Playoff NBA, i Clippers esorcizzano i demoni della bolla: "Quest’anno è diverso"
CLIPPERSA differenza di quanto accaduto nella bolla, gli L.A. Clippers hanno mostrato grande forza mentale nella serie contro Dallas, rimontando per due volte sotto nella serie vincendo sempre in Texas e chiudendo i conti con 20 triple a segno in gara-7. "Lo scorso anno è stato lo scorso anno, non possiamo continuare a guardarci indietro. Quella m… è passata" ha detto coach Lue, imbattuto nelle gare-7
Quando gli L.A. Clippers, dopo aver perso le prime due partite della serie in casa, sono andati sotto 30-11 all’inizio di gara-3, in molti si aspettavano che alzassero bandiera bianca. Anzi, persino internamente c’era qualcuno che lo pensava: “In quel momento eravamo a una o due giocate dall’essere battuti con un cappotto” ha ammesso Nicolas Batum. “Poi abbiamo trovato qualcosa dentro di noi in termini di resilienza e durezza mentale, come a dire: ‘Non possiamo uscire così. Siamo una buona squadra. Siamo una buona squadra e dobbiamo dimostrarlo’. E abbiamo rimontato. Dopo quella gara-3, ci siamo detti che non avremmo più perso due partite contro di loro e ci siamo riusciti. Abbiamo fatto un bel lavoro”. Una doppia rimonta che sembrava impossibile dopo le prime due gare e ancora più complicata dopo aver perso anche gara-5 in casa, facendo riemergere i fantasmi della bolla con il 3-1 di vantaggio sprecato contro Denver. “Ma lo scorso anno è lo scorso anno” ha detto coach Tyronn Lue, ancora imbattuto nelle quattro gare-7 della sua carriera (solo Red Auerbach come lui nella storia). “Ne abbiamo parlato prima ancora che cominciasse la stagione: non possiamo continuare a guardarci alle spalle a quello che è successo nella bolla. Quella m… è finita”.
La fenomenale serie di Leonard e il ritorno del supporting cast
A fare la differenza lungo tutta la serie è stato certamente Kawhi Leonard, che non solo si è preso in carico la marcatura di Luka Doncic in uno contro uno — sfiancandolo nel corso delle partite per farlo arrivare stanco negli ultimi quarti — ma è anche risultato un enigma irrisolvibile per i Mavericks, chiudendo una serie sensazionale da oltre 30 punti e oltre il 60% al tiro come solo Shaquille O’Neal nelle Finals del 2000 prima di lui. “Tutto comincia con Kawhi” ha detto Reggie Jackson, commentando la prestazione da 28 punti, 10 rimbalzi e 9 assist del due volte MVP delle FInals. “Oggi è arrivato con la mentalità di uno che non avrebbe permesso a nessun altro di prendersi questa partita. È partito forte e ha costretto gli altri a raddoppiare su di lui, cambiando le loro marcature”. A differenza di gara-6, in cui Leonard ha fatto tutto da solo segnando 45 punti di cui 12 decisivi nell’ultimo quarto senza errori dal campo, stavolta ha trovato il supporto di altri compagni di squadra come lo stesso Jackson (8 dei suoi 15 punti nell’ultimo quarto) e Marcus Morris (23 punti con 7 triple a segno, record pareggiato per una gara-7), pescando anche 24 punti importantissimi dalla panchina della coppia Terance Mann-Luke Kennard.
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In questo modo i Clippers hanno esorcizzato anche i loro demoni con le gare-7, visto che le ultime tre disputate le avevano perse con una media di 13.7 punti di scarto (il record ora è di 4-5 nella storia della franchigia). E tutto ciò resistendo anche a un Luka Doncic da 46 punti e 14 assist, che fino all’ultimo ha cercato di conquistare l’ultima vittoria in trasferta di questa serie pazza in cui la squadra di casa non aveva mai vinto prima di gara-7. “Ci hanno spinti al limite, ci hanno costretti a presentarci in assetto da guerra” ha detto Paul George, impreciso al tiro con 5/15 dal campo ma perfetto dalla lunetta con 10/10 all’interno del 24/24 di squadra, chiudendo con 22 punti e 10 assist. “Abbiamo giocato contro una grande squadra e una superstar incredibile come Luka. Ci hanno spinto, ci hanno sfidato, ma siamo rimasti assieme e abbiamo giocato l’uno per l’altro. L’anno scorso… non voglio nemmeno parlarne. Questa è una stagione del tutto diversa. Abbiamo tenuto duro, abbiamo battagliato e ci siamo presi la vittoria”. Ora bisognerà farlo di nuovo: gli Utah Jazz forti del miglior record della NBA e del fattore campo li aspettano.