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Playoff NBA, la difesa di Boston è nella testa di Kevin Durant: "Sto pensando troppo"

PAROLE
©Getty

Dopo lo 0/10 del secondo tempo di gara-2, Kevin Durant non ha avuto l’impatto che tutti si aspettavano in gara-3, prendendosi appena 11 tiri in tutta la partita contro una difesa che gli è entrata nella testa, come ammesso anche dopo la partita: "È da tutta la serie che penso troppo, a volte devo solo andare in campo e giocare. Ma non sono stanco: lunedì saremo pronti a giocarcela"

Era l’uomo più atteso a Brooklyn, ma neanche in gara-3 Kevin Durant è riuscito a lasciare il segno nella serie contro i Boston Celtics. Dopo lo 0/10 del secondo tempo di gara-2 e le difficoltà delle gare disputate a Boston, il leader dei Nets era atteso a tutt’altro rendimento al Barclays Center di Brooklyn; invece è finito di nuovo nelle fauci della difesa dei Celtics, che non gli ha concesso nulla esattamente come nei primi due episodi della serie. Durant ha segnato il primo tiro della sua partita dopo quattro minuti con una tripla su uno scarico di Bruce Brown per il massimo vantaggio dei suoi sul +7, ma da lì in poi ha tentato appena 10 tiri nel resto della gara, di cui solamente uno all’inizio del quarto periodo. A stupire non sono neanche i soli 16 punti realizzati, quanto piuttosto che in una gara così importante abbia tentato appena 11 tiri dal campo e due dalla lunetta, lui che in carriera ai playoff ne tenta quasi 21 di media e si guadagna 8.5 tentativi a cronometro fermo. Il tutto pur avendo giocato quasi 46 minuti nella partita, commettendo 5 palle perse a fronte comunque di 8 rimbalzi e di 8 assist per i compagni.

Dopo la sconfitta in gara-3, lo stesso KD ha ammesso che la difesa di Boston gli è entrata nella testa: "A essere onesto, sto pensando troppo dall’inizio della serie, proprio nel mio approccio alla partita" ha detto dopo la partita che ha concluso con appena 16 punti, gli stessi realizzati da Kyrie Irving in una serata in cui Jayson Tatum da solo ne ha messi 39. "Nelle prime due gare ero fin troppo aggressivo: riguardando i filmati c’erano tanti miei compagni aperti che erano in ritmo per segnare, perciò ho cercato di cambiare il mio approccio per coinvolgerli di più — entrando nel flusso dell’attacco e lasciando che la palla arrivasse a me. In questa partita ho trovato meglio i miei compagni, devo semplicemente segnare di più. Devo essere io a non pensare così tanto nella mia testa e semplicemente giocare". Secondo Durant comunque il minutaggio altissimo a cui è costretto (i Nets hanno perso di 4 lunghezze i due minuti in cui si è riposato) non stanno avendo un impatto sul suo rendimento: "Non mi sento affaticato, anzi sto bene. Non ho il fiatone in campo, non mi fa male niente. Perciò non direi che dipende da quello. Sappiamo in che condizione siamo: non c’è bisogno di nessun discorso in questo momento dell’anno. Siamo sotto 0-3: lunedì dobbiamo solo scendere in campo e giocare". Anche perché potrebbe essere l'ultima partita della stagione.