
NBA, risultati della notte: vincono Gallinari e Melli, Philadelphia e Boston a valanga
Gallinari parte in quintetto e segna 20 punti nel quinto successo consecutivo di Atlanta, mentre Melli partecipa al largo successo di New Orleans ai danni dei Clippers. Tutto facile per Philadelphia contro San Antonio e per Boston su Houston (16^ sconfitta consecutiva), Minnesota sorprende Portland con un super Anthony Edwards. Successi per Chicago e Miami, OKC rimonta Memphis, nell’NBA Sundays Golden State festeggia il compleanno di Steph Curry battendo Utah

ATLANTA HAWKS-CLEVELAND CAVALIERS 100-82 | Quinta vittoria consecutiva per Atlanta, che non ha ancora perso da quando Nate McMillan è stato promosso a capo-allenatore ad interim. L’avversario non certamente dei più pericolosi, visto che Cleveland ha perso tre partite in fila, ma gli Hawks non vincevano cinque partite consecutive da ben quattro anni, imparando a chiudere i conti nel finale grazie a un ultimo quarto da 31-16
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Protagonista del parziale decisivo è stato anche Danilo Gallinari, partito titolare al posto di Clint Capela tenuto a riposo. L’azzurro ha chiuso con 20 punti, secondo miglior realizzatore alle spalle di John Collins con 22+13, firmando la tripla del +11 (prima doppia cifra di vantaggio del match) in una serata da 5/12 al tiro (3 triple a segno) e 5 rimbalzi in 28 minuti di gioco. Sorprendente l’apporto del two-way Nathan Knight (16+9 in 23 minuti), ai Cavs non sono serviti i 15 di Collin Sexton in una serata da 38% al tiro di squadra
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NEW ORLEANS PELICANS-L.A. CLIPPERS 135-115 | Il successo più roboante della notte è certamente quello dei Pelicans, che dopo aver vinto di 33 contro Cleveland ne rifilano altri 20 nientemeno che ai Clippers. Merito sopratutto di uno Zion Williamson semplicemente inarrestabile, autore di 27 punti con 13/16 al tiro e 5 assist insieme ai 23 di Brandon Ingram e i 20 con 8 rimbalzi, 5 assist e 5 triple di Lonzo Ball
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I Pelicans hanno attaccato i Clippers fisicamente fin dal primo minuto, chiudendo con un vantaggio gigantesco nei punti in area (72-40) e firmando la miglior prestazione al tiro di tutta la NBA in questa stagione (65.4%, 53/81). I due punti più belli della serata portano la firma di un Jaxson Hayes da 17 punti con 6/6 al tiro, decollando sopra Reggie Jackson per una schiacciata spettacolare. “Bella, sì, diciamo top-3 da quando gioco” ha però detto lui senza grande entusiasmo
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Qualche minuto in campo anche per Nicolò Melli, autore di 2 punti, 3 rimbalzi e 2 assist nei 7 minuti concessi da coach Van Gundy con 1/4 al tiro. Nelle ore precedenti alla partita l’azzurro aveva condiviso sui social la notizia di essersi sottoposto al vaccino anti-Covid, come hanno confermato poi altri suoi compagni di squadra come Kira Lewis Jr., Hayes Sindarius Thornwell
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Difficile spiegare invece la prestazione dei Clippers, che pur essendo privi di Patrick Beverley non hanno grandi giustificazioni per un ko così pesante. Anche Kawhi Leonard, miglior realizzatore dei suoi con 23 punti, è sembrato interdetto: “Se vuoi avere la possibilità di vincere, devi essere continuo. Le ultime prestazioni sono molto preoccupanti”. “Sono stati più fisici e più duri di noi, sono partiti forte e da lì in poi è stata una partita facile” l’analisi di coach Lue

PHILADELPHIA 76ERS-SAN ANTONIO SPURS 134-99 | La nave di San Antonio imbarca acqua nel terzo quarto e cola a picco contro i Sixers (46-21 il parziale), pur privi di Joel Embiid ma con il ritorno in quintetto di Ben Simmons: per lui 14 punti, 9 assist e i complimenti di coach Popovich: “È già un giocatore d’élite di questa lega, chi se ne frega se non sa tirare da fuori”. La panchina di Philadelphia — guidata dai 17 di Furkan Korkmaz — segna 56 punti, mentre tra i titolari i migliori sono Tobias Harris e Seth Curry, che chiude con 21 punti
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È però Tobias Harris il miglior marcatore dell’incontro con 23 punti, in una gara che lo vede non andare neppure così lontano da una specialità della casa del suo compagno Simmons, la tripla doppia. Per il n°12 dei Sixers infatti ci sono a referto anche 9 rimbalzi e 7 assist (più 2 recuperi) in una serata da 10/18 al tiro che fa felice gli oltre 3.000 spettatori tornati per la prima volta in stagione al Wells Fargo Center. In casa Spurs 17 punti a testa per Derrick White e Drew Eubanks

HOUSTON ROCKETS-BOSTON CELTICS 107-134 | Boston va all’intervallo già sopra di 13 punti e poi spacca la partita in due nel terzo quarto, vinto 38-19. Brad Stevens allora dà spazio alla sua panchina, che alla fine fa segnare 63 punti complessivi mandando a referto con punti ben 9 elementi (tutti tranne Jevonte Green, a secco nei suoi 7 minuti). Boston domina ogni statistica, infliggendo a Houston il ko consecutivo n°16 di una stagione disastrosa: i Celtics tirano il 55.4% dal campo e il 48.6% da tre stravincendo anche la battaglia a rimbalzo (55-37)
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Dalla solita coppia Jaylen Brown-Jayson Tatum arrivano le note più liete della vittoria dei Celtics. Il n°7 mette a referto 24 punti in 27 minuti con un ottimo 9/14 al tiro, mentre il n°0 bianconere gli risponde con 23, 6 assist e 6 rimbalzi e 9/17 al tiro. In casa Boston ce ne sono 16 a testa anche da parte di Kemba Walker e Robert Williams III, a Houston si mette in mostra Victor Oladipo, autore di 26 punti al suo ritorno in campo (bene anche Kenyon Martin Jr. dalla panchina con 21)

MINNESOTA TIMBERWOLVES-PORTLAND TRAIL BLAZERS 114-112 | Dopo la sconfitta di due giorni fa, i Timberwolves si prendono la rivincita sui Blazers al termine di una gara tiratissima, decisa solo nel finale con otto tiri liberi a segno di Ricky Rubio (15 punti alla fine) in una serata in cui i padroni di casa ne hanno tirati ben 39. Coach Chris Finch ha vinto così la sua seconda partita sulla panchina di Minnesota, anche in una serata con Karl-Anthony Towns da 13 punti, 8 rimbalzi e 8 assist con 7 palle perse
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Il protagonista della sfida è stato però il rookie Anthony Edwards, che dopo aver fatto preoccupare tutti per uno scontro in aria con Enes Kanter, è tornato in campo segnando 13 punti nel solo ultimo quarto, tra cui una roboante schiacciata per il +10 dei suoi a 4 minuti dalla fine. La prima scelta assoluta al Draft ha chiuso la sua miglior prestazione in carriera con 34 punti e 6 triple a segno — magari in risposta all’assente CJ McCollum, che lo scorso novembre lo aveva preso in giro dicendo di lavorare sul suo jumper
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Edwards infatti aveva avuto l’ardire di sostenere di essere un rapper migliore di Damian Lillard, anche se la stella dei Blazers ha preferito far parlare il campo. Nonostante la sconfitta, il leader dei Blazers ha chiuso con 38 punti (12/21 al tiro e 6/13 da tre) con 7 rimbalzi e 4 assist, seguito dai 21 di Gary Trent Jr. e i 19 di Robert Covington. I 29 falli commessi di squadra — molti dei quali contestati anche dallo stesso Lillard dopo la partita — hanno finito per fare la differenza
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CHICAGO BULLS-TORONTO RAPTORS 118-95 | Per una volta che Zach LaVine (15 punti) non è il miglior marcatore dei Bulls, Chicago trova il massimo in carriera del suo rookie Patrick Williams e una panchina capace di mandare ben 4 giocatori in doppia cifra e produrre 47 punti complessivamente. Williams è però il protagonista di una gara chiusa con 23 punti frutto di un ottimo 9/14 al tiro, nella quale coach Donovan ha cambiato per due quinti il suo quintetto base, escludendo Coby White and Wendell Carter a favore dei più esperti Tomas Satoransky e Thaddeus Young
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Il migliore dei canadesi è un Norman Powell ancora una volta superlativo: l’ex prodotto di UCLA (che viaggia oltre i 18 a sera in stagione) esplode per 32 punti ma non riesce ad evitare il quinto ko consecutivo per i suoi Raptors, ancora rimaneggiati e alle prese con 5 assenze a roster. A queste si aggiunge quella di Kyle Lowry, autore sì di 20 punti e 8 assist ma espulso nel finale a dimostrare tutta la sua frustrazione in un momento non certo facile per Toronto

ORLANDO MAGIC-MIAMI HEAT 97-102 | Non si ferma la rincorsa dei vice-campioni in carica, arrivati al decimo successo nelle ultime 11 partite (nonché il quarto in fila). Merito del solito Jimmy Butler, capace di rubare il pallone sulla rimessa del possibile pareggio per depositare i punti numero 28 e 29 della sua partita, a cui ha aggiunto 7 rimbalzi, 9 assist e 5 recuperi. “Ha quella rapidità da gatto che non si può insegnare” ha detto coach Spoelstra, che ha avuto anche 22 punti e 8 rimbalzi da Tyler Herro (10 nel periodo finale)
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Ai Magic, arrivati all’ultimo quarto avanti di 4 lunghezze, non sono bastati i 31 punti di Terrence Ross e i 38 di Nikola Vucevic, di cui 17 nel solo terzo quarto. Per Orlando si tratta dell’ottava sconfitta consecutiva, con l’ultimo successo che risale al 21 febbraio scorso pagando a caro prezzo le 23 palle perse di squadra e i cinque tiri sbagliati per aprire il quarto periodo

OKLAHOMA CITY THUNDER-MEMPHIS GRIZZLIES 128-122 | Successo dei Thunder che in doppia cifra di svantaggio nell’ultimo quarto ribaltano la gara grazie a un 38-22 di parziale che non lascia scampo ai Grizzlies, intermittenti in una corsa playoff in cui a poco servono i 22 punti e 7 assist di Ja Morant - miglior realizzatore per Memphis che manda in doppia cifra sette giocatori. OKC invece riscatta a meno di 24 ore di distanza la sconfitta subita contro i Knicks
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Il protagonista è il rientrante Shai Gilgeous-Alexander, autore di 30 punti con 8/17 dal campo, 4 triple a bersaglio e 10 pesantissimi liberi convertiti a cronometro fermo. A dargli una mano ci pensa Aleksej Pokusevski da 23 punti - nuovo massimo in carriera e giocatore più giovane nella storia dei Supersonics/Thunder a mettere a referto una gara con almeno 20 punti, scavalcando Kevin Durant e promettendo di fare grandi cose anche in futuro
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GOLDEN STATE WARRIORS-UTAH JAZZ 131-119 | Vittoria meritata per gli Warriors che festeggiano il 33° compleanno di Steph Curry (32 punti per lui con 6 triple) interrompendo la striscia di 4 ko con un successo contro Utah. Draymond Green chiude in tripla doppia (25-1 il record Golden State quando ne mette a referto una), mentre i Jazz non vanno oltre i 24 punti e ben 27 rimbalzi - record di franchigia eguagliato - di Rudy Gobert
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Sono 26 le triple doppie in carriera di Draymond Green, che dopo essersi lamentato per i tre tamponi a cui gli Warriors si sono dovuti sottoporre nella giornata di ieri (tra cui l’ultimo tra le 22 e le 23) ha realizzato 11 punti, 12 rimbalzi e 12 assist, aiutando i suoi a interrompere la peggior striscia di sconfitte stagionale. “Ora quello che conta è come ne usciamo: questo potrebbe essere un momento di svolta” ha detto dopo la gara
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Steph Curry mette 14 dei suoi 32 punti nel primo quarto (con 3/4 dall’arco), guidando il primo strappo dei suoi Warriors che sono avanti di 11 dopo i primi dodici minuti. Altri 10 li aggiunge nel quarto periodo, quando si decide la gara contro la squadra con il miglior record NBA. Si chiama leadership, in una serata da 6/9 dall’arco che lo vede anche capace di distribuire 9 assist e catturare 5 rimbalzi
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Questa la situazione in classifica nelle due conference dopo le partite della notte