NBA, la gara (e i playoff) perfetti di Khris Middleton: una superstar senza se e senza ma
NBADa quando Giannis Antetokounmpo è uscito di scena a metà di gara-4 della serie contro gli Hawks, Middleton in due partite e mezzo ha segnato 66 punti con 23/48 al tiro, 8/18 da tre punti e sbagliando uno solo dei 15 liberi tirati. In gara-6 ha firmato tutti i punti (23 nel solo terzo quarto) del parziale decisivo che ha mandato ko Atlanta. Troppo spesso all'ombra di Antetokounmpo, è il momento di celebrare il prodotto di Texas A&M. Scelto solo al secondo giro del Draft 2012
Da scelta al secondo giro (39^ assoluta al Draft 2012) a protagonista assoluto della gara decisiva per entrare trionfalmente in finale NBA. Khris Middleton - anche se oggi è un due volte All-Star NBA - magari è abituato a non avere sempre addosso i riflettori delle grande star, ma quando la magnificenza del palcoscenico o le emegerenze contingenti (vedi assenza di Giannis Antetokounmpo nelle ultime due gare) lo hanno scaraventato in prima fila, il prodotto di Texas A&M ha risposto presente nel modo più spettacolare possibile. Non sono solo i 32 punti messi a segno nella notte per trascinare i Bucks alla vittoria in gara-6 e all'eliminazione degli Hawks: occorre tornare indietro alla serie contro Brooklyn, che ha visto Milwaukee due volte sull'orlo del baratro, prima sotto 2-3 in gara-6 e poi chiamata a vincere la decisiva gara-7. Ebbene, Middleton non ha deluso: 38 punti, 10 rimbalzi e 5 assist nella sesta gara, 23 sempre con 10 rimbalzi e 6 assist nella settima. E ancora: niente Antetokounmpo in gara-5 contro Atlanta, con la serie in parità sul 2-2? Middleton mette a libri una prestazione da 26 punti, 13 rimbalzi e 8 assist, caricandosi sulle spalle i suoi Bucks e confezionando quel match point messo a frutto nella notte. Con un'altra grande, anzi immensa prestazione. Non si può definire altrimenti un terzo quarto da 23 punti (il terzo parziale con almeno 20 punti da lui messo a segno nei playoff, un record nella storia dei Bucks) durante il quale Middleton ha segnato 16 punti in fila per la sua squadra, rintuzzando il tentativo di rimonta più pericoloso degli Hawks, capaci di avere in quel momento il pallone (sprecato) del primo vantaggio nella gara.
Le parole dell'eroe di gara-6: "A spingerci una motivazione diversa"
"Pensavo soltanto a continuare a giocare: a volte il pallone entra, altre no", ha commentato laconico a partita terminata. "Per me l'importante è restare concentrato, non pensare ad altro, non all'importanza della partita o qualsiasi altra cosa. Vivere il momento, giocare possesso per possesso". Ricordandosi sempre il consiglio ricevuto da suo padre: "Memoria corta. Guarda sempre avanti, al prossimo tiro, alla prossima partita". Anche alla prossima stagione, nel caso di Middleton e dei Bucks, eliminati in maniera brutale nelle ultime due edizioni di playoff, affrontate dopo aver dominato la stagione regolare. Qualcosa però è cambiato e Middleton sa cosa: "La motivazione. Le sconfitte fanno questo: aumentano la motivazione a far meglio la volta successiva. Sono sicuro che sarà lo stesso anche per Atlanta, l'anno prossimo". Per Milwaukee, invece, non è ancora momento di parlare di futuro ma di un presente invece mai così entusiasmante, per la città, per la franchigia e per lo stesso Middleton: "Tutto quello che mi importa è vincere", risponde a chi cerca di portare ancora l'attenzione sulle sue cifre personali. "Non mi importa quanti punti segno, le statistiche alla fine si dimenticano. Pur segnando 23 punti, nel terzo quarto a un certo punto ho detto a Jrue [Holiday] che stavo facendo fatica, e che toccava a lui farsi avanti. Il nostro segreto è questo: siamo una squadra, c'è bisogno di tutti". Anche di un Middleton da 32 punti e di un terzo quarto da 23, la terza singola prestazione (per singolo periodo) negli ultimi 25 anni di playoff NBA, dietro solo ad Allen Iverson e Damian Lillard. "Bel dato, ma conta solo il fatto che abbiamo vinto".