Coronavirus in NBA, l’annuncio dopo i primi esami: 48 giocatori positivi al COVID
coronavirusA seguito dei controlli effettuati nella settimana precedente all’inizio dei training camp, su circa 550 giocatori testati ben 48 sono stati messi in quarantena e allontani dalle strutture d’allenamento delle franchigie: una situazione giudicata fisiologica dalla lega, che confida nel funzionamento del protocollo
Il contagio da COVID-19 e la pandemia che sta martoriando il mondo intero non è sotto controllo. La situazione è ancora molto complicata e negli Stati Uniti - così come in Europa - la terza ondata sembra essere già arrivata, con gli ospedali che tornano ancora una volta a riempirsi e i dati dei tamponi positivi che salgono in maniera vertiginosa. Era dunque normale attendersi che anche i giocatori NBA non facessero eccezione - rientrati da pochi giorni nei propri “mercati” di riferimento (la città dove gioca la propria franchigia) dopo le vacanze e, in quasi il 9% dei casi, risultati positivi ai test per rilevare la presenza di Covid-19. Sono 48 i giocatori costretti da subito a fermarsi su 546 testati: un dato importante, che sottolinea ancora una volta il peso che avranno le bolle e l’isolamento al quale gli atleti verranno sottoposti nei prossimi mesi, con tamponi quotidiani e contatti con l’esterno ridotti al minimo. Questi sono i risultati dei controlli effettuati tra il 24 e il 30 novembre, almeno 12 giorni prima dell’avvio della preseason e periodo minimo previsto dal protocollo NBA prima di ritornare in campo. Il vaccino ormai è alle porte, ma questa fase resta ancora molto delicata: lo sanno le squadre e i giocatori, che si rendono conto di quanto sia difficile immaginare il futuro in una stagione dalle premesse così incerte.