia quando sono nelle città di appartenenza, sia quando sono in trasferta. E per chi trasgredisce multe, sospensioni, perdite di scelte future fino all'ipotesi di sconfitte a tavolino

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Un altro memo inviato dalla lega alle 30 franchigie, stavolta di 158 pagine, mette in chiaro come la NBA intenda affrontare la pandemia in atto — cercando di minimizzarne l’impatto — in una situazione non più di bolla (come successo invece a Orlando per completare la scorsa stagione). Quest’anno le squadre giocheranno nella propria città (anche se non davanti al loro pubblico) e viaggeranno come da abitudine per affrontare le trasferte, ma le similitudini con una apparente normalità si può dire finiscano qui. Secondo quanto riportato da ESPN, infatti, ai giocatori viene fatto divieto — quando si trovano nella propria città (ovvero “in casa”) — di frequentare bar, club, concerti, palestre pubbliche, piscine o centri di benessere e in generale di evitare assembramenti (il limite massimo è di 15 persone); in trasferta, invece, a giocatori e staff viene concesso di lasciare l’hotel per andare a cenare fuori ma solo in ristoranti approvati preventivamente dalla NBA (si parla di un accordo che metta a disposizione almeno 3 ristoranti per città) e che possano offrire sale riservate completamente igienizzate preventivamente. Un regolamento rigido che impone non pochi sacrifici ai giocatori, e comportamenti ovviamente diversi da quelli normali: per questo, insieme alle indicazioni, la lega nel documento in questione accenna anche a una serie di “punizioni” per chi non dovesse rispettare le regole stabilite — e la posizione NBA non è certo morbida.

Cosa rischiano i giocatori che non rispettano le regole

Multe, sospensioni, la perdita di scelte future al Draft fino addirittura a imporre sconfitte a tavolino a una squadra i cui giocatori non rispettino le indicazioni sono tutte modalità che la lega non esclude nel tentativo di ottenere la giusta collaborazione da giocatori e staff delle singole franchigie. Sempre nel memo fatto arrivare nelle 30 sedi delle squadre si leggerebbe anche la possibilità, da parte dell lega, di condurre sopralluoghi improvvisati all’interno dei centri di allenamento di ogni franchigia per verificare l’effettiva conformità ai protocolli imposti.

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L'opportunità di un vaccino

Un altro tema toccato dal memo NBA in ottica prevenzione attesta la volontà da parte della lega di testare i propri giocatori (e gli interi staff) due volte alla settimana, in attesa che possa rendersi disponibile un vaccino (approvato dalla Federal Drug Administration, garante per la sicurezza e per l'efficacia medica dello stesso). In questo caso, un esperto NBA discuterà proprio con la FDA la possibilità per il personale della lega - giocatori e staff - di ricevere tale vaccino, e le addizionali misure di protezione per chi scegliesse comunque di non vaccinarsi.