NBA Finals, Wiggins spegne Tatum: le pagelle della serie finale
I Golden State Warriors hanno vinto il titolo 2021-22 sulle spalle di Steph Curry, votato MVP delle Finals all’unanimità. Ma non è stato l’unico protagonista della serie finale vinta contro i Boston Celtics, che hanno dato battaglia ma hanno dovuto arrendersi in gara-6 subendo tre sconfitte in fila per chiudere la loro stagione. Ecco le pagelle complete della serie finale
MARCUS SMART | Altalenante come tutti i Celtics, non riesce a mettere davvero assieme una partita leonina delle sue pur piazzando buoni numeri qua e là. In difesa non riesce a essere incisivo su Steph Curry, difendendo nettamente meglio su Draymond Green così da poter andare in aiuto degli altri. Le tante palle perse sono anche responsabilità sua, essendo la point guard titolare. VOTO ALLA SERIE: 5.5
- 15.2 punti, 4.5 rimbalzi, 5 assist, 3.2 palle perse, 1.5 recuperi, 43% al tiro, 41.2% da tre, 75% ai liberi in 35.4 minuti di media
JAYLEN BROWN | In gara-6 è l’ultimo ad arrendersi, segnando 34 punti e provandoci in tutti i modi al netto delle solite difficoltà nel gestire il pallone (ha 5 palle perse sulla coscienza). Non è lucido, ed è il difetto che deve andare a limare nel resto della carriera, ma ci mette tutto quello che ha e strappa la sufficienza. VOTO ALLA SERIE: 6
- 23.5 punti, 7.3 rimbalzi, 3.7 assist, 3.3 palle perse, 43% al tiro, 34% da tre, 81% ai liberi in 39 minuti di media
JAYSON TATUM | Finisce con il serbatoio delle energie completamente vuoto, con Wiggins che ha imparato la cadenza dei suoi movimenti a memoria e lo precede a ogni passo. Anche in gara-6 pasticcia con 13 punti e 6/18 al tiro: sconfitte come questa aiutano a migliorare e a fare il passo definitivo per essere una superstar. Urge ricordare che ha solo 24 anni. VOTO ALLA SERIE: 5
- 21.5 punti, 6.8 rimbalzi, 7 assist, 3.8 palle perse, 1.2 recuperi, 36.7% al tiro, 45.5% da tre, 66% ai liberi in 40.7 minuti di media
AL HORFORD | Segna 12 dei suoi 19 punti nel solo terzo quarto, quando prova a tenere in piedi l’attacco prendendosi responsabilità dall’arco (4/5 da tre. In difesa gli viene chiesto di cambiare su Steph Curry e come tutti fatica a contenerlo dal palleggio, ma prende il doppio dei rimbalzi dei suoi compagni di squadra. A 36 anni non si può chiedere molto di più di così. VOTO ALLA SERIE: 6
- 12.5 punti, 8.5 rimbalzi, 2.8 assist, 1.7 palle perse, 60.5% al tiro, 62.5% da tre, 66% ai liberi in 31.8 minuti di media
ROBERT WILLIAMS | In un primo tempo chiuso sotto di 15 lunghezze, lui è comunque +3 nei 17 minuti che passa in campo. Non ha più di 32 minuti nelle gambe, anzi in situazioni normali forse non sarebbe nemmeno in campo, ma con le sue 5 stoppate è l’unico difensore che davvero terrorizza gli Warriors. Presenza imprescindibile sui due lati del campo, pur su una gamba sola. VOTO ALLA SERIE: 7
- 7.5 punti, 7.5 rimbalzi, 1.5 assist, 2.8 stoppate, 77% al tiro e 83% ai liberi in 26.4 minuti di media
DERRICK WHITE | Rimane in campo per 16 minuti e mezzo in gara-6 e il plus-minus è un impietoso -26. Dopo un eccellente gara-1 esce in fretta dalla serie e non rientra più né mentalmente né tatticamente, tanto che nell’ultima partita coach Udoka praticamente non lo schiera in campo — mentre la panchina degli Warriors ha un impatto enorme. Non riesce a sopperire neanche con la difesa e chiude con -10.3 di plus-minus di media. VOTO ALLA SERIE: 4.5
- 9.8 punti, 1.5 rimbalzi, 2.2 assist, 1.7 palle perse, 32.7% al tiro, 40% da tre, 93% ai liberi in 26.5 minuti di media
GRANT WILLIAMS | La sua non è una gran serie da nessun punto di vista, e molti dei problemi avuti dalla panchina di Boston ad avere impatto sono anche legati alla sua incapacità di incidere né in attacco né in difesa. Rimane in campo per 16 minuti più per mancanza di alternative che per reale utilità, ma l’impatto avuto con Milwaukee è un pallido ricordo. VOTO ALLA SERIE: 5
- 4.2 punti, 2.3 rimbalzi, 1 assist, 0.7 palle perse, 53% al tiro, 30% da tre in 17 minuti di media
PAYTON PRITCHARD | Meno di 8 minuti in campo, -20 di plus-minus. Perde tutta la fiducia che aveva caratterizzato i suoi playoff e non riesce mai davvero a lasciare il segno, neanche davanti al pubblico di casa. Esattamente come in gara-5, non viene ripresentato nel secondo tempo di gara-6. VOTO ALLA SERIE: 5
- 2.7 punti, 2.2 rimbalzi, 1 assist, 0.8 palle perse, 30% al tiro, 21.4% da tre, 50% ai liberi in 11.1 minuti di media
IME UDOKA | Nel primo tempo cerca di tappare le falle di una nave che imbarca acqua da tutte le acque usando tutti i timeout possibili e immaginabili e nel secondo tempo i suoi comunque tornano sotto la doppia cifra di svantaggio. Le palle perse (22) e i rimbalzi offensivi concessi (15) però sono uno scoglio insormontabile: stabilizzare l’attacco e allungare la rotazione è l’obiettivo numero uno per l’estate. Non sono lontani da vincere il titolo, ma serve l’ultimo passo. VOTO ALLA SERIE: 5.5
STEPH CURRY | Quella che è stata di gran lunga la miglior difesa della NBA non sa minimamente da che parte prenderlo: non c’è bisogno di altro per descrivere la sua grandezza. In più difende come non mai, rivelandosi ancora una volta più solido nella sua metà campo di quello che gli viene riconosciuto. In gara-6 mette tutti a nanna non solo con le triple, ma anche attaccando il ferro: che gli vuoi dire? FENOMENO. VOTO ALLA SERIE: 10
- 31.2 punti, 6 rimbalzi, 5 assist, 2 recuperi, 2.5 palle perse, 48.2% dal campo, 43.7% da 3 e 85.7% ai liberi in 37.6 minuti di media
KLAY THOMPSON | La leggenda di “Game 6 Klay” subisce una brusca frenata (12 punti con 5/20 al tiro e un sacco di errori), ma regge botta in più di un’occasione contro Jaylen Brown e basta e avanza per non far crollare la difesa di Golden State. Non è continuo nell’arco della serie, ma senza le sue fiammate sparse qua e là gli Warriors non avrebbero mai vinto. VOTO ALLA SERIE: 7.5
- 17 punti, 3 rimbalzi, 2 assist, 1.3 recuperi, 35.6% dal campo, 35.1% da tre in 38.4 minuti di media
ANDREW WIGGINS | Il secondo miglior giocatore in campo nel corso della serie per continuità, fisicità, difesa, forza mentale. Non tira bene in gara-6 ed è generalmente meno "pulito" rispetto alle altre partite, ma riempie la sua prestazione di piccole cose (3 rimbalzi offensivi, 5 assist, 4 recuperi, 3 stoppate, 4 triple per 18 punti). La rivelazione di questi playoff, cambiando definitivamente la sua carriera. VOTO ALLA SERIE: 9
- 18.3 punti, 8.8 rimbalzi, 2.2 assist, 1.5 recuperi, 1.5 stoppate, 44.6% dal campo, 29.7% da tre, 69% ai liberi in 39.2 minuti di media
OTTO PORTER | Come con Iguodala nel 2015, entra in quintetto in gara-4 e Golden State non perde più, anche se non è di certo per il suo impatto in campo visto che non gioca mai più di 15 minuti. Non sporca il foglio, segna due triple sulle tre che si prende, marca chi c’è da marcare e dà il suo contributo sui due lati del campo, anche se non replica più le triple di gara-1. VOTO ALLA SERIE: 6.5
- 5.2 punti, 2 rimbalzi, 1 assist, 58.8% al tiro, 56.3% da tre in 17 minuti di media
DRAYMOND GREEN | La panchina "punitiva" di gara-4 lo ferisce nell’orgoglio, ma la versione che si ripresenta in campo da lì in poi è quella dei giorni migliori. In gara-6 è ovunque, andando a due assist dalla tripla doppia e spegnendo praticamente da solo l’attacco di Boston che si schianta su di lui a ogni possesso. In più segna anche due triple e un long 2 pesantissimo nel miglior momento Celtics. Campione. VOTO ALLA SERIE: 8
- 6.2 punti, 8 rimbalzi, 6.2 assist, 2.5 palle perse, 1.7 recuperi, 33% al tiro, 12.5% da tre, 58% ai liberi in 36.2 minuti di media
JORDAN POOLE | Fa esattamente quello che gli viene chiesto: segnare nei momenti in cui non c’è Curry in campo. Il parziale di 21-0 che ribalta la partita nel primo tempo è in gran parte merito suo, e anche se nel secondo tempo viene travolto in difesa riesce comunque a piazzare 4 punti utilissimi alla causa. Le due triple sulla sirena in gara-2 e gara-5 rimangono dei picchi fenomenali pur non in una serie scintillante. VOTO ALLA SERIE: 7
- 13.2 punti, 1.8 rimbalzi, 1.8 assist, 2 palle perse, 43.5% al tiro, 38.5% da tre, 91% ai liberi in 21 minuti di media
GARY PAYTON II | Draymond Green ma sul perimetro: contro di lui non si passa mai e il plus-minus di +18 in meno di 20 minuti non mente. Piazza tre recuperi fondamentali e in generale mette le mani ovunque ogni volta che viene chiamato in causa, dopo una gara-1 passata ad osservare. Quando ha giocato più di 15 minuti, Golden State non ha mai perso in questa serie. VOTO ALLA SERIE: 8
- 7 punti, 3.2 rimbalzi, 1.4 assist, 1.6 recuperi, 59% al tiro, 29% da tre, 70% ai liberi in 18.5 minuti di media
KEVON LOONEY | Il re delle piccole cose: non buca mai un aiuto difensivo, è sempre presente sia per portare blocchi che per farsi trovare a rimbalzo d’attacco, dove sembra impossibile tagliarlo fuori (6 anche in gara-6). Ha impatto ogni volta che viene schierato: non a caso chiude con il miglior plus-minus della serie con +8 in meno di 22 minuti. VOTO ALLA SERIE: 8
- 5 punti, 7.5 rimbalzi, 2.7 assist, 63% al tiro in 21.7 minuti di media
ANDRE IGUODALA | Non lascia impatto nei suoi passaggi in campo, che dopo gara-1 sono ridotti a qualche presenza sporadica. Ma dalla panchina osserva, guida e spiega ai suoi compagni come marcare i Celtics, in particolare Wiggins e Payton che vengono teleguidati con un joystick dalla panchina. Presenza imprescindibile e biglietto di sola andata per la Hall of Fame già prenotato (da tempo). VOTO ALLA SERIE: 6.5
STEVE KERR | Siamo arrivati a un punto per cui non si può raccontare la storia della NBA senza di lui. Firma il suo nono titolo in carriera, cinque in campo e quattro in panchina: mai nessuno ci è andato nemmeno vicino. Rimette in piedi una serie che a metà di gara-4 sembrava chiaramente nelle mani di Boston, organizzando una difesa eccellente nel togliere tutte le soluzioni preferite dei Celtics e mandandoli in confusione. In definitiva: un altro capolavoro. VOTO ALLA SERIE: 9