NBA, Adam Silver contro il mandato che impedisce a Irving di giocare: "Non ha senso"
PAROLEIl commissioner della NBA Adam Silver ha parlato su ESPN della situazione legata a Kyrie Irving, dicendo che il mandato della città di New York non ha molto senso. "I giocatori non vaccinati delle squadre di New York non possono giocare, ma quelli della squadra ospite sì. Dovrebbero rimetterci mano". E il sindaco di New York Eric Adams ha aperto alla possibilità di cambiare l’ordinanza
La questione Kyrie Irving rischia di avere un peso non indifferente sugli equilibri della stagione NBA, perché la sua presenza o meno in campo per le partite in casa — attualmente impedita da un’ordinanza della città di New York che impone la vaccinazione contro il Covid-19 per poter entrare nelle arene, tra cui il Barclays Center dove giocano i Nets — cambiano le chance di titolo di Brooklyn. Su questo tema è tornato a esporsi anche il commissioner della NBA Adam Silver, che in onda su una trasmissione di ESPN ha detto la sua: "La stranezza della legge di New York è che si applica solo ai giocatori in casa" ha detto. "Se l’idea è quella di proteggere tutte le persone nell’arena, per me non ha senso che un giocatore non vaccinato della squadra in trasferta possa giocare al Barclays Center ma uno della squadra di casa no. E per questo secondo me dovrebbero dare un’occhiata all’ordinanza". Silver ha detto che la sua preferenza era quella che la vaccinazione fosse imposta a tutti i giocatori, richiesta che però è stata ritenuta inammissibile dalla NBPA (l’associazione giocatori), per quanto il 97/98% dei giocatori NBA sia vaccinato e la stragrande maggioranza abbia ricevuto la terza dose. "La mia visione personale è che tutti dovrebbero essere vaccinati con terza dose, ma riesco ad immaginare uno scenario in cui il sindaco Eric Adams, che non era in carico quando è entrata in vigore quest’ordinanza, possa decidere di cambiarla dicendo che non è più necessario l’obbligo vaccinale, in particolare uno che tocca solo i giocatori di casa".
Le parole di Adams: "Regola ingiusta, ma sono in difficoltà nel cambiarla"
Un messaggio neanche troppo velato per il sindaco Adams, il quale dal canto suo non ha chiuso la porta a un possibile cambiamento. "Prima di tutto credo che la regola sia ingiusta, nel senso che gli atleti da fuori possono essere non vaccinati mentre è richiesto che lo sia a quelli di New York" ha detto il sindaco in conferenza stampa a diretta domanda su Irving. "E lo stesso vale per gli artisti che non vivono qui che possono esibirsi senza vaccinazione". Adams, però, da politico consumato ha tenuto i piedi in due scarpe: "Allo stesso tempo sono molto, molto cauto perché non voglio mandare il messaggio sbagliato. L’idea che questa città possa chiudere di nuovo mi tiene sveglio di notte. Cambiare l’ordinanza ora manderebbe un messaggio contrastante. Perciò, a essere onesto, sono in difficoltà in questa situazione".
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Silver ha anche detto la sua su quanto accaduto recentemente alla deadline del mercato, con lo scambio Harden-Simmons sostanzialmente orchestrato dai giocatori con le loro richieste di essere ceduti prima ancora che dalle squadre. "Idealmente quando i giocatori vogliono essere scambiati o le squadre vogliono muoversi sul mercato le conversazioni rimangono confidenziali" ha detto Silver. "Ovviamente in questo caso non solo si è svolta pubblicamente, ma è andata avanti sin dall’inizio dell’anno, in particolare con Philadelphia. Ma i tempi sono cambiati rispetto a quando c’era David Stern, non c’è più identificazione tra giocatori e franchigie come quando c’erano Larry Bird, Magic Johnson o Michael Jordan. Ora ci sono contratti più brevi, che non penso sia un male perché fa combaciare le prestazioni allo stipendio in maniera più realistica. Il fatto che le superstar cambino squadra non è una brutta cosa di per sé, ma un conto è se lo fanno alla fine del loro contratto, e un altro se cercano attivamente di cambiare squadra mentre hanno ancora anni rimanenti sul loro contratto. I dati che abbiamo sono chiari: nel secondo caso non è un bene per la lega”.