NBA, Draymond Green non ha ancora perdonato il pubblico di Boston (e attacca anche Silver)
NBAL'ala di Golden State torna sugli insulti ricevuti dai tifosi dei Celtics durante le ultime finali, "apertamente razzisti e mai così sgradevoli". Ma a dargli quasi ancora più fastidio è stata la posizione a suo dire permissiva della lega: "Hanno glorificato quel tipo di cori"
Non capita tutti i giorni, neppure se ti chiami Draymond Green, di avere un'intera pagina a te dedicata sul New York Times. Ma l'intervista all'irruente ala dei Golden State Warriors si è meritata questo risalto anche in virtù delle dure parole che lo stesso Green ha avuto per i tifosi dei Boston Celtics e (neppure troppo indirettamente) per la NBA stessa. Oggetto della lamentela del n°23 degli Warriors sono ancora i cori offensivi ricevuti dal pubblico del TD Garden di Boston in occasione delle ultime finali NBA, un trattamento che evidentemente Green non ha ancora dimenticato: "Di solito non ci faccio più caso, anche se questo non vuol dire che non mi dia fastidio", esordisce Green. "Ma posso permettermi di restarci male ogni volta che accade? No. E allora non fai altro che adattarti e andare avanti. A Boston, però, durante le ultimi finali mi hanno preso con la guardia abbassata, perché gli insulti non erano mai stati così sgradevoli. Non avevo mai ricevuto così tanti insulti apertamente razzisti, è stato davvero qualcosa di diverso dal solito". Un fastidio accentuato anche dalla posizione "permissiva" assunta a suo dire dalla NBA al riguardo: "I cori che ho dovuto subire sono stati addirittura glorificati dalla lega. Ho sentito gente della NBA considerare OK una cosa del genere, dire che fa parte del gioco".
Draymond Green mette nel mirino Adam Silver
L'accusa probabilmente è indirizzata niente meno che al commissioner NBA Adam Silver, per le sue parole al riguardo: "Voglio che i tifosi si divertano. Certo, devono farlo mostrando rispetto verso tutti, ma amo l'energia che i tifosi di Boston portano al palazzetto". Draymond Green, evidentemente, la ama un po' meno ma per contrastarla aveva una sola arma: "Dovevo continuare a giocare e vincere il titolo. Ed è quello che abbiamo fatto".