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NBA, Los Angeles Lakers: l’esordio da incubo di Russell Westbrook con i gialloviola

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©Getty

Il n°0 dei Lakers non ha trovato ritmo nella prima gara della stagione, barcamenandosi per 17 minuti sul parquet tra tiri sbagliati (sei sui sette tentati), palle perse (sei) e l’incapacità di andare oltre un canestro in penetrazione. Non l’esordio dei sogni, nonostante fosse soltanto un’amichevole

Russell Westbrook è sceso in campo per la prima volta nella sua carriera con la maglia dei Lakers: un esordio con sconfitta in un match di preseason contro gli Warriors trascinati dai 30 punti di Steph Curry. L’ex giocatore degli Wizards è rimasto sul parquet soltanto nel primo tempo, per 17 minuti complessivi, mettendo a referto cifre rivedibili - 2 punti, 1/7 al tiro e ben 6 palle perse - e lasciando soprattutto una diffusa (e comprensibile) sensazione di spaesamento: i Lakers insomma sembravano andare da una parte e lui da un’altra. Nulla di preoccupante, anche perché il lavoro in palestra è appena iniziato, ma un segnale di cui tenere conto: amalgamarsi al fianco di Westbrook non è un processo scontato e immediato. La giocata rimasta negli occhi degli appassionati è il lob alzato per DeAndre Jordan al ferro - chiuso con una schiacciata rovesciata dall’ex centro di Brooklyn - mentre gli altri tre assist sono serviti ad armare la mano di tiratori da tre punti. Non tutto è da buttare, ma è sintomatico iniziare a carpire le tendenze: 14 minuti in campo insieme per Westbrook e James, con soli 21 punti segnati - in proiezione su 48 minuti sarebbero 72, cifra che rende bene la macchinosità di una gestione legata a un’alternanza di “questo possesso lo gioco io, al prossimo ci pensi tu”.

Il minuto da incubo nel primo quarto (in cui Westbrook ha perso 4 palloni)

A segnare la partita del n°0 dei Lakers sono stati i 60 secondi a metà primo quarto in cui, in una fase confusa di partita, Westbrook è andato letteralmente a sbattere per quattro volte in fila contro la difesa Warriors. Quattro consecutive, senza guardarsi intorno, ma continuando per la sua strada a testa bassa. Prima la palla scivolata di mano dopo il rimbalzo difensivo, poi la semi-transizione e un passaggio improbabile per Howard finito nelle mani di un avversario, a seguire il ribaltamento mancato per LeBron intercettato da Steph Curry e per chiudere un testa a testa con Jordan Poole chiuso con una linea di passaggio letta con estrema facilità da Iguodala. Un film già visto e che a Los Angeles sono felici di aver messo in mostra in preseason, in modo da poter lavorare sui passaggi a vuoto e capire cosa fare per migliorare: “Le prossime due settimane serviranno a capire come muoverci sul parquet”, commenta Westbrook. “Sarà un anno molto lungo per noi: non possiamo preoccuparci della preseason - per tanti di noi era la prima partita giocata da aprile, non potevano andare diversamente le cose”. LeBron invece dice di guardare con maggiore attenzione agli allenamenti e non ai risultati in campo: inutile drammatizzare, l'appuntamento con l'esordio dei sogni arriverà la prossima volta.

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