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NBA, Miami ora è in crisi: tutti i problemi degli Heat

DA MIAMI
Massimo Marianella

Massimo Marianella

©Getty

Doveva essere la gara della svolta, invece la sconfitta pesantissima per mano dei Brookyn Nets ha ufficialmente aperto la crisi dei Miami Heat, scavalcati da Philadelphia in vetta alla Eastern Conference. Dai problemi in campo a quelli fuori attorno a Jimmy Butler, c’è ben poco da salvare per coach Erik Spoelstra

Venivano da una striscia perdente di tre partite e l’arrivo dei Brooklyn Nets a South Beach era una grande opportunità. Una fondamentale prova di maturità. Un match che non avrebbe cancellato l’aver perso contro Philadelphia senza Joel Embiid e James Harden, o contro Golden State senza nessuno, o contro New York dopo aver avuto 17 punti di vantaggio, perché in una lotta così serrata in classifica per il primo posto ad Est sarebbe rimasto un -3 pesante. Ma una vittoria contro Kevin Durant & company avrebbe quasi pareggiato le delusioni recenti. Invece gli Heat sono stati umiliati, spazzati via. La prova di maturità, di carattere, il messaggio che gli Heat avrebbero potuto mandare a un avversario diretto e a tutta la lega è diventato un moltiplicatore di problemi e di dubbi.

Tutti i problemi dei Miami Heat

La difesa non è quella che ha reso questa franchigia famosa e la percentuale del tiro da tre punti calata in maniera vistosa (il 10/34 finale di serata è frutto di tre bombe di Max Strus a partita ormai finita). Lo stesso Erik Spoelstra, assente ufficialmente per motivi personali e sostituito da Chris Quinn, negli ultimi giorni ha ritirato fuori l’argomento delle rotazioni, confessando di non avere a oggi, per la prima volta, ancora deciso di quanto allungarle in vista dei playoff. Miami ha un roster lungo, è vero, ma Brooklyn ha messo in luce chiaramente che si tratta di molti giocatori bravini ad alto livello, ma pochi in grado di fare la differenza. Forse solo Tyler Herro. Victor Oladipo è ancora molto "impolverato" negli ingranaggi agonistici dopo il lungo stop, e Durant (il migliore di tutti, certo) ha dimostrato che difendere contro un'ala forte è un problema in termini di centimetri per la difesa di Miami, che non ha una risposta se non la volontà e l’esperienza di PJ Tucker. Spesso gli Heat pagano la scelta offensiva di Duncan Robinson (nell’ultimo periodo con le polveri bagnate al tiro) nell’altra metà del campo, perché il numero 55 faticherebbe a tenere anche Spoelstra in uno contro uno.

 

Resta poi il problema Jimmy Butler (ieri -26 di plus-minus e solo 7 punti segnati) che continua voler vestire i panni di prima punta nei momenti topici senza supportare questo con i numeri e forse senza essere davvero in grado di farlo. Il giorno dopo la lite nell’infausto timeout contro Golden State qualche giornalista di Chicago è intervenuto nei talk show sportivi delle radio di Miami ribadendo lo stesso tema: "Avete visto il volto di Jimmy uomo squadra, adesso cominciate a vedere quello di Jimmy-Diva".

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La leadership di Kyle Lowry nel momento più difficile

Leader sempre più in campo e fuori della squadra è Kyle Lowry, che in questo periodo si presenta davanti ai microfoni molto di più rispetto a quanto non abbia fatto in tutta la stagione, conscio del momento negativo. "Abbiamo segnato 95 punti e siamo una squadra che in una partita così ne ha potenzialmente anche 120. Nessuno pensava a un momento o a una serie di partite così negative. Non dobbiamo farci prendere dal panico, ma essere consci che dobbiamo mettere a posto alcune situazioni. Bisogna cominciare a perdere meno palloni e mettere più tiri. In aggiunta le indecisioni difensive sono l’altro problema da risolvere rapidamente. Abbiamo cominciato la partita con grande energia positiva, ma loro sono stati straordinari e praticamente l’hanno chiusa alla fine del secondo quarto". Un match giocato sotto gli occhi, come sempre, di tante star: da Chris Bosh padrone di casa, al cantante Ozuna e a mezzo Chelsea con Lukaku, Kepa, Chalobah e Ziyech ospiti degli Heat con tanto di maglia regalata con nome e numero e foto ricordo con i tre trofei della storia di Miami. Visti gli Heat delle ultime uscite sembra improbabile che un altro trofeo possa essere aggiunto in estate: la foto di Lukaku e i suoi compagni non diventerà vecchia così presto.

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