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NBA, i Celtics da tempo nel destino di Gallinari: cosa dicono di lui a Boston

NBA
©Getty

Un articolo uscito sul "Boston Globe" assicura che l'azzurro avrebbe già detto "di voler terminare la mia carriera NBA con la maglia dei Celtics". E l'ammirazione è reciproca, e non da oggi. Danny Ainge, infatti, aveva già messo gli occhi sul Gallo nell'estate del 2017...

Danilo Gallinari non è ancora stato formalmente tagliato dai San Antonio Spurs (perché Dejounte Murray deve ancora superare gli esami fisici per completare lo scambio che lo porterà ad Atlanta) e finché ciò non accadrà non potrà accasarsi ufficialmente ai Boston Celtics. La prossima destinazione dell'azzurro però appare ormai certa al 100% (firmerà dopo 48 ore dal taglio degli Spurs), tanto che a Boston hanno iniziato a valutare quello che a tutti gli effetti è il pezzo grosso (insieme a Malcolm Brogdon, in arrivo da Indiana) del mercato estivo dei Celtics. Qualcuno - forse scherzosamente, forse no - ha detto che Brad Stevens aveva messo gli occhi su Gallinari dopo aver dovuto incassare una pioggia di triple senza sosta nella gara disputata dai suoi Celtics contro gli Hawks dell'azzurro, giocata il 24 febbraio 2021. Quella sera Gallinari finì con 10/12 da tre punti e 38 punti, guidando i suoi a una comoda vittoria (+15) su Boston.  

Gallinari-Celtics promessi sposi (con un po' di ritardo...)

Un'altra cosa che balza all'occhio - e non è un segreto - è che il matrimonio Gallinari-Celtics poteva consumarsi prima. Danny Ainge, a lungo il n°1 del front office di Boston (ora a Utah), è sempre stato innamorato dell'azzurro, e se Gordon Hayward (al tempo proprio ai Jazz) non avesse accettato la corte dei Celtics nell'estate 2017, è probabile che Boston avrebbe dato l'assalto in maniera convinta a Gallinari. Il cui nome era tornato d'attualità nel Massachussets anche quando Hayward lasciò i Celtics, nel 2020, in un sign-and-trade con Charlotte che generò una trade exception da 28.5 milioni di dollari, che per un momento di pensò di investire sul giocatore italiano allora in forza agli Oklahoma City Thunder. 

BOSTON, MA - FEBRUARY 19: Danilo Gallinari #8 of the Atlanta Hawks looks on during the game against the Boston Celtics on February 19, 2021 at the TD Garden in Boston, Massachusetts.  NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Mandatory Copyright Notice: Copyright 2021 NBAE  (Photo by Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images)

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L'importanza della stagione a OKC

Quell'unico anno trascorso da Gallinari in maglia Thunder avrebbe potuto agire un po' da "sliding door" per il destino dell'azzurro. Tra le squadre sulle sue piste, infatti, oltre a Boston in pole position c'erano quei Chicago Bulls allenati proprio da Billy Donovan, che aveva già guidato Danilo a OKC. Allo stesso modo, però, proprio quella stagione 2019-20 - conclusa da Gallinari ancora vicino ai 19 punti di media a sera - ha convinto Brad Stevens delle capacità realizzative del giocatore degli Hawks, ancora intatte anche dopo i 30 anni. Nelle finali perse a giugno contro Golden State, Stevens è convinto che ai Celtics sia mancato soprattutto del potenziale offensivo dalla panchina (dove i vari Derrick White, Grant Williams e Payton Pritchard non sono stati abbastanza), e la mossa di assicurarsi Gallinari è stata guidata anche da queste motivazioni.

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Ai Celtics fino alla fine della carriera

Se l'entusiasmo di Boston verso Gallinari è quindi evidente, in città assicurano che anche il giocatore abbia grandi motivazioni nel vestire il biancoverde, convinto dalla corsa fino alle finali NBA della squadra e dalle prospettive concrete di titolo. Prospettive che lo avrebbero convinto a tralasciare l'offerta - anche leggermente più vantaggiosa economicamente - dei Chicago Bulls, per scegliere Boston e - scrivono sul "Boston Globe" - "per fare dei Celtics la squadra con cui, se tutto va bene, mi vedo terminare la mia carriera NBA". Prima, magari, di un ritorno in Italia nella sua Milano come sempre professato. 

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