Alla sua terza stagione nella NBA, il francese dei Detroit Pistons ha finalmente cominciato a far vedere un po' del talento che due anni fa gli ha permesso di essere scelto con la settima chiamata del Draft dai Detroit Pistons. Contro i Dallas Mavericks è arrivato il suo massimo stagionale da 22 punti, di cui 14 solamente tra quarto periodo e overtime. E coach Dwane Casey lo riempie di elogi
Il rischio che Killian Hayes si fosse perso era altissimo. A dirla tutta, non è nemmeno del tutto scongiurato. Eppure, almeno per una sera, il francese dei Detroit Pistons ha fatto vedere un po’ del talento che solamente nell’autunno del 2020 gli era valso la settima chiamata assoluta al Draft. Contro i Dallas Mavericks questa notte il playmaker ha realizzato il suo massimo stagionale da 22 punti aggiungendo anche 4 rimbalzi e 8 assist, segnando 14 punti tra ultimo quarto e supplementare per suggellare la vittoria d’autore dei suoi Pistons contro un candidato MVP come Luka Doncic. Ma il suo exploit non è un caso isolato: nelle ultime 11 partite, cioè da quando è tornato titolare nel quintetto al posto dell’infortunato Cade Cunningham, Hayes viaggia a quasi 12 punti a partita con 3.2 rimbalzi, 6.2 assist e 1.4 recuperi di media, tirando col 44% dal campo e il 40% da tre punti su quasi 4 tentativi a partita. Se si prendono in esame solamente le ultime quattro gare contro squadre da playoff come Phoenix, Cleveland, New York e Dallas, le medie salgono a 16.5 punti con 4 rimbalzi, 7.8 assist e 2 recuperi a partita e un ottimo 52.7% dal campo, pur scendendo al 35% da tre punti, il tutto mantenendo sotto controllo il dato delle palle perse all’aumentare delle responsabilità offensive.
Può sembrare poco, specialmente considerando il fatto che il record di Detroit resta fortemente perdente (6-18, penultimi a Est), ma è un notevole passo in avanti per un giocatore che nei suoi primi due anni di NBA ha faticato enormemente a fare canestro (42.3% effettivo dal campo) e a rimanere sano (appena 92 partite in due anni), realizzando meno di 7 punti a partita. Non è tutto perfetto, anzi: al ferro le sue percentuali sono orribili (39%, tra i peggiori dati di tutte le point guard) e anche il floater che aveva mostrato nei primi due anni sembra averlo abbandonato (36%, pur sopperendo tirando col 50% dalla media distanza), ma sta riuscendo a dare il suo contributo in altri aspetti del gioco. Non è di certo abbastanza per non rimpiangere i giocatori scelti appena dopo di lui al Draft — in particolare Devin Vassell alla 11, Tyrese Haliburton alla 12 e Tyrese Maxey alla 21, quest’ultimo andato dopo anche Isaiah Stewart e Saddiq Bey —, ma è abbastanza per pensare di non aver buttato via una scelta in Lottery su un giocatore incapace di tenere il campo in NBA, lui che invece a 18 anni si muoveva come un veterano sui campi della Eurolega.
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Gli elogi di Casey: "È il nostro miglior playmaker"
Coach Dwane Casey dopo la partita ha sottolineato le grandi capacità del suo numero 7, capace di avere un impatto al di là di come tira: “Abbiamo bisogno di una point guard che possa essere un quarterback in campo” ha detto l’allenatore. “Non abbiamo tanti giocatori di uno contro uno, perciò abbiamo bisogno di un regista che organizzi l’attacco e faccia in modo che tutti tocchino il pallone. Lui è il nostro miglior playmaker, la nostra miglior point guard e il nostro miglior difensore contro le point guard avversarie. E questo è ciò di cui abbiamo bisogno da lui”. Con la concreta possibilità che Cade Cunningham sia fuori per il resto della stagione — ancora non sono state date indicazioni chiare sul suo infortunio allo stinco —, i Pistons vogliono capire fino in fondo se Hayes può fare parte del loro futuro, anche perché a fine anno si potrà discutere di un’estensione di contratto in uscita dall’accordo da rookie.