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NBA, infortunio LeBron James: il precedente che fa ben sperare i Lakers

IL CONFRONTO
©Getty

Durante le Finals NBA del 2018, proprio contro i Cavaliers di James, Klay Thompson subì una distorsione del genere (nella parte alta, tra tibia e perone), in cui gli esami ai raggi X diedero esito negativo e che permise al giocatore degli Warriors di tornare in campo… dopo 2 giorni! Ai Lakers non forzeranno la mano, ma il precedente riporta in parte il buonumore ai campioni NBA in carica

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Le distorsioni alla caviglia per LeBron James non sono mai state un grosso problema, anzi. A differenza di tanti altri colleghi, a lui spesso sono bastate fasciature, bende e una cavigliera per non perdere neanche un minuto di gioco quando in maniera fortuita ha subìto colpi alle caviglie nell’arco della sua lunghissima carriera. Un dato - uno dei tanti venuti fuori in queste ore - racconta bene la duttilità e la resistenza del suo corpo: a fronte di otto precedenti distorsioni alla caviglia (di vario genere ed entità), James ha saltato soltanto tre partite complessive in carriera a causa di questi infortuni. Un’inezia, nonostante in questo caso la dinamica del colpo subito sia diversa dal solito, come sottolineato immediatamente da Joe Vardon - giornalista di The Athletic che per molti anni ha lavorato a Cleveland al seguito di LeBron e ben conosce tutto ciò che riguarda il n°23 dei Lakers: “Cavolo, la caviglia di James si è girata dal lato sbagliato. Durante la sua carriera lo abbiamo visto molte volte giocare con fasciature di ogni tipo. Bastava risistemare la scarpa e tornava sul parquet. Questa volta è diverso”.

Il caso Klay Thompson: di nuovo in campo dopo 2 giorni

Nella diagnosi dell’infortunio alla caviglia di LeBron in molti hanno notato la parola “high” che precedeva la distorsione. Ai più attenti sarà tornato in mente un dettaglio, un particolare relativo alle Finals NBA del 2018, quando in campo c’era sempre James - con la maglia dei Cavaliers - e a marcarlo ci pensava Klay Thompson; uscito malconcio da gara-1 di quella serie proprio a causa di una distorsione indicata come “high”, ossia relativa al legamento tra tibia e perone: “I raggi sono negativi, non ci sono danni, sono felice che sia qualcosa di lieve: in gara-2 ci sarò”. Come previsto, a 48 ore di distanza, Thompson riuscì a rimettere piede in campo. Certo, le finali NBA impongono pressioni che spesso portano a forzare la mano in caso di infortuni - ogni riferimento alla rottura del tendine d’Achille di Kevin Durant durante le Finals NBA del 2019 non è puramente casuale - ma ai Lakers interessa soltanto avere dei termini di paragone per soppesare la possibile assenza di LeBron. Nella media NBA, i giocatori alle prese con una distorsione alla caviglia restano fuori per 10 gare, ma per LeBron questa potrebbe essere l’ennesima occasione per rinverdire il suo mito di longevità e recuperare in minor tempo.

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