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NBA, LeBron James e il suo addio a Jim Brown: "Abbiamo perso un eroe"

NBA
©Getty

Pur nel mezzo di una serie di playoff difficile e molto complicata, nei giorni scorsi LeBron James non ha voluto mancare nell'unirsi al coro delle tante personalità - sportive e non solo - che hanno reso omaggio al campione di football dei Cleveland Browns venuto a mancare a 87 anni. E le parole di "King" James testimoniano tutta l'ammirazione e l'affetto che lo legavano a una delle più grandi personalità della storia dello sport americano

Anche nel mezzo dei playoff, e di una serie contro i Denver Nuggets che gli ha lasciato poco o nessun spazio per tutto il resto, LeBron James ha voluto far sentire la sua voce per commentare la scomparsa di uno dei più grandi campioni dello sport americano, Jim  Brown, leggenda del football NFL (ma anche del lacross - è nella Hall of Fame di entrambi gli sport). "Oggi abbiamo perso un eroe", ha scritto James su Instagram. Jim Brown è morto infatti solo pochi giorni fa (il 18 maggio) a 87 anni nella sua residenza di Los Angeles, città che oggi anche LeBron chiama casa. Ma per entrambi la vera casa a lungo è stata Cleveland: con i Browns per Brown, con i Cavs per James. Nella NFL Browns ci ha giocato dal 1957 fino al 1965, disputando 118 partite consecutive (senza mai saltarne una in tutta la sua carriera), vincendo per tre volte il premio di MVP NFL e trascinando Cleveland al titolo NFC nel 1964. "Per chiunque sia cresciuto nel Northeast Ohio e fosse afroamericano Jim Brown era Dio. Da ragazzino, amando il football, l'ho sempre considerato il più forte di sempre ad aver giocato per i Cleveland Browns", scrive il n°6 gialloviola. Ma la carriera di Brown finisce presto e in maniera inaspettata: si ritira infatti a sorpresa nell'estate del 1966 per continuare la sua carriera a Hollywood, da attore (il ruolo più famoso in "Quella sporca dozzina"). Ma una delle pagine più gloriose e ricordate della sua carriera va in scena l'anno successivo. 

Cleveland, 1967: il Summit con Alcindor (Jabbar), Russell e Ali

Perché l'eredità di Brown è anche quella di uno dei primi atleti di colore capaci di far sentire la sua voce e contestare il sistema, in quegli anni '60 che hanno visto i diritti civili al centro di mille battaglie. Il famoso Summit di Cleveland, per mostrare supporto a Muhammad Ali - privato del suo titolo e con la minaccia incombente del carcere per il rifiuto ad arruolarsi in Vietnam - si tiene infatti nella sede di quel "Negro Industrial and Economic Union" (poi "Black Economic Union"), organizzazione fondata proprio da Brown per promuovere il business delle comunità afroamericane attraverso prestiti e sostegni economici. Con lui, insieme ad Ali, ci sono Lew Alcindor (Kareem Abdul-Jabbar) e Bill Russell e a questi eroi James non ha mai fatto mistero di guardare con grande ammirazione, oltre che ispirazione. "Spero che ogni atleta di colore si informi su cos'ha fatto quest'uomo incredibile per cambiare le nostre vite. Siamo tutti sulle spalle di Jim Brown. Quando ho iniziato il mio viaggio come atleta professionista ho subito realizzato che la sua grandezza stava proprio in quel che ha fatto nel campo sociale. Quando decido di far sentire la mia voce io penso sempre a Jim Brown e se oggi io posso parlare è solo perché lui ha infranto mille muri", scrive LeBron su Instagram. Prima di concludere: "Sono grato di averlo potuto chiamare 'amico' e spero di poter continuare a onorare il suo ricordo con le mie parole e con le mie azioni". Un omaggio davvero bellissimo, da parte di un campione per un altro campione.