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NBA, Los Angeles Lakers, Carmelo Anthony è l'arma in più: "Mi adatto a tutto"

il protagonista
©Getty

Sempre più in alto nella classifica dei realizzatori NBA, ispirato in uscita dalla panchina in casa Lakers (quasi 17 punti di media con il 52% dall'arco) e utile anche in difesa. Carmelo Anthony sta facendo di tutto per convincere i gialloviola della bontà della scelta di aver puntato su di lui: “La gente ha tanti stereotipi sul mio conto, ma io sono un giocatore che si adatta a ogni situazione”

Essere uno dei 10 migliori realizzatori della storia NBA - con un passato turbolento costellato da grandi giocate, tantissimi canestri e modeste soddisfazioni personali e di squadra - porta anche a questo: che il mondo attorno a te viva di stereotipi, di preconcetti rispetto a ciò che puoi o eventualmente non riesci a dare alla squadra. Carmelo Anthony è abituato a vedere la sua vita finire in prima pagina, va avanti così da quasi 20 anni e non si pone il problema di fronte a chi continua a ritenerlo un campione non in grado di adattarsi: “Penso che le persone davvero non mi conoscono: c’è un’idea sbagliata sul mio conto, tutti continuano a ritenermi non in grado di inserirmi al meglio in un contesto nuovo. Non è così. Sono un giocatore che sa mettersi a disposizione in ogni situazione”. Chissà cosa passa nelle testa dei dirigenti e dei tifosi dei Knicks e dei Rockets (per dirne un paio) a leggere queste frasi, ma la nuova versione di Carmelo sbarcata a Los Angeles corrisponde alla auto-descrizione fatta dalla riserva di lusso gialloviola. Dopo essere stato un realizzatore purissimo da più di 20 punti di media per 15 stagioni in fila in NBA, le ultime annate sono state in altalena: non sempre ha trovato lo spazio giusto e il contesto ideale per esprimersi. In molti ricordano quando ai Thunder disse: “Chi, io?”, nel momento in cui a inizio stagione si ipotizzava un suo impiego in uscita dalla panchina. Insomma, guardando al suo (recente, e non solo) passato di motivi per essere scettici ce n’erano un bel po’.

Non solo attacco, ma anche difesa: alla faccia degli stereotipi...

In queste prime sette partite con i Lakers - tutte giocate entrando dalla panchina - Melo ha dimostrare di avere voglia e la giusta predisposizione per incidere: per lui sono 16.7 punti di media con il 50% dal campo e oltre il 52% dall’arco, chiudendo tra i migliori realizzatori di squadra nelle ultime due sfide. Il dato che sorprende però è un altro e che ha riportato indietro le lancette del tempo fino al dicembre 2003 e alla sua stagione da rookie: quella era stata l’ultima volta infatti in cui Anthony era riuscito a mettere a referto quattro stoppate e due recuperi nella stessa gara. Un segnale evidente di quanto sia coinvolto anche in difesa, un altro stereotipo che lo accompagna da più di un decennio: “Non mi aspetto che ogni sera ci dia un contributo del genere, così decisivo, anche a protezione del ferro”, sottolinea coach Vogel. “È stato fantastico, a prescindere dal boxscore: sempre in posizione giusta, attivo e con le mani pronto a disturbare gli avversari. Se riesce ad aggiungere questo lavoro a tutto ciò che fa in attacco, il suo apporto alla nostra squadra diventa enorme”.

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Il dato è poco indicativo, anche scontato per certi versi, ma la suggestione è talmente forte che non si può sfuggire: quando Carmelo Anthony segna 20 o più punti in questa stagione, i Lakers vincono (3-0 il record). “Quando non sappiamo come trovare nuove energie e l’attacco è stagnante, lui riesce a darci una mano attirando le attenzioni della difesa e colpendo ogni volta che ne ha l’opportunità”, spiega LeBron. “Non devo certo dirlo io: sa come prendersi i suoi tiri, lo fa e li segna”. Decisivo sul parquet e anche una voce esperta da ascoltare in spogliatoio: “Dobbiamo dimostrare di avere la giusta attenzione, di essere preparati mentalmente alla sfida: i risultati arriveranno, basta avere la giusta predisposizione. Sei libero? Allora devi tirare. Non puoi costruire qualcosa per te? Fallo per gli altri. Più riesci a semplificare il gioco, minore sarà la strada da percorrere per arrivare al successo”. Anche ecumenico Carmelo: difficile immaginare una partenza migliore per lui.

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