La superstar dei Celtics e il n° del front office biancoverde (nonché suo ex allenatore) si sono incontrati settimana scorsa a Los Angeles per far piazza pulita di tutte le voci circolate in queste settimane attorno al futuro di Brown e alla possibilità/volonta di Boston di cederlo. Ecco cosa si sono detti i due, per avere Brown completamente "on board" prima del via della prossima stagione
Ora che Kevin Durant sembra aver sotterrato l'ascia di guerra con Brooklyn e accettato di far parte ancora del progetto-Nets, le voci attorno a una sua cessione smettono giocoforza di essere d'attualità. Quello che resta, però, sono gli effetti a medio-lungo termine di più di un mese di speculazioni al riguardo - e a Boston lo sanno bene. C'è stato un momento, infatti, in cui i Celtics - acquistati Danilo Gallinari e Malcolm Brogdon - sembravano i più vicini ad arrivare anche a Durant. Come? Sacrificando Jaylen Brown, sicuramente, e altre pedine del loro roster, più scelte future. Ora che Durant rimane ai Nets, a Boston resta la "grana" di dover gestire un Brown che ha scoperto di essere cedibile pochi giorni dopo aver disputato in maglia Celtics le sue prime finali NBA. Un problema? Il n°1 del front office biancoverde Brad Stevens, che per anni Brown lo ha prima allenato, giura di no. I due si sono incontrati settimana corsa a Los Angeles forse per fare piazza pulita di qualsiasi possibile strascico estivo: "Jaylen ha dovuto fare i conti con le voci che lo riguardavano per moltissimo tempo ma una delle cose che un giocatore dev'essere in grado di fare è 'bloccare' questo rumore di fondo e concentrarsi su quello che è importante", ha dichiarato Stevens. "Per farlo aiuta avere una linea di comunicazione trasparente con le persone coinvolte in questi processi - e questo tipo di colloqui aperti e sinceri è proprio ciò che abbiamo avuto noi, fin dall'inizio, con lui così come con qualsiasi altro giocatore della nostra organizzazione".
Il futuro di Brown: da ottobre si può lavorare sull'estensione contrattuale
Se il passato, almeno per Stevens, è il passato - chiuso e archiviato - il futuro vuol dire una possibile estensione contrattuale sul tavolo fin da ottobre: "Jaylen è stato con noi negli ultimi sei anni ed è un pezzo enorme di quello che stiamo costruendo: speriamo di poter presto fare il primo passo per averlo ancora con noi per molti anni a venire", ha detto Stevens, prima di ribadire la soddisfazione della franchigia nel mercato svolto: "Dopo la trade per Brogdon abbiamo sentito subito di avere il roster che volevamo, convinti di poter costruire bene attorno a questi giocatori". Migliorarsi, per chi è andato a due gare dal titolo NBA, vuol dire solo anello: e a Boston non si nascondono.